Civiltà del Lavoro, n. 3/2024

41 FOCUS Civiltà del Lavoro | maggio • giugno • luglio 2024 quindi chiede di far fronte a un aumento della doman- da per pensioni, riescono a mantenere la popolazione in età attiva consistente e non si riduce a fronte di un aumento della popolazione anziana. La Svezia, per esempio, non andrà a peggiorare in ma- niera rilevante perché la combinazione tra natalità, che non è mai scesa troppo sotto i due figli per donna, e il contributo dell’immigrazione, fa sì che la popolazione in età attiva rimanga solida. Anche la Germania è riuscita ad invertire la tendenza negli ultimi 15 anni perché le nascite, anziché diminuire continuamente come in Italia, si sono progressivamen- te risollevate un po’. Anche l’investimento sull’immigra- zione, combinato con politiche familiari, ha fatto sì che gli immigrati, adeguatamente qualificati e formati, po- tessero entrare nel mondo del lavoro, rafforzare la po- polazione in età attiva della Germania e metterla nelle condizioni di contribuire alla natalità. Tutto questo vuol dire che la demografia non è un de- stino, che la transizione demografica non implica ne- cessariamente che i paesi occidentali debbano andare verso un declino e una riduzione del potenziale di svi- luppo. Ma l’Italia è uno dei paesi che si stanno metten- do nella condizione di maggior vulnerabilità dal punto di vista economico, perché manca una risposta all’altez- za della sfida della demografia attuale. Occorre aumentare l’investimento in invecchiamento at- tivo. È anche fondamentale fare sì che gli squilibri nelle età più giovani non siano eccessivi, che non vada troppo a ridursi la componente più giovane, e su questo abbiamo ancora margini per fare in modo che le componenti più giovani, le generazioni che nasceranno da qui al resto del secolo, non si riducano ulteriormente. La componente migratoria potrà avere una parte ri- levante, se sarà in grado di integrarsi adeguatamente. Inoltre, dovremo anche migliorare la capacità, attra- verso la conciliazione tra lavoro e famiglia, di aumenta- re l’occupazione femminile, che continua ad essere tra le più basse in Europa, e conciliarla con la possibilità di avere figli, allineare al rialzo l’occupazione femminile e fecondità. Queste sono le sfide che abbiamo davanti. FAVUZZI: “Il contributo dell’Intelligenza artificiale” Vorrei dare qualche spunto su come l’Intelligenza artificia- le (Ia) può dare una mano ad affrontare alcuni problemi il- lustrati dal professor Rosina – ha detto il Cavaliere del La- voro e Ad di Exprivia Domenico Favuzzi –. Il primo sarà il tema della mancanza dei giovani sull’economia. Sap- piamo che i giovani hanno un ruolo importante perché aiutano tutta l’economia, non solo ad innovare, ma an- che ad adattarsi alle innovazioni tecnologiche. È molto importante che, pur a fronte di una diminuzione del nu- mero dei giovani, si intervenga sul tema di quanti gio- vani passano dalla scuola secondaria all’Università, au- mentando il numero di coloro che frequentano le facoltà tecnico-scientifiche, le cosiddette Stem. Un primo utilizzo dell’Ia deve essere quello di orientare i giovani e la conoscenza del futuro del mondo del lavo- ro, supportando formatori ed educatori. L’altro tema sul quale l’Ia ci può dare una mano sarà quello di migliorare la produttività: utilizzare la tecno- logia per aumentare la produttività, sarà un aspetto importantissimo e discriminante, per esempio con l’u- tilizzo della robotica nell’assistenza alla cura delle per- sone anziane e nella gestione del sistema sanitario, dal supporto ai medici nell’elaborazione delle diagnosi alla personalizzazione dei percorsi di cura. Un altro tema è l’immigrazione: già oggi l’Ia può tradur- re tutte le lingue e può quindi facilitare l’integrazione, anche nei rapporti con la Pubblica amministrazione. L’Ia può poi facilitare l’ingresso delle donne nel mondo del lavoro. Una delle novità post Covid è stata la grande crescita del lavoro da remoto, che è un lavoro spesso di tipo asincrono che ha bisogno di una maggiore orche- strazione tra l’attività che fanno le singole persone e le esigenze dell’organizzazione. Anche qui l’Ia può ridurre i vincoli di un lavoro asincrono, soprattutto nell’ambito del lavoro di ufficio o delle tan- te attività di tipo amministrativo o di ricerca, di gestio- ne della clientela, attraverso quei sistemi di orchestra- zione del lavoro. È ovvio che l’Ia diventerà anche un fenomenale attrat- tore di forza lavoro qualificata, visto che molti dei po- chi giovani che riusciamo a laureare, scelgono di anda- re fuori dal nostro Paese a realizzare le loro aspirazioni. Questo succede anche per un ritardo in alcuni settori, in particolare nella Pa, proprio dell’avanzamento tec- nologico e del livello professionale richiesto. Utilizzare quindi sempre più tecnologia, in particolare l’Ia, sarà un modo per attrarre e tenere da noi molti dei giovani che oggi vanno all’estero. Ricordo una frase che ci accompagnerà durante il Con- vegno di Bari sul futuro del lavoro: non sarà l’Intelligen- za artificiale a sostituire l’uomo, ma saranno altri uomini che, utilizzando l’Intelligenza artificiale, potranno sosti- tuire quelli che non la utilizzeranno. DEMOGRAFIA

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