Civiltà del Lavoro, n. 3/2024

35 FOCUS Civiltà del Lavoro | maggio • giugno • luglio 2024 Si arriverà questa volta alla conclusione? A distanza di più di dieci anni dalla precedente esperienza, la spinta del governo attuale, unita al coinvolgimento delle auto- rità politiche siciliane e calabresi, mi spingono ad essere leggermente fiducioso. Va in questo senso anche la re- cente decisione, espressa nel decreto legge “Infrastrut- ture”, di procedere all’approvazione del progetto ese- cutivo, “anche a fasi costruttive”, come viene fatto, nel mondo, per le grandi opere. Alimento questa fiducia rileggendo un articolo che Francesco Merlo, una delle più autorevoli firme de “la Repubblica”, non certo favorevole al Ponte, scrisse il 1° ottobre 2003: “Fosse pure vero che non c’è conve- nienza economica, il Ponte sullo Stretto di Messina an- drebbe comunque costruito, senza arroganza verso le ragioni dei ragionieri, ma con un filo di ironia, visto che nessuno ha fatto i conteggi alla Torre Eiffel o alla Sta- tua della Libertà ma tutti capiscono che senza Torre e senza Statua a Parigi e a New York ci sentiremmo persi. Solo grazie ai simboli, infatti, uno spazio dove ci smar- riamo diventa un luogo nel quale ci ritroviamo. Non è insomma per ragioneria che si fanno i conti, ma per ri- durre le distanze. Il Ponte sconvolge l’arretratezza del sistema viario perché accelera e parifica. E anche con i bilanci in rosso, il Ponte sarebbe comunque ricchez- za, risorse, opportunità straordinarie, nuovi posti di la- voro. Alla fine, insomma, questo Ponte sullo Stretto è l’opera più bella e avanzata che l’Italia possa realizza- re, è un risarcimento a nostro Sud ed è – deve essere – un’operazione laico simbolica keynesiana, la fine di un handicap, la fusione di Messina e Reggio nella città dello Stretto come una nuova Costantinopoli. Perciò, il Ponte è di sinistra, anzi è quanto più di sinistra si pos- sa fare (non dire, ma fare) oggi in Italia”. Circa il rischio di infiltrazioni mafiose Merlo scrisse: “Cer- to, la mafia c’è e qualsiasi investimento corre il rischio della mafia. La verità è che la mafia si combatte con poli- zia e magistratura, con la pazienza, l’eroismo ed il rischio di impresa che è fatto di innovazione e dunque anche di ponti. I testi di morale ci insegnano del resto che l’ango- scia di essere nati può diventare forza criminale quando va verso la disoccupazione, o forza propositiva quando va verso il lavoro”. Mi rifugio in questo articolo di Merlo per trovare confor- to alle mie convinzioni che, oggi, sono arricchite da una valutazione geopolitica, sperando sempre in una “spoli- ticizzazione” del dibattito. Dopo lo sconvolgimento creato dalla guerra Russo-Ucrai- na il mondo si dovrà riassestare e trovare nuovi equili- bri. La ricostruzione di quei territori devastati richiede- rà notevoli sforzi di capitali e di risorse umane. Pertanto, per partecipare alla ricostruzione, per generosità e per convenienza, l’asse europeo si sposterà sempre più ver- so il Nord. Un bilanciamento economico e politico si potrebbe tro- vare, dando peso e valore al Mediterraneo allargato, visto come perimetro che raccoglie l’area che va dalla linea di Gibilterra al Golfo di Aden, al Medio Oriente e alla sponda Nord del nostro mare. In questa situazio- ne, il Ponte sullo Stretto, con l’interesse mondiale che genererà, sia per il forte avanzamento tecnologico che come attrazione turistica, nonché con il posizionamento del tassello mancante dello Scan–Med (corridoio scan- dinavo – mediterraneo che unisce Helsinki a Palermo), con la massa di capitali che muoverà, con l’occupazio- ne che promuoverà, con le prospettive che stimolerà per l’economia meridionale e nazionale, in termini di incremento del Pil, potrà, da asset cruciale, sostenere veramente il Paese a posizionarsi degnamente e valida- mente nel nuovo disegno europeo e nell’assestamento mondiale in corso. Ercole Pietro Pellicanò è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2004. Le sue esperienze imprenditoriali abbracciano il mondo industriale, bancario e finanziario. È stato vice presidente e amministratore delegato di MAIA SpA, azienda leader della Caterpillar. Attualmente è presidente dell’Associazione Nazionale per lo Studio dei Problemi del Credito e titolare dello Studio Pellicanò per la consulenza aziendale Il Ponte sullo Stretto, con l’interesse mondiale che genererà, sia per il forte avanzamento tecnologico che come attrazione turistica, potrà, da asset cruciale, sostenere veramente il Paese a posizionarsi degnamente e validamente nel nuovo disegno europeo in corso

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