Federazione Nazionale Cavalieri del Lavoro numero 4-5 - settembre • ottobre 2024 Periodico della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro anno LXVIII - bimestrale I CAVALIERI DEL LAVORO IN QUESTO NUMERO: Gianfranco Capua, Luigi Francavilla, Giovanni Carlo Licitra, Clara Maddalena, Valter Mainetti, Valerio Morra, Massimo Moschini LA CERIMONIA AL QUIRINALE Sergio Mattarella: Imprese motrici di benessere diffuso Maurizio Sella: Successo sia fattore di crescita sociale AGRICOLTURA DIGITALE EVOLUZIONE DEL SETTORE PRIMARIO Intervista a Massimiliano Giansanti Testimonianze dei Cavalieri del Lavoro Capua, Licitra e Morra L’EUROPA ALLA SFIDA DI TRUMP DONNA E IMPRESA Il nuovo volume della collana sulle storie di Cavalieri del Lavoro
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7 EDITORIALE L’Europa alla sfida di Trump PRIMO PIANO | Cerimonia al Quirinale 11 Imprese motrici di benessere diffuso di Sergio MATTARELLA 14 Il successo sia fattore di crescita sociale di Maurizio SELLA 16 Grazie a voi tanti investitori guardano all’Italia di Adolfo URSO 18 Gli Alfieri del Lavoro 2024 Interviste a cura di Silvia Tartamella FOCUS 1 Natura Hi-Tech Futuro agricolo 23 Innovazione in natura Intervista a Massimiliano GIANSANTI di Paolo Mazzanti Anno LXIX - n. 4-5 Civiltà del Lavoro Periodico della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro Direttore Cavaliere del Lavoro Maurizio Sella Comitato Editoriale Presidente: Cavaliere del Lavoro Francesco Rosario Averna Cavalieri del Lavoro: Alessandro Bastagli, Daniela Gennaro Guadalupi, Paolo Gentilini, Maria Luigia Lacatena, Clara Maddalena, Sebastiano Messina, Guido Ottolenghi, Debora Paglieri, Emmanuele Romanengo, Olga Urbani Hanno collaborato a questo numero i Cavalieri del Lavoro: Gianfranco Capua, Luigi Francavilla, Giovanni Carlo Licitra, Clara Maddalena, Valter Mainetti, Valerio Morra, Massimo Moschini Direttore responsabile ai fini della legge della stampa Paolo Mazzanti Direttore editoriale Franco Caramazza Coordinamento per le attività istituzionali Carlo Quintino Sella Coordinamento editoriale Cristian Fuschetto Coordinamento redazionale Paola Centi Redazione Flaminia Berrettini, Clara Danieli, Cristian Fuschetto, Brunella Giugliano, Giovanni Papa, Silvia Tartamella Progetto grafico Marco Neugebauer e Roberto Randi (thesymbol.it) Impaginazione Emmegi Group Srl Via F. Confalonieri 36 - 20124 Milano Concessionaria Pubblicità Confindustria Servizi SpA Viale Pasteur, 6 – 00144 Roma Tel. 06 5903263 [email protected] Stampa Arti Grafiche Boccia SpA Via Tiberio Claudio Felice, 7 – 84131 Salerno Foto 123RF, AGF, Stefano Guidoni, Imagoeconomica, Shutterstock Foto di copertina: Vector Leart @ Shutterstock Gli inserzionisti di questo numero Assicurazioni Generali, Allied International, Banca Finint, Banca Intesa Sanpaolo, Banca Popolare Sondrio, Birra Forst, Bracco, Brunello Cucinelli, Enel, Ferrari F.lli Lunelli, Fiasconaro, Gruppo De Nigris, Hotel Villa D’Este, Inaz, La Scolca, Pastificio De Cecco, Streparava Holding Autorizzazione Tribunale di Roma n. 4845 del 28-9-1955 Autorizzazione per il web Tribunale di Roma n. 294/2013 Finito di stampare l’11 novembre 2024 [email protected] CIVILTÀ DEL LAVORO 4-5 - 2024 Federazione Nazionale Cavalieri del Lavoro numero 4-5 - settembre • ottobre 2024 Periodico della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro anno LXVIII - bimestrale I CAVALIERI DEL LAVORO IN QUESTO NUMERO: Gianfranco Capua, Luigi Francavilla, Giovanni Carlo Licitra, Clara Maddalena, Valter Mainetti, Valerio Morra, Massimo Moschini LA CERIMONIA AL QUIRINALE Sergio Mattarella: Imprese motrici di benessere diffuso Maurizio Sella: Successo sia fattore di crescita sociale AGRICOLTURA DIGITALE EVOLUZIONE DEL SETTORE PRIMARIO Intervista a Massimiliano Giansanti Testimonianze dei Cavalieri del Lavoro Capua, Licitra e Morra L’EUROPA ALLA SFIDA DI TRUMP DONNA E IMPRESA Il nuovo volume della collana sulle storie di Cavalieri del Lavoro
27 La sfida di Agritech Center A colloquio con Matteo LORITO di Paolo Mazzanti 31 Il potenziale Africa Intervista a Massimo DAL CHECCO di Silvia Tartamella 34 Dal frutto al succo di Gianfranco CAPUA 36 Cambiare i processi per un futuro sostenibile di Giovanni Carlo LICITRA 38 Meccatronica e agricoltura, dialogo proficuo di Valerio MORRA CONVEGNO NAZIONALE 2024 43 Traiettorie per lo sviluppo 49 I keynote speaker delle 3 sessioni Demografia, tecnologia, formazione 53 Demografia. Ricette contro la denatalità 57 Tecnologia. Tra Intelligenza artificiale e … umana 65 Formazione. Più competenze per la doppia transizione FOCUS 2 Le Academy dei Cavalieri del Lavoro Formazione dalle aziende 71 Ecosistema “Leonardo” di Luigi FRANCAVILLA 74 Oltre le competenze di Clara MADDALENA 76 Cultura del costruire di Valter MAINETTI VITA ASSOCIATIVA 80 L'Assemblea L'impegno dei Cavalieri del Lavoro per la crescita del Paese 82 Innovazione e finanza. La lectio di Paolo Savona MOSTRE / LIBRI 84 Reinventare la fabbrica Moschini, un’opera di Paci per i 100 anni 87 “Donna e Impresa” Storie di imprese e di Cavalieri del Lavoro 91 Alberto Masotti La nostra perla
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LE SCELTE ECONOMICHE E GEOPOLITICHE DEL NUOVO PRESIDENTE L’EUROPA ALLA SFIDA di Trump 7 a 25 a 35 miliardi: è quanto, a spanne, potrebbe costarci la presidenza di Donald Trump, che il 20 gennaio tornerà trionfalmente alla Casa Bianca con un potere assai maggiore rispetto al suo primo mandato. Oggi, infatti, controlla anche il Senato, la Camera dei Rappresentanti e la Corte Suprema, dove i giudici da lui nominati tra il 2016 e il 2020 sono in maggioranza. Con questo enorme potere, con meno vincoli e contrappesi, Trump potrà realizzare il suo programma che prevede dazi tra il 10 e il 20% sulle importazioni europee (e tra il 60 e il 200% su quelle dalla Cina) e la richiesta ai paesi europei di contribuire di più ai costi della sicurezza e della Nato, portando le loro spese per la difesa al 2-2,5%. Per noi italiani questo significherebbe dazi da 6 a 12 miliardi sui 60 miliardi di export verso gli Stati Uniti, più una quota dei dazi sui 140 miliardi di export verso gli Usa dalla Germania che utilizzano componenti italiane; e un maggior costo per la difesa tra i 10 e i 20 miliardi l’anno. Così si arriva alla stima di 25-35 miliardi. Oltre ai costi, ci saranno anche dei benefici? Questo dipende da quanto Trump riuscirà a realizzare delle sue promesse “geopolitiche”. Aveva detto che in caso di ritorno alla Casa Bianca avrebbe fatto finire la guerra russo-ucraina in 24 ore. Sembra tuttavia difficile che possa imporre un cessate il fuoco. In Medio Oriente Trump sostiene più di Biden il governo Netanyahu, che “dovrebbe finire il lavoro”: anche a costo di una guerra aperta con l’Iran, che finirebbe per coinvolgere gli Stati Uniti e sconvolgere il mercato del petrolio facendo schizzare i prezzi dell’energia e l’inflazione? Lo vedremo. Nel frattempo, le incognite economiche e geopolitiche della presidenza Trump e il ruolo sempre più ampio del gigante Cina dovrebbero spingere l’Europa ad aumentare la sua “autonomia strategica”, seguendo le indicazioni del Rapporto Draghi sulla competitività e del Rapporto Letta sul completamento del mercato unico. Ci vorrebbe, insomma, un’Europa più unita e più forte, quindi disposta ad investire massicciamente sulla propria industria, sulla propria tecnologia, sulle proprie infrastrutture, sulla propria difesa, ricorrendo anche al debito comune per aumentare il proprio bilancio, che è oggi poco più 1% del Pil europeo contro il 20% del bilancio federale americano rispetto al Pil Usa. Gli Stati europei sapranno rispondere alla sfida? O si faranno ammaliare dalla sirena trumpiana, che non ama l’Unione europea e preferisce i rapporti bilaterali con i singoli Stati, praticando il vecchio principio del “divide et impera”? In questa partita il nostro governo può giocare un ruolo importante e dovrà scegliere se impegnarsi a rafforzare l’Unione europea. Anche gli imprenditori europei e italiani possono svolgere un ruolo importante per stimolare i governi a fare le scelte giuste. Al Maga (Make American Great Again) di Trump, si può rispondere col Mega (Make Europe Great Again) oppure accettando un ruolo subalterno di vassalli divisi e litigiosi alla corte del nuovo signore della Casa Bianca. A noi la scelta. (P.M.) D Civiltà del Lavoro | settembre • ottobre 2024 EDITORIALE
PRIMO PIANO Civiltà del Lavoro | settembre • ottobre 2024 PRIMO PIANO 8 Cerimonia al QUIRINALE Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Presidente della Federazione Maurizio Sella, il Ministro Adolfo Urso con i nuovi Cavalieri del Lavoro nominati nel 2024
9 Civiltà del Lavoro | settembre • ottobre 2024 “I Cavalieri del Lavoro sono interpreti della funzione sociale dell’impresa”. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha così sottolineato il valore dell’onorificenza e in occasione della cerimonia tenuta al Quirinale lo scorso 30 ottobre 2024. “È la consapevolezza di questa responsabilità che rende gli operatori economici partecipi del compito e della responsabilità di dirigere il Paese”. Seguono i discorsi del Presidente Mattarella, del Presidente della Federazione Maurizio Sella, del Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, le interviste a quattro Alfieri del Lavoro e l’elenco completo con le schede degli Alfieri del Lavoro 2024
11 Civiltà del Lavoro | settembre • ottobre 2024 PRIMO PIANO l saluto più cordiale a tutti i presenti e, particolarmente, ai nuovi Cavalieri del Lavoro, che hanno appena ricevuto le insegne a coronamento dell’impegno dispiegato per la crescita delle loro aziende e, allo stesso tempo, per lo sviluppo economico e per quello sociale del nostro Paese, accrescendo il prestigio dell’Italia nel mondo. Un augurio, con grande calore, agli Alfieri del Lavoro che hanno conseguito negli studi risultati di eccellenza, come abbiamo ascoltato. Davanti a loro si apre adesso il cammino universitario. Saranno, certamente, anni che ricorderete con entusiasmo. Anni di studio e di impegno. E, insieme, di crescita e di costruzione del vostro futuro. È un aspetto felice di questa cerimonia l’incontro tra donne e uomini che hanno avuto successo nell’attività imprenditoriale, che hanno innovato e han creato lavoro, e giovani che si sono distinti nella scuola e rappresentano – insieme a tanti altri che hanno ben studiato - una promessa per il domani della nostra comunità nazionale. Successi e promesse riguardano, ovviamente, le biografie di ciascuno, e, tuttavia, l’incontro tra generazioni pone in rilievo suoi riflessi sociali: pone anzitutto in evidenza il valore di esempio, di dialogo, di aiuto nella formazione, di messa in comune delle conoscenze e delle esperienze. Si riflette meno del dovuto sulle conseguenze per le giovani generazioni delle impetuose trasformazioni del nostro tempo e degli squilibri che rischiano di penalizzare il tempo che vivranno. Certo, eventi straordinari come le guerre, le pandemie, le catastrofi naturali, possono intervenire, deviando il corso della storia, ma l’investimento sui giovani, rappresenta semplicemente il futuro. Appare singolare che l’innalzamento della vita e delle sue aspettative, e quello dell’età media della popolazione, conseguenza, questo aspetto, dell’inverno demografico, si traducano in un più lento, e sovente più arduo, inserimento nella società, nel mondo del lavoro. Nella fascia d’età compresa tra i 20 e i 34 anni lo scarto sul mercato del lavoro rispetto alla media dell’Unione europea è di 13 punti percentuali a danno dei giovani italiani. Questo squilibrio accresce i rischi di emorragia verso l’estero di energie preziosissime. Non sono gli egoismi e le chiusure a promuovere e governare crescita e progresso. Vorrei dire ai giovani: prendetevi il futuro. Non è un gesto di egotismo. Al contrario, è risposta all’appello alla responsabilità e all’impegno. I Cavalieri del Lavoro sono interpreti della “funzione sociale” dell’impresa. Ce lo ricordano, nella Costituzione, gli articoli 41, 42 e 46, nel ribadire la libertà di iniziativa economica e il ruolo dei lavoratori nel collaborare alla gestione delle aziende “ai fini dell’elevazione economica e sociale del lavoro”. Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica I di Sergio MATTARELLA Imprese motrici di BENESSERE DIFFUSO
12 PRIMO PIANO Civiltà del Lavoro | settembre • ottobre 2024 Poc’anzi lo affermava il Presidente Sella: i Cavalieri del Lavoro sono indicati alla considerazione pubblica non soltanto per i meri risultati aziendali. Le aziende, le realtà produttive, sono motrici di un benessere ampio delle famiglie, sviluppano filiere, fanno crescere territori. È la consapevolezza di questa responsabilità che rende gli operatori economici partecipi del compito e della responsabilità di dirigere il Paese. La vivacità delle imprese e la loro capacità di affrontare le sfide del mercato, anche nelle condizioni mutevoli e difficili di questi ultimi anni, ci ha permesso di riprenderci dopo la stagione delle crisi finanziarie e dopo la grande battuta d’arresto conseguente alla pandemia da Covid. L’Italia è tornata a crescere. Se consideriamo gli ultimi cinque anni, il Pil nazionale è aumentato percentualmente più di quelli francese e tedesco. L’occupazione cresce, e così i contratti di lavoro a tempo indeterminato. Le esportazioni italiane continuano a registrare dati positivi, a sostegno del prodotto nazionale. Merito ulteriore di quelle aziende che sono state capaci di affrontare i rischi e le opportunità della globalizzazione. I dati di Bankitalia certificano un balzo del nostro Paese: la posizione netta sull’estero, a giugno di quest’anno, era creditoria per circa 225 miliardi di euro. Una dimensione enorme: il 10,5% del Pil. Irragionevole che non venga notato dalle agenzie di rating nel valutare prospettive e affidabilità dell’economia italiana. Questa la nostra posizione patrimoniale. “Un segno di forza”, l’ha definita il governatore della Banca d’Italia nella sua ultima relazione. E il merito è delle imprese, dei capitani d’impresa, dei loro collaboratori, insieme alle lavoratrici e ai lavoratori che in esse operano. Questo conferma, peraltro, quanto vitale sia per l’Italia l’apertura dei mercati e delle relazioni commerciali. Muoviamo dalla scelta europeista, che ci consente di partire da un mercato di circa 450 milioni di persone, lasciando alle spalle politiche protezionistiche o, peggio, autarchiche, di controllo dirigista. Bisogna proseguire su questa strada: integrare meglio l’economia europea, con l’unione bancaria, con una politica comune di bilancio, con investimenti per l’innovazione, affrontando i temi fiscali. Le imprese ne sono consapevoli. Le imprese costituiscono una frontiera dell’Italia di domani. Alle istituzioni e alle politiche pubbliche competono scelte importanti per colmare ritardi accumulati nel tempo: a cominciare dalla produttività, dal funzionamento della Pubblica amministrazione, dalle riforme necessarie per far crescere le opportunità. Generare ricchezza è funzione sociale. Alimentare un benessere diffuso è supporto alla democrazia e alla coesione
13 Civiltà del Lavoro | settembre • ottobre 2024 PRIMO PIANO Il Piano nazionale di Ripresa e resilienza è un’occasione straordinaria e, come tale, va colta appieno. Sono progetti propulsori, di integrazione e di fiducia tra i cittadini europei, per porci in sintonia con le scelte cui concorriamo nelle istituzioni comunitarie. Anche alle imprese viene chiesto di fare la parte propria, di accompagnare l’impegno comune con investimenti, ricerca, innovazione. L’Italia non è seconda ad alcuno se – dato del 2021 – si registravano, nelle fabbriche, 13,4 robot ogni mille addetti, rispetto ai 12,6 in Germania e ai 9,2 della Francia. Occorre perseverare nella lungimiranza, con il coraggio di disegnare il domani. Il domani, non soltanto il presente. Lo sviluppo passa dalla sostenibilità. L’Europa può porsi come modello produttivo a livello globale. Sviluppare sostenibilità e guardare alla qualità è misura esigente di una civiltà europea che non voglia essere posta ai margini. Una migliore qualità dello sviluppo consolida il progresso del nostro modello sociale. E anche del modello democratico. Lo evocava poc’anzi il Presidente Sella: principi democratici e progresso economico si tengono uniti. È stata una grande lezione del Presidente Einaudi, del quale celebriamo i 150 anni dalla nascita. La credibilità delle istituzioni passa dalla partecipazione e dalla condivisione di un livello di vita dignitoso. Perché sostenibilità non è solo l’obiettivo indispensabile della neutralità climatica. Sostenibilità significa anche operare per evitare che le trasformazioni del modello produttivo e di consumo creino fratture profonde nel tessuto sociale, pronte a trasferirsi nel tessuto civile della comunità. È il tema di un nuovo welfare che sappia confermare la universalità dei diritti sociali affermati dalla Costituzione. In ogni Paese, il capitale sociale si nutre in maniera prevalente del capitale umano che lo abita, delle persone. Le imprese sono le prime a sapere quanto le capacità creative, la laboriosità del capitale umano, siano preziose, perché da questo dipende la loro competitività e quella del sistema Paese. Rispettare, far crescere le persone, è garanzia di progresso. Formazione e lavoro – anche va sottolineato – per ciò che riguarda la sicurezza – vanno di pari passo. Siete partiti da lontano, con l’esperienza del Collegio Universitario Lamaro Pozzani, divenuto anche opportunità formativa per i Maestri del Lavoro. Adesso le Academy aziendali, utili strumenti di formazione permanente. Il successo delle imprese italiane è un valore per la comunità nazionale. Generare ricchezza è funzione sociale. Alimentare un benessere diffuso è supporto alla democrazia, alla coesione. Il lavoro è strumento possente di integrazione e penso ai tanti immigrati e alle necessità del mondo produttivo. Le imprese possono recare consistenza su questo terreno, spesso preda di paure irrazionali se non di eccitate fobie. Nella concretezza del produrre e nella socialità del lavoro avete recato molto all’Italia. Le storie di impresa di cui siete protagonisti e siete espressione sono motivo di riflessione e di ispirazione. La Repubblica vi è riconoscente. Siamo tutti certi che andrete ancora avanti nel senso di marcia dello sviluppo e del progresso. Auguri!
14 PRIMO PIANO Civiltà del Lavoro | settembre • ottobre 2024 per me un grande onore essere qui, al cospetto dei neo Cavalieri del Lavoro, donne e uomini che con tenacia, passione e visione hanno contribuito al progresso del Paese. Oggi, infatti, celebriamo non solo l’affermazione dei singoli, ma il valore dell’onorificenza, basata sul successo imprenditoriale come fattore di crescita economica, sociale e di benessere diffuso. Il Presidente della Repubblica – che ringrazio – nel conferire oggi la prestigiosa onorificenza, ci indica alla considerazione pubblica, legando al valore del merito i nostri nomi, quelli di voi neo Cavalieri del Lavoro e quelli di voi Alfieri del Lavoro, giovani brillanti selezionati tra i venticinque migliori studenti d’Italia. Sul lavoro, istitutivo del nostro Ordine, mi permetto di riprendere una frase pronunciata da Lei, Signor Presidente, nel suo intervento per la Festa del Primo Maggio a Cosenza: “Il lavoro è legato in maniera indissolubile alla persona e alla sua dignità. E proprio la connessione con la realizzazione della personalità umana conferisce al lavoro un significato ben più grande di un bene economico. Il lavoro è infatti elemento costitutivo del destino comune”. Queste sue parole indicano il lavoro come elemento fondativo della nostra comunità. E allora la domanda è: come possiamo migliorare le forme e l’organizzazione del lavoro per riuscire a ottenere maggiore gratificazione come “persone” e contribuire a far progredire il nostro “destino comune”? Lo possiamo fare grazie all’impegno assoluto, al lavoro, alla dedizione, al sacrificio, alla passione che alimentano il sacro fuoco del nostro essere imprenditori. Molti Cavalieri del Lavoro, laureati o non laureati (e non si registra una predominanza di laureati), hanno fatto la gavetta, cioè hanno iniziato a lavorare dalle mansioni più semplici, che non è affatto una diminuito, ma una condizione che consente di raggiungere con più efficacia il successo. È ciò che abbiamo imparato nel tempo a dare nutrimento e forza al successo di domani. A differenza di altri settori, l’ascensore sociale nel mondo imprenditoriale è molto forte. Maurizio Sella, Presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro Il successo sia fattore di CRESCITA SOCIALE È di Maurizio SELLA Principi democratici e progresso economico si tengono tra loro uniti. Il miracolo economico italiano del secondo dopoguerra è figlio di un Paese che torna alla libertà e rifiuta il dirigismo
15 Civiltà del Lavoro | settembre • ottobre 2024 Se si vuole creare qualcosa di importante e farla durare, passione e intuito possono tuttavia non bastare. Serve un terzo elemento: l’etica. Solo se si agisce mossi da questa fonte di energia positiva, se si fa buona impresa, è possibile andare lontano. “Morality is longevity”. L’attuale contesto internazionale pone sfide – geopolitiche, tecnologiche, energetiche, e qui sta la chiave più importante, di mercato e di sostenibilità – che alcuni settori produttivi non possono affrontare singolarmente. Occorre cooperazione tra gli Stati per poter dare aiuti concreti. E ciò è vero soprattutto per i Paesi che fanno parte dell’Unione europea, che possono immaginare un percorso di crescita duratura solo nel quadro di una sempre più solida integrazione comunitaria. Come ha messo ottimamente in evidenza anche Mario Draghi nel rapporto sul “Futuro della competitività europea”, è necessario accelerare lungo la strada della ricerca tecnologica. Conoscenza e ricerca rappresentano inoltre fattori essenziali anche per rispondere alla sfida ambientale. La produzione e il consumo di energia non possono che trovare nella sostenibilità il proprio comune denominatore. Ignorarlo condurrebbe a pagare in futuro costi economici e sociali ben superiori rispetto a quelli richiesti oggi. Assistiamo al passaggio da un modello in cui c’era prima la formazione e poi il lavoro, a un modello in cui per tutta la vita e per tutte le età diventa necessaria una formazione permanente. Come Cavalieri del Lavoro è forte il nostro impegno. Uno studio sulle oltre 50 Academy dei Cavalieri del Lavoro, ha messo in luce come queste rappresentino veri e propri centri di eccellenza promossi dalle imprese per lo sviluppo delle competenze. Un’attenzione del tutto particolare per la nostra competitività – oltre che per una evidente questione civile – merita il tema della partecipazione femminile al mondo del lavoro. In Italia abbiamo avuto importanti esempi di grandi figure femminili alla guida di attività imprenditoriali. Quest’anno ricorre il 60° anniversario dalla nomina della prima donna insignita Cavaliere del Lavoro, Gilberta Gabrielli Minganti, imprenditrice metalmeccanica di Bologna. Per celebrare questo anniversario la Federazione ha realizzato un volume dedicato alle donne insignite nel Novecento: “Donna e Impresa. Storie di Cavalieri del Lavoro”. Sono storie imprenditoriali che fotografano la trasversalità e l’ampiezza di un potenziale prezioso. Non esiste buon lavoro se non viene garantita la sicurezza dei luoghi dove il lavoro viene esercitato. La sicurezza sul lavoro è un valore etico, morale e imprenditoriale irrinunciabile. Ed è anche un forte fattore di competitività e non un costo per le aziende. Come Federazione avvieremo presto una collaborazione con l’Inail allo scopo di affermare la cultura della sicurezza come elemento coessenziale all’attività imprenditoriale di successo. Signor Presidente, Principi democratici e progresso economico si tengono tra loro uniti. Il miracolo economico italiano del secondo dopoguerra, alla cui realizzazione tanto contribuì la figura di Luigi Einaudi, che qui intendo ricordare, è figlio di un Paese che torna alla libertà, che rifiuta il dirigismo e il protezionismo, che riconosce il diritto di voto alle donne, e quindi allarga i diritti, che si fa promotore di un processo di integrazione tra le nazioni d’Europa. Concludo. Solo chi ha contribuito per un periodo significativo – la legge indica almeno 20 anni – con autonoma responsabilità e specchiata condotta alla crescita del Paese e al benessere della collettività, può ambire a questo titolo di Cavaliere del Lavoro. Attraverso le vostre imprese, avete scritto storie straordinarie. Da oggi siete chiamati dalla Repubblica a continuare a fare da esempio, a sviluppare con ancora maggiore successo le vostre attività e contribuire ulteriormente alla crescita del Paese. Mi permetto di ricordare le sue parole pronunciate lo scorso anno Signor Presidente. “Le imprese – con il lavoro, le competenze, le tecnologie che valorizzano – partecipano a pieno titolo alla dirigenza di un Paese. Concorrono a indicare il senso di marcia”. Facciamo nostre queste parole e l’auspicio che rivolgo a voi e a tutti gli altri Cavalieri del Lavoro è che sappiate essere di ispirazione per unire tutti coloro che credono nel lavoro come fondamento della dignità e del progresso umano. Siate all’altezza di continuare, come i vostri predecessori, a praticare e a “indicare il senso di marcia”. Grazie per l’attenzione. PRIMO PIANO La produzione e il consumo di energia non possono che trovare nella sostenibilità il proprio comune denominatore. Ignorarlo ci condannerebbe a pagare costi ancora più elevati
16 PRIMO PIANO Civiltà del Lavoro | settembre • ottobre 2024 un’occasione propizia, quella della Cerimonia odierna, per considerare gli elementi costitutivi della relazione tra il nostro sistema produttivo e la vita complessiva della nostra Nazione. L’altissima onorificenza da voi guadagnata lavorando con sacrificio nelle vostre comunità aziendali e scolastiche ci rimanda ad una verità essenziale in tutti gli ambienti sociali e professionali: sono sempre le persone a fare la differenza. Tanto più all’interno di un modello produttivo come quello italiano che qualche autorevole interprete identifica attraverso 3 parole chiave: il bello, il buono e il ben fatto, a cui oggi dobbiamo aggiungere sostenibile. Sostenibile sul piano ambientale, sociale, produttivo. L’impresa italiana è sempre più contenuta da 4 i: identità, innovazione, istruzione e internazionalizzazione. L’impresa Italia. Il Made in Italy è questa straordinaria miscela etica ed estetica dei fattori della produzione, che ci rende riconoscibili ed unici sui mercati globali. L’italian style, un fenomeno culturale prima ancora che economico, il motivo principale del successo delle nostre, delle vostre imprese nel mondo. Questo stile è figlio di un modello di capitalismo ad alta intensità umana, che è fatto di tradizioni familiari, di valori profondi e di comunità radicate nella varietà dei territori, di leadership creative e lungimiranti. Voi ne siete i testimoni diretti, cari Cavalieri, e con le vostre biografie incarnate l’art. 41 della Costituzione il cui dettato coordina in modo vincolante la libera iniziativa economica privata con la sua utilità sociale. Nel caos crescente del nostro tempo questo modello, forte e resiliente per sua stessa natura, ha comunque bisogno di essere tutelato da una politica industriale avvertita in modo corale da tutta la comunità produttiva nazionale e pienamente partecipe della strategia della nostra Europa. In questa logica il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha di recente presentato al Cnel il libro verde per una nuova strategia di politica industriale per l’Italia, con l’intento di rilanciare, dopo molti anni, un ampio dibattito pubblico per la costruzione di una politica industriale condivisa, capace di centrare le sfide della transizione geopolitica, digitale e ambientale senza perdere la sua identità racchiusa nel Made in Italy. Una consultazione che spero possa essere proprio raccolta da voi con la vostra espe- Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy È di Adolfo URSO GRAZIE A VOI tanti investitori guardano all’Italia Con le vostre biografie incarnate l’articolo 41 della Costituzione, il cui dettato coordina in modo vincolante la libera iniziativa economica privata con la sua utilità sociale
17 Civiltà del Lavoro | settembre • ottobre 2024 PRIMO PIANO rienza e dai nuovi Alfieri con la loro visione. In altri termini si tratta di rielaborare il ruolo dello Stato nell’economia, adattando obiettivi e strumenti allo spirito dei tempi, come tutte le democrazie occidentali stanno cercando di fare da alcuni anni. Si pensi ad esempio all’approvvigionamento stabile e sicuro di beni comuni necessari alla competitività delle imprese, agli interventi sempre più frequenti per porre rimedio ai fallimenti di mercato, all’azione per tutelare il Paese dalla minaccia di investimenti predatori riguardanti asset di particolare valenza tecnologica. Si pensi soprattutto alla questione energetica che proprio la guerra della Russia in Ucraina ha imposto nella sua drammaticità. Occorre garantire energia a costi compatibili che solo il nucleare, accanto all’energia rinnovabile, può garantire. Serve uno Stato stratega, né mercatista né dirigista, che abbia certamente il senso della realtà, ma anche quello del potenziale ancora inespresso della nostra economia, quindi della nostra società. I governi e gli stati possono e devono fare di più per accompagnare la crescita del sistema economico, senza che questo significhi in alcun modo una surrogazione dell’iniziativa privata che oggi qui noi esaltiamo. Essa rimane imprescindibile e dipende in ultima analisi dal carattere di chi la pone in essere, come voi ci insegnate con il vostro esempio. Per dirla con uno dei padri della teoria del management Peter Ferdinand Drucker: “Dietro ogni impresa di successo c’è qualcuno che ha preso una decisione coraggiosa”. Nulla potrà mai sostituire questo coraggio attorno al quale si creano le imprese e si coalizzano volontà e intelligenze di donne e uomini e anche nell’impresa più tradizionale e più stabile nel tempo ciascuna generazione aggiunge qualcosa di suo, un suo atto di coraggio, una qualche discontinuità con la quale segna inesorabilmente il proprio contributo attivo e autonomo allo sviluppo dell’azienda, tanto più in un’epoca con fortissime spinte all’innovazione come quella attuale. L’Italia non è solo la culla di una tradizione millenaria, è anche la patria di grandi innovatori, di ingegni che hanno cambiato il corso della storia. Deve diventare sempre più attrattiva come incubatore di idee, progetti, di intuizioni che diventano imprese. Anche per questo che grazie al vostro impegno sono tanti gli investitori che guardano sempre più al nostro Paese. Sono certo che in questa onorificenza Cavalieri del Lavoro e giovani Alfieri saprete trovare ulteriori motivazioni alla vostra azione quotidiana e che questo produrrà nuovi benefici per tutta la comunità nazionale. Vi ringrazio per quello che avete fatto e che farete per il nostro amato Paese. Congratulazioni affettuose a tutti voi. Serve uno Stato stratega, né mercatista né dirigista, che abbia certamente il senso della realtà, ma anche quello del potenziale ancora inespresso della nostra economia
18 PRIMO PIANO Civiltà del Lavoro | settembre • ottobre 2024 Giovanni Antonucci Diploma Scientifico (Lode) – Liceo Scientifico “Galileo Galilei” di Bitonto (BA) Media quadriennio: 10 Scelta: Fisica, Università di Pisa – Scuola Normale Superiore di Pisa Mauro Alberto Avigliano Diploma Scientifico (Lode) – Istituto di Istruzione Superiore “G. Solimene” di Lavello (PZ) Media quadriennio: 9,96 Scelta: Fisica, Università di Pisa Alessandro Bastarelli Diploma Tecnico Relazioni Internazionali (Lode) – Istituto Tecnico Economico “Carducci – Galilei” di Fermo Media quadriennio: 9,96 Scelta: Lettere, Arte e Archeologia, Università di Ferrara Francesca Bianchessi Diploma Liceo Internazionale (Lode) – International School of Milan (MI) Media quadriennio: 9,97 Scelta: Economia, University College London (Londra) Gabriele Sebastiano Cristaudo Diploma Scientifico (Lode) – Liceo Scientifico “Galilei” di Catania Media quadriennio: 10 Scelta: Fisica, Università di Padova – Collegio Universitario Don Nicola Mazza Luca De Masi Diploma Scientifico (Lode) – Liceo Scientifico “De Giorgi” di Lecce Media quadriennio: 10 Scelta: Chimica, Università di Pisa – Scuola Normale Superiore di Pisa Alessandro Vincenzo De Vita Diploma Scientifico (Lode) – Istituto Sacro Cuore di Gesù di Siena Media quadriennio: 10 Scelta: Fisica, Università “La Sapienza” di Roma Franco Della Negra Diploma Scientifico (Lode) – Liceo Scientifico “G. Marinelli” di Udine Media quadriennio: 10 Scelta: Informatica, Università “La Sapienza” di Roma – Collegio Universitario dei Cavalieri del Lavoro “Lamaro Pozzani” Domenico Di Cristofano Diploma Classico (Lode) – Istituto di Istruzione Superiore “Vittorio Emanuele II” di Lanciano (CH) Media quadriennio: 9,95 Scelta: Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano Maria Di Mauro Diploma Scientifico (Lode) – Liceo Scientifico “E. Fermi” di Aversa (CE) Media quadriennio: 10 Scelta: Ingegneria Aerospaziale, Università “Federico II” di Napoli Daniele Maria Falciglia Diploma Scientifico (Lode) – Istituto di Istruzione Superiore “Majorana – Cascino” di Piazza Armerina (EN) Media quadriennio: 10 Scelta: Lettere Classiche, Università “La Sapienza” di Roma – Collegio Universitario dei Cavalieri del Lavoro “Lamaro Pozzani” ALFIERI DEL LAVORO 2024 Istituito dalla Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro nel 1961, in coincidenza con il centenario dell’Unità d’Italia e il sessantenario dell’Ordine “al Merito del Lavoro”, il Premio Alfieri del Lavoro è il riconoscimento che ogni anno il Presidente della Repubblica assegna ai migliori studenti d’Italia, in occasione della cerimonia per i 25 nuovi Cavalieri del Lavoro. Un titolo che istituisce un legame simbolico tra le generazioni, sottolineando l’impegno e i risultati raggiunti dagli uni negli studi, dagli altri nel lavoro. Gli studenti vengono scelti, non più di uno per provincia, fra i migliori segnalati dai presidi delle scuole di tutta Italia e devono avere riportato la votazione minima di 9/10 al diploma di licenza media, almeno 8/10 di media per ciascuno dei primi quattro anni della scuola superiore e la votazione di 100/100 all’esame di Stato
19 Civiltà del Lavoro | settembre • ottobre 2024 PRIMO PIANO Camilla Fezzi Diploma Classico (Lode) – Istituto “Alle Stimate” di Verona Media quadriennio: 10 Scelta: Bioingegneria e Biologia molecolare, Caltech – California Institute of Technology (Usa) Gabriele Garofalo Diploma Classico (Lode) – Liceo Classico “B. Telesio” di Cosenza Media quadriennio: 10 Scelta: Lettere Cristiane e Classiche, Università Pontificia Salesiana di Roma Elisa Ipektchi Diploma Scientifico (Lode) – Liceo Scientifico “Blaise Pascal” di Pomezia (RM) Media quadriennio: 9,98 Scelta: Medicina e Chirurgia High Technology, Università “La Sapienza” di Roma Giovanni Lo Schiavo Diploma Classico (Lode) – Liceo CLassico “T. Tasso” di Salerno Media quadriennio: 10 Scelta: Ingegneria aerospaziale, Università di Napoli “Federico II” Victoria Moranduzzo Diploma Scienze Umane (Lode) – Istituto “Sacro Cuore” di Trento Media quadriennio: 10 Scelta: Medicina e Chirurgia in lingua inglese, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma (sede di Bolzano) Lorenzo Murace Diploma Scientifico (Lode) – Liceo Scientifico “Copernico” di Bologna Media quadriennio: 10 Scelta: Ingegneria biomedica, Università di Bologna – Collegio Superiore dell’Università di Bologna Alessio Neri Diploma Scientifico (Lode) – Istituto di Istruzione Superiore “Enrico Mattei” di Rosignano Marittimo (LI) Media quadriennio: 10 Scelta: Medicina e Chirurgia, Università di Pisa – Scuola Superiore Sant’Anna Chiara Pirazzini Diploma Artistico (Lode) – Liceo Artistico “Nervi – Severini” di Ravenna Media quadriennio: 10 Scelta: Filosofia, Università di Bologna Francesca Carla Prato Diploma Scientifico – Istituto Sociale di Torino Media quadriennio: 9,82 Scelta: Giurisprudenza, Università di Torino Alessandro Serafini Diploma Tecnico Informatica (Lode) – Istituto di Istruzione Superiore Minerario “Asproni – Fermi” di Iglesias (SU) Media quadriennio: 9,96 Scelta: Informatica, Università di Cagliari Matteo Severgnini Diploma Scientifico (Lode) – Istituto di Istruzione Superiore “Racchetti – da Vinci” di Crema (CR) Media quadriennio: 10 Scelta: Fisica, Università Statale di Milano Isabella Solari Diploma Scienze Umane (Lode) – Liceo “G. Peano” di Tortona (AL) Media quadriennio: 9,81 Scelta: Lettere moderne, Università di Pavia Simona Taddeo Diploma Tecnico Grafica (Lode) – Istituto di Istruzione Superiore “G. Salvemini” di Fasano (BR) Media quadriennio: 10 Scelta: Progettazione Artistica e per l’Impresa, Accademia delle Belle Arti di Lecce Sofia Vari Diploma Classico (Lode) – Istituto di Istruzione Superiore “Dante Alighieri” di Anagni (FR) Media quadriennio: 9,98 Scelta: Economia e Management, Università Luiss Guido Carli di Roma
20 PRIMO PIANO Civiltà del Lavoro | settembre • ottobre 2024 FRANCO DELLA NEGRA Informatica Il momento più bello della sua giornata al Quirinale. Ce lo racconta? Senza dubbio la salita al podio. Realizzare che quel momento è il coronamento di un percorso, e una base per il successivo, riempie sicuramente di gioia, oltre che di un senso di responsabilità; e incontrare Mattarella di persona è un’emozione indescrivibile. Frequenta informatica alla Sapienza ed è uno dei nuovi allievi del Collegio “Lamaro Pozzani”. Che cosa si aspetta da questi due percorsi? Vorrei giungere alla conclusione di questi due percorsi con le competenze e le conoscenze necessarie a portare un contributo importante alla società, attraverso quel canale fondamentale che è l’imprenditoria, in un settore così in evoluzione. Dove vorrebbe essere tra dieci anni e quali obiettivi vorrebbe aver raggiunto? Io ambirei ad essere impegnato nello sviluppo, o nella gestione, di un prodotto importante nella vita delle persone. Quale delle due strade rimane ancora un mistero per me … Obiettivi? Sicuramente il massimizzare le conoscenze che potrò acquisire lungo la via. Ha partecipato a Giochi e Campionati di fisica, chimica, filosofia, etc. Che cosa le piace della competizione? Ciò che apprezzo molto della competizione è la spinta a una costante ricerca per il miglioramento personale che favorisce. Può capitare infatti di adagiarsi nella tranquillità di un ambiente familiare. È per tale motivo che amo il concetto stesso di competizione: venendo catapultato in un mondo differente, in cui ciò che è richiesto risulta progressivamente più sfidante, e i cui partecipanti sono persone altrettanto determinate e curiose, ci si spinge ai propri limiti, apprendendo e crescendo assai velocemente. E questo lo dice una persona che ha scoperto tal mondo in terza superiore … Una passione che coltiverà insieme agli studi universitari? La subacquea. Trovo l’esplorare una dimensione tanto differente da quella a cui siamo abituati, rinfrescante per la mente e il fisico. Oltretutto durante un’immersione si è lasciati soli con i propri pensieri e con sé stessi, come ormai è possibile in rare altre occasioni. MARIA DI MAURO Ingegneria Aerospaziale Che cosa ha provato quando ha saputo di essere stata nominata Alfiere del Lavoro? Quando ho saputo di essere stata nominata Alfiere del Lavoro, ero incredula e ho avuto bisogno di qualche giorno per metabolizzare la notizia. Ricevere un titolo di questa importanza mi ha riempito il cuore di gioia e orgoglio, vedendo riconosciuti il mio impegno e la mia dedizione per lo studio. Ha scelto di studiare ingegneria aerospaziale. Qual è il suo sogno nel cassetto? Il mio sogno nel cassetto è quello di diventare professoressa universitaria, contribuendo attivamente alla ricerca nel campo dell’ingegneria aerospaziale. Inoltre, desidero trasmettere agli altri la bellezza e l’importanza di questa disciplina, che rappresenta un modo di vivere, guidato dal desiderio di affrontare e risolvere ogni sfida con razionalità. Quali sfide la affascinano di più in questo settore? La sfida che mi affascina maggiormente è quella di estendere la presenza umana nello spazio, aprendo nuove frontiere. Ciò che è legato, invece, ai miei ricordi d’infanzia è il progetto di creare un sistema aerospaziale di eccezionale velocità, capace di penetrare regioni inesplorate per conoscere realtà a noi ancora ignote. Si trasferirebbe all’estero per lavoro? Accetterei volentieri l’opportunità per brevi periodi, poiché un’esperienza internazionale può arricchire il mio bagaglio professionale. Tuttavia, il mio desiderio sarebbe quello di tornare nella mia amata terra per promuoverne lo sviluppo attraverso le competenze acquisite. Durante gli studi superiori ha fatto diverse esperienze extrascolastiche. Quale l’ha arricchita maggiormente? L’esperienza extrascolastica che più mi ha arricchito è stato il soggiorno a Londra presso una famiglia ospitante. Questo periodo non è stato solo un modo per approfondire la lingua inglese, ma anche un’opportunità per conoscere una cultura diversa, creando legami che sono durati nel tempo. Questo ha ampliato la mia prospettiva, insegnandomi l’importanza del dialogo e della valorizzazione delle differenze in un mondo sempre più interconnesso. “LA COMPETIZIONE? MI PIACE PERCHÉ CI SI SPINGE AI PROPRI LIMITI” “VORREI TRASMETTERE LA BELLEZZA DI QUESTA DISCIPLINA”
21 Civiltà del Lavoro | settembre • ottobre 2024 PRIMO PIANO CAMILLA FEZZI Bioingegneria e Biologia molecolare Che cosa l’ha colpita o emozionata di più nella sua giornata al Quirinale? Stringere la mano al Presidente è stata un’emozione straordinaria! Mi ha chiesto come stessi in California sorridendomi. Mi sono sentita fiera della mia appartenenza. Studia al California Institute of Technology. Ci può raccontare le fasi principali del percorso di ammissione? Studiare all’estero richiede pianificazione e impegno, soprattutto per accedere a università prestigiose. Ho iniziato in seconda superiore, candidandomi a 30 università negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Il processo americano è olistico, valutando sia l’eccellenza accademica che il contributo comune. Ho utilizzato la Common App scrivendo saggi personali per ogni istituzione. Per Uk ho sostenuto test d’ingresso e inviato la candidatura tramite UCAS, con una lettera motivazionale, Cv, voti scolastici e certificazioni linguistiche. Come è nata la scelta di studiare bioingegneria e biologia molecolare? La mia scelta è nata da una vocazione. Ho scoperto il mio amore per la biologia leggendo libri avanzati di genetica. Durante la pandemia, studiando la replicazione del dna, ho capito che il mio impegno doveva essere al servizio della ricerca e della medicina. Voglio essere in prima linea, contribuendo a svelare i misteri della vita. C’è qualche filone nella ricerca del suo settore disciplinare nel quale vorrebbe dare il suo contributo? Il mio campo di ricerca ideale è il cancro, una malattia che mi affascina e spaventa per la sua complessità. Il libro “L’imperatore del male” di Mukherjee ha influenzato la mia scelta: il cancro è un avversario subdolo, sempre in evoluzione. Poter riparare le mutazioni sarebbe rivoluzionario. In che modo è cambiata la sua vita con un trasferimento così lontano da casa? Trasferirmi all’estero è una scoperta. Mi sono sempre sentita un pesce fuor d’acqua, ma ho trovato la mia dimensione. Il cambiamento più grande è stato l’approccio allo studio: non si memorizzano nozioni, ma si applicano. Ogni settimana ci sono esercizi, problemi ed esperimenti da risolvere. Sono molto stimolata e felice di poter collaborare con i migliori laboratori al mondo. ALESSANDRO SERAFINI Informatica Qual è il suo ricordo più bello della giornata al Quirinale? In questa meravigliosa giornata ci sono stati tanti bei momenti che non dimenticherò, tra cui l’essere accolti nel luogo simbolo dello Stato italiano, il conferimento dell’attestato d’onore e della medaglia del Presidente della Repubblica insieme ai Cavalieri del Lavoro e la grande emozione di stare accanto all’eccellenza dell’industria e della grande imprenditoria. Quali emozioni le suscita il titolo di Alfiere del Lavoro? Sono molto orgoglioso di aver ricevuto l’attestato d’onore insieme a persone che si sono distinte nello studio, nelle attività culturali, scientifiche, artistiche, sportive e nel volontariato, dimostrando senso civico, altruismo e solidarietà. Un’emozione che mi accompagnerà per tutta la vita. All’università ha scelto informatica. È la sua passione da sempre? Sì, sin da piccolo sono stato affascinato dall’informatica per poi, crescendo, riscoprirla come “scienza degli algoritmi”. Spero che la mia scelta universitaria mi aiuti a stare al passo con l’innovazione, così da poter trasformare la mia passione in un futuro concreto, con l’obiettivo di poter collaborare allo sviluppo di nuovi progetti di utilità sociale. Che lavoro le piacerebbe fare dopo gli studi? Mi piacerebbe svolgere un lavoro che mi possa permettere di coniugare la mia passione per la tecnologia con le varie discipline, ponendo l’accento sul settore della sicurezza informatica, dell’Intelligenza artificiale e dello sviluppo di software. Ha partecipato al progetto “Hack the School” promosso dalla Fondazione Golinelli. Che cosa ha imparato con questa esperienza? Ho appreso le basi della progettazione di soluzioni innovative, imparando a valutarne la fattibilità e la sostenibilità. È stata un’esperienza formativa guidata da professionisti che ha potenziato le mie competenze, utili per il mio futuro. Ha molti hobby. A quale non potrebbe mai rinunciare? Non potrei rinunciare a nessuno dei miei hobby, perché mi aiutano a fare una pausa dalla routine e a mantenere la giusta concentrazione. Sport e musica, in particolare, mi permettono di confrontarmi con diverse opinioni e punti di vista. “IL MIO IMPEGNO AL SERVIZIO DELLA RICERCA E DELLA MEDICINA” “VORREI TRASFORMARE LA MIA PASSIONE IN UN FUTURO CONCRETO”
22 FOCUS 1 La popolazione globale ha raggiunto 8,2 miliardi di persone. Secondo il World Population Prospect 2024, nei prossimi 60 anni si prevede che aumenterà di altri due miliardi. Come produrre cibo per tutti? Abbiamo intervistato Massimiliano Giansanti, numero uno del Copa, Matteo Lorito, presidente Fondazione Agritech, e Massimo Dal Checco, presidente Confindustria Assafrica & Mediterraneo. A seguire le testimonianze dei Cavalieri del Lavoro Gianfranco Capua, Giovanni Carlo Licitra e Valerio Morra Foto Scharfsinn © 123RF.com Civiltà del Lavoro | settembre • ottobre 2024 NATURA HI-TECH FUTURO AGRICOLO
23 FOCUS Civiltà del Lavoro | settembre • ottobre 2024 Intervista a Massimiliano GIANSANTI di Paolo Mazzanti l settore agricolo è uno di quelli maggiormente interessati dal cambiamento climatico e al tempo stesso dall’innovazione, che dovrà soddisfare la domanda di una popolazione mondiale crescente in un regime di risorse probabilmente più scarse. Per fare il punto sulla situazione, abbiamo intervistato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura ed eletto alla guida del Copa, ovvero il Comitato delle organizzazioni professionali agricole della Comunità europea. Lei è diventato presidente dell’associazione europea che raccoglie 22 milioni di imprenditori. Quali sono gli obiettivi della sua presidenza? L’elezione a presidente del Copa mi investe di una grande responsabilità. Il mio primo obiettivo è quello di rappresentare tutti gli agricoltori europei. Solo agendo come una realtà coesa, infatti, l’agricoltura dell’Unione potrà tornare ad essere forte e a competere con le grandi potenze mondiali, come gli Stati Uniti e la Repubblica Popolare Cinese. Le sfide che ci attendono sono importantissime: l’allargamento dell’Unione a nuovi Stati membri e la conseguente necessità di un budget più ampio per il comparto; una riforma della Pac (Politica agricola comune) che sia profonda e urgente, per difendere la sostenibilità non solo ambientale ma anche economica del settore; la tutela del reddito degli agricoltori e della reciprocità degli standard di qualità e sicurezza (quelli europei sono tra i migliori al mondo); azioni di contrasto sempre più efficaci al cambiamento climatico; una comunicazione basata sulle evidenze scientifiche e sulla corretta e trasparente informazione ai consumatori. Questo è il momento per costruire l’agricoltura del futuro e noi non possiamo tirarci indietro perché la posta in gioco è molto alta: ne va della sicurezza alimentare di una popolazione mondiale che raggiungerà la quota di dieci miliardi di persone. L’agricoltura ha di fronte diverse sfide: continuare ad aumentare la produzione in quantità e qualità, partecipare alla lotta al cambiamento climatico e utilizzare Massimiliano Giansanti I INNOVAZIONE IN NATURA Foto Imagoeconomica La posta in gioco è molto alta: ne va della sicurezza alimentare di una popolazione mondiale che raggiungerà la quota di dieci miliardi di persone
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