Civiltà del Lavoro, n. 3/2024
31 FOCUS Civiltà del Lavoro | maggio • giugno • luglio 2024 per trasferirle poi, soprattutto su rotaia, verso tutti i paesi europei; 4. Adeguamento dell’Italia al progetto Ue del corridoio Ten-T asse Berlino-Palermo; 5. Nuova occupazione . La realizzazione del ponte e delle opere complementari, secondo uno studio di Price- Waterhouse e Università Bocconi, creerà 15mila po- sti di lavoro per tutta la durata di costruzione dell’o- pera. Se poi si considera tutta la filiera dei materiali e delle attrezzature, si arriva a circa 100mila posti di lavoro (300mila tonnellate di acciaio e 600mila m 3 di calcestruzzo); 6. Miglioramento ambientale . Gli attuali traghetti ali- mentati a gasolio emettono ogni anno 140mila ton- nellate di anidride carbonica, 200 tonnellate di os- sido di carbonio, 1.300 tonnellate di ossido di azoto, 100 tonnellate di particolato, 200 tonnellate di idro- carburi incombusti e 100 tonnellate di ossido di zol- fo, tutte emissioni nocive che verrebbero risparmia- te con la realizzazione del ponte; 7. Attrazione turistica . Questo ponte, che sarebbe il più grande del mondo a campata unica (3.300 metri, di- venterebbe certamente una forte attrazione turisti- ca, più del ponte di Brooklyn (realizzato nel 1886) oppure del ponte sul Bosforo, in esercizio dal 1973. In questa occasione mi piace ricordare un episodio illu- minante dei miei anni di Confindustria. Incontrai l’allora Ad di Rete Ferroviaria Italiana, ingegnere Mauro Moretti e gli chiesi il motivo per cui l’alta velocità ferroviaria si fosse fermata a Napoli, ignorando tutte le altre regioni meridionali. Rispose che la sua azienda non aveva con- venienza ad investire nel Sud, perché l’Alta Velocità sen- za il ponte non può arrivare in Sicilia, in quanto i treni dell’Alta Velocità sono indivisibili, cioè non possono an- dare sui traghetti ferroviari. Quindi, secondo Moretti, senza il ponte la Calabria e la Sicilia erano destinate a non avere mai l’alta velocità. È esattamente quello che è avvenuto. E, con buona pa- ce dei tanti “benaltristi” di cui l’Italia è ricca, che oggi affermano che invece del ponte si dovrebbe fare questo e quest’altro e quest’altro ancora, sono passati vent’an- ni e per le infrastrutture siciliane e calabresi non è sta- to fatto praticamente niente. Concludo con una considerazione di carattere più gene- rale. Oggi le tariffe aeree che i siciliani debbono sostene- re per recarsi nelle principali città italiane sono davvero proibitive (per voli urgenti si può arrivare persino a mille euro!) perché le compagnie aeree abusano del fatto di avere un sostanziale monopolio dei trasporti passeggeri. Invece, con i treni ad Alta Velocità e il ponte si potrebbe arrivare in cinque ore da Palermo a Roma e in otto ore da Palermo a Milano, e accadrebbe certamente quello che è già avvenuto con la tratta Alta Velocità Milano-Ro- ma, in cui gran parte degli utenti si sono spostati verso il treno e le tariffe aeree sono crollate. Francesco Rosario Averna è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2002. Ha guidato e sviluppato dal 1983 al 2014 l’azienda di famiglia, la Fratelli Averna spa, fondata dal bisnonno Salvatore nel 1868. È stato presidente del Gruppo Siciliano dei Cavalieri del Lavoro. Attualmente è presidente del Comitato editoriale della rivista Civiltà del Lavoro e presidente di Olimpia Srl Investimenti Foto wildman © 123RF.com
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