Civiltà del Lavoro, n. 3/2024

55 FOCUS Civiltà del Lavoro | maggio • giugno • luglio 2024 PONTECORVO: “L’importanza della formazione on the job ” Il presidente Pontecorvo ha dedicato il suo intervento al- la descrizione puntuale delle attività di formazione condot- te nella sua azienda, ricordan- do come nel 2023 siano sta- te ben 9.100 le ore erogate. Il programma applicato si basa su tre pilastri: “Il primo – ha spiegato il Cavaliere del La- voro – è quello degli obiettivi, cioè il lavoratore dice su cosa deve lavorare quest’an- no; il secondo sono le competenze, ovvero come deve comportarsi per ottenere risultati più efficaci; il terzo pilastro sono i piani di sviluppo, cioè le azioni di svilup- po che possono aiutarlo a raggiungere gli obiettivi”. Al termine dell’esercizio – ha proseguito Pontecorvo – il lavoratore compie una vera e propria autovalutazione, poi confronta i risultati con il suo responsabile e, alla fine, c’è una valutazione definitiva”. Schematizzando questa formula, il programma di for- mazione è articolato come segue: un 70% viene definito on the job , “cioè imparare attraverso l’esperienza quo- tidiana e l’assunzione di nuove proprie responsabilità”, un 20% si basa sul social learning , cioè “imparare attra- verso l’affiancamento o l’esempio del proprio responsa- bile superiore o dei propri colleghi”, mentre il restan- te 10% è un formal learning , “cioè un’attività di training con partecipazione a corsi o a seminari”. “Oltre a questo programma che noi definiamo bottom- up , che parte dal basso e va verso l’alto – ha raccontato Pontecorvo – ne abbiamo un altro, che invece viene de- finito top-down , cioè di sviluppo manageriale, che nasce dal fatto di doversi dare delle risposte su quali compe- tenze bisogna che l’azienda rafforzi per sviluppare e rag- giungere i propri obiettivi strategici”. “Viene quindi fatto un programma di sviluppo manageriale – ha proseguito – con la partecipazione a incontri in presenza oppure onli- ne, con una metodologia molto partecipativa che com- bina esposizioni teoriche a momenti di attività pratica”. Il passo successivo è costituito da una survey che l’azien- da effettua con la Bologna Business School, nella quale “viene sottoposto un questionario a tutti i collaborato- ri con una serie di domande in cui i dipendenti esprimo- no il proprio gradimento sul percorso di formazione”. Accanto a questo tipo di attività, “in azienda vengono programmati una serie di incontri formativi sul concet- to della diversità, sull’equità e l’inclusione”, specifican- do come non siano fatti puramente cosmetici ma veri e propri corsi attraverso i quali si cerca di creare una so- lida cultura aziendale. DE NIGRIS: “Integrare il fa- re con le mani e il fare con la tecnologia” Le rivoluzioni tecnologiche non sono tutte uguali e da questa distinzione è partito l’interven- to del presidente Armando de Nigris. Mentre infatti negli an- ni ’50 e ’60 l’adozione di elet- trodomestici come lavatrici o frigoriferi non si dimostrò particolarmente complessa – “bastava tirare una porta, un oblò, e il lavoro si compi- va” – con la digitalizzazione, e l’Ia in particolare, la que- stione è diversa. “È una battaglia o competizione, che dir si voglia, persa in partenza, a meno che non ci sia un’a- deguata istruzione e formazione” – ha commentato de Nigris, pur nella consapevolezza che i giovani che oggi frequentano le scuole medie o le superiori saranno ca- paci di affrontarla fra dieci anni. La preoccupazione del Cavaliere del Lavoro è per l’og- gi, dove le aziende sono popolate da diverse fasce d’e- tà, fra le quali è prevalente quella che va dai 35 ai 45 an- ni. “Per almeno altri vent’anni – ha spiegato de Nigris – avremo dentro questi nativi non digitali, i quali si stan- no approcciando a questo mondo solo grazie ai loro sfor- zi personali e a quelli che noi cerchiamo di portare nel- le nostre aziende”. Un altro aspetto da non sottovalutare è la forte compo- nente manifatturiera dell’industria italiana. “Siamo azien- de manifatturiere – ha sottolineato –, produciamo con le mani beni e servizi. Questo ha fatto grande il nostro Paese: l’artigianalità, l’essere artisti, essere dei manifat- Pontecorvo: Il nostro programma di formazione è articolato in tre fasi, il 70% viene definito on the job , il 20% si basa sul social learning , il 10% è un formal learning FORMAZIONE

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