Civiltà del Lavoro, n. 3/2024

7 una torrida estate. Non solo dal punto di vista climatico. Si sta alzando anche la tem- peratura politica, in tutto il globo. Gli Stati Uniti, col fallito attentato a Trump e il ritiro del presidente Biden in vista delle elezioni del 5 novembre prossimo, sono l’epicentro del tornado. Ma anche l’Europa non scherza, con le elezioni europee che hanno segna- to l’avanzata delle destre e dei popolari e alla fine hanno riconfermato la “maggioran- za Ursula” (popolari-socialisti-liberali con l’aggiunta dei Verdi) a sostegno di Ursula Von der Leyen in una Commissione che si annuncia più conflittuale. Infine, le elezioni anticipate francesi, imposte da Ma- cron, hanno arginato l’avanzata della destra lepenista, ma hanno reso difficile la creazione del governo. Il futuro politico è gravido di tensioni. Se Trump tornerà alla Casa Bianca, metterà sotto pressione i rap- porti con l’Europa: imporrà dazi sulle importazioni europee (e noi italiani esportiamo negli Stati Uniti per 60 miliardi di euro) e chiederà ai paesi europei di aumentare subito le spese per la Nato e la Difesa (e noi italiani siamo ancora all’1,44% del Pil di budget militare e raggiungere il 2% cui ci eravamo impe- gnati, comporterà maggiori spese per 10-12 miliardi di euro). Il sostegno all’Ucraina, riconfermato solennemente dalla Von der Leyen, richiederà maggiori aiuti eco- nomici e militari, a cominciare dal fondo da 40 miliardi di euro (per noi italiani sono circa tre) varato in sede Nato. Anche la politica ambientale rischia di divergere tra le due sponde dell’Atlantico: Trump ha promesso di uscire di nuovo dall’Accordo di Parigi e di riprendere le trivellazioni di petrolio in Usa per ridurre il prezzo dell’energia; Von der Leyen ha proposto un’attuazione “pragmatica e tecnologicamente neutra- le” del Green Deal europeo, sovvenzionando imprese e famiglie per i maggiori costi ambientali. Tutto ciò implicherà colossali investimenti pubblici e privati in Europa, che l’economista Giavazzi ha calcolato nell’ordine di circa mille miliardi l’anno, reperibili solo emettendo debito comune. In questo quadro, l’Italia vive una strana contraddizione: siamo uno dei paesi più stabili d’Europa, con Pil e occupazione in crescita sopra le medie europee, ma dobbiamo affrontare una difficile manovra di fi- nanza pubblica. Solo per confermare il taglio del cuneo fiscale e l’accorpamento delle prime due aliquo- te Irpef decise sconsideratamente in deficit lo scorso anno, dovremo trovare una ventina di miliardi, cui se ne aggiungono una dozzina per ridurre il deficit secondo il nuovo Patto di stabilità. Poi c’è l’aumento delle spese militari, che chiederemo di poter fare in deficit. Il buon andamento del gettito fiscale copri- rà solo una parte del fabbisogno. E certo le promesse elettorali del centrodestra per ulteriori riduzioni di tasse e aumento delle pensioni non potranno essere mantenute. Per di più, due dei tre partiti di mag- gioranza (FdI e Lega) hanno votato contro Von der Leyen all’Europarlamento, collocando di fatto il go- verno Meloni per la prima volta all’opposizione nella Ue, col rischio che ciò possa influire negativamente sulle valutazioni europee dei nostri conti pubblici, oltre che sulle competenze del nostro futuro commis- sario europeo sui contenziosi aperti con la Ue, dalle gare per i balneari alla mancata ratifica dello Sme. L’unico antidoto per compensare questi rischi è rafforzare l’economia, attuando rapidamente gli inve- stimenti del Pnrr e rilanciando quelli delle imprese, a partire da Industria 5.0, semplificando la burocra- zia e sviluppando il mercato del lavoro, obiettivo quest’ultimo cui la Federazione dei Cavalieri del Lavoro dedica il Convegno Nazionale del 14 settembre a Bari. Un’economia forte, trainata da una manifattura forte, è la migliore assicurazione contro i molti rischi del futuro. (P.M.) È Civiltà del Lavoro | maggio • giugno • luglio 2024 DOPO LE ELEZIONI EUROPEE E IN VISTA DI QUELLE AMERICANE La torrida ESTATE POLITICA EDITORIALE

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