Civiltà del Lavoro, n. 3/2024
54 FOCUS Civiltà del Lavoro | maggio • giugno • luglio 2024 Persistono differenze territoriali e la filiera dell’istruzio- ne non sembra riuscire a compensare le debolezze dei contesti familiari e sociali di provenienza. Viesti ha quindi posto alcuni elementi di riflessione, come per esempio “la preparazione e motivazione degli inse- gnanti” oppure “la qualità delle stesse strutture fisiche dedicate all’istruzione”. Nel nostro Paese poi “è meno presente un ciclo terziario breve che, invece, è una del- le caratteristiche di fondo del sistema tedesco”. Qual- cosa di simile lo offrono gli Its, ma sono “ancora molto limitati nella loro dimensione”. Cruciale per le imprese è il problema del mismatch , ov- vero la “differenza fra le qualifiche e le professioni of- ferte dalle imprese e quelle domandate dai lavoratori, un fenomeno inferiore a quello di altri paesi europei ma comunque serio perché ci lascia con disoccupati che vorrebbero lavorare, da un lato, e imprese con posizio- ni scoperte, dall’altro”. Il docente ha poi invitato i Cava- lieri del Lavoro a riflettere sugli obiettivi dell’istruzione. Due le esigenze da contemperare, quella di “formazione generale, quello che si chiama ‘imparare ad imparare’”, e quella del mondo delle imprese di “una istruzione più professionalizzante”. Viesti ha poi concluso il proprio intervento anticipando alcuni dati di una ricerca che sarà presentata al Conve- gno di settembre. “Negli ultimi 15 anni le imprese italia- ne hanno fatto un recupero straordinario in termini di formazione dei dipendenti – ha sottolineato –. Lo scar- to fortissimo con le imprese spagnole, ma soprattutto con le francesi e tedesche, si è chiuso”. A questo risulta- to hanno certo contribuito le Academy, “una realtà del- la formazione sul lavoro davvero interessante”, e della quale i Cavalieri offrono ottimi esempi. FAVUZZI: “Personalizzare, la grande promessa dell’Ia” “Il settore della formazione è in una fase di forte trasformazione grazie, in particolare, alle tec- nologie di intelligenza artificia- le di tipo generativo”. Nel suo intervento il presidente Favuz- zi ha sottolineato la portata di questo cambiamento e ha pun- tualizzato come in futuro “non serviranno soltanto super tecnici in grado di sviluppare tecnologie, ma soprattutto persone che abbiano una buona competenza digitale e che possano essere in grado di utilizzare le tecnologie di Ia per svolgere al meglio il proprio lavoro”. Va tenuto presente, inoltre, che esiste un’ampia fetta di per- sone che oggi sono già nel mondo del lavoro e che hanno davanti a sé ancora alcuni decenni di attività; in virtù di que- sto vanno accompagnate in attività di reskilling e upskilling. Gli strumenti basati sulla Ia consentono nel campo del- la formazione un alto grado di personalizzazione, “so- stituendo o agevolando il lavoro che oggi un professore può fare per un’aula di 20/25 ragazzi, ognuno dei quali ha delle capacità. Se supportato dagli strumenti dell’Ia – ha affermato il Cavaliere del Lavoro – può erogare quell’at- tività di formazione in 25 modalità diverse, tenendo con- to delle specificità, del punto di partenza e delle capa- cità di ognuna delle persone. Questa è la promessa che l’Ia fa al mondo della formazione e rispetto alla qua- le sono partite tante iniziative, che coinvolgono molte startup sia a livello nazionale che a livello internazionale”. Complementare alla formazione in aula diventa quindi un altro tipo di formazione, erogata in modalità online, on demand , attraverso contenuti di diversa natura (te- sti o video) che possono essere esplorati in vario modo. Così facendo la formazione diventa “un’attività continua, che si sviluppa insieme all’attività lavorativa”. Fra gli strumenti a disposizione Favuzzi ha menzionato il sistema degli assistenti virtuali, ovvero di “tutor che possono suggerire l’interpretazione dei testi”, e i siste- mi di autovalutazione, “che possono fornire un feedback a chi vuole verificare il proprio grado di apprendimen- to”. “Il tutto – ha specificato – deve essere guidato da sistemi di tutela della privacy e della sicurezza dei dati”. Infine, fra i benefici portati dall’Ia, Favuzzi ha ricorda- to il fatto che “queste tecnologie di Ia possono agevo- lare l’equità e l’inclusione perché, sviluppando tecniche di apprendimento differenziate anche per soggetti con disabilità, possono aumentare l’inclusione sia all’interno dell’istruzione scolastica che all’interno di un’azienda”. Viesti: Sono due le esigenze da contemperare, quella di “formazione generale, quello che si chiama ‘imparare ad imparare’”, e quella del mondo delle imprese di “una istruzione più professionalizzante” Foto Giuliano del Gatto © Imagoeconomica FORMAZIONE
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