Civiltà del Lavoro, n. 3/2024

32 FOCUS Civiltà del Lavoro | maggio • giugno • luglio 2024 l supplemento Affari&Finanza di “la Repubblica” del 24 giugno 2024 chio- sava, in un occhiello, che “autostrade, ferrovie, rete di telecomunicazio- ni, reti elettriche, aeroporti, cavi sottomarini, porti sono le dorsali su cui investire per la crescita”. È senz’altro una considerazione saggia, anche se scontata. Dal momento che il contenuto è, insieme con la transizione green, al centro di un talk-evento “L’Italia è un Paese per le grandi infrastrutture?”, pro- mosso dallo stesso quotidiano, è sperabile che si entri sul tema del Ponte dello Stretto e si prescinda da pregiudizi e ideologie. Esso va considerato, per quello che è, se realizzato: una leva fondamentale di crescita, in grado di trascinare, in senso positivo, le dinamiche economiche e sociali del Paese, partendo dal Sud. Queste considerazioni mi riportano indietro di qualche anno e riaffiora, nella memoria, l’e- sperienza che ho vissuto nel primo decennio di questo secolo, nella posizione di membro del Consiglio di amministrazione della Società del Ponte sullo Stretto, per quattro mandati consecutivi, che poi sono stati tutti, di quella esperienza (2004-2013). Il presidente Berlusconi mi chiamava, simpaticamente, “l’uomo del Ponte”, in quanto nato a Reggio Calabria e laureato all’Università di Messina. Mi piace ricordare la qualità profes- sionale di questo organismo, presieduto da Giuseppe Zamberletti, con Pietro Ciucci am- ministratore delegato. La composizione era completata da pre- senze istituzionali – Ferrovie dello Stato, Anas, Ministero dell’Economia, Regione Sicilia e Regione Calabria, rappresentati ad alto livello – e da qualche membro indi- pendente. Tra questi, oltre al sottoscritto, c’era Folco Quilici, apprezzato, tra l’altro, documentarista, ambientalista e attivo nel- la divulgazione naturalistica fin dagli anni ‘50 del secolo scorso. Lo cito perché la sua presenza, sempre attiva, appassionata e a favore dell’idea, è già di per sé una rispo- sta agli sfrenati ambientalisti che richia- mano, in tutte le occasioni, a prescindere, i danni che il Ponte creerebbe. In quegli anni venne svolto un lavoro com- plesso e responsabile che portò, in attua- zione di una legge dello Stato, a varare le I di Ercole Pietro PELLICANÒ Ercole Pietro Pellicanò SIAMO ALLA SVOLTA?

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