Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2024

13 Civiltà del Lavoro | settembre • ottobre 2024 PRIMO PIANO Il Piano nazionale di Ripresa e resilienza è un’occasione straordinaria e, come tale, va colta appieno. Sono progetti propulsori, di integrazione e di fiducia tra i cittadini europei, per porci in sintonia con le scelte cui concorriamo nelle istituzioni comunitarie. Anche alle imprese viene chiesto di fare la parte propria, di accompagnare l’impegno comune con investimenti, ricerca, innovazione. L’Italia non è seconda ad alcuno se – dato del 2021 – si registravano, nelle fabbriche, 13,4 robot ogni mille addetti, rispetto ai 12,6 in Germania e ai 9,2 della Francia. Occorre perseverare nella lungimiranza, con il coraggio di disegnare il domani. Il domani, non soltanto il presente. Lo sviluppo passa dalla sostenibilità. L’Europa può porsi come modello produttivo a livello globale. Sviluppare sostenibilità e guardare alla qualità è misura esigente di una civiltà europea che non voglia essere posta ai margini. Una migliore qualità dello sviluppo consolida il progresso del nostro modello sociale. E anche del modello democratico. Lo evocava poc’anzi il Presidente Sella: principi democratici e progresso economico si tengono uniti. È stata una grande lezione del Presidente Einaudi, del quale celebriamo i 150 anni dalla nascita. La credibilità delle istituzioni passa dalla partecipazione e dalla condivisione di un livello di vita dignitoso. Perché sostenibilità non è solo l’obiettivo indispensabile della neutralità climatica. Sostenibilità significa anche operare per evitare che le trasformazioni del modello produttivo e di consumo creino fratture profonde nel tessuto sociale, pronte a trasferirsi nel tessuto civile della comunità. È il tema di un nuovo welfare che sappia confermare la universalità dei diritti sociali affermati dalla Costituzione. In ogni Paese, il capitale sociale si nutre in maniera prevalente del capitale umano che lo abita, delle persone. Le imprese sono le prime a sapere quanto le capacità creative, la laboriosità del capitale umano, siano preziose, perché da questo dipende la loro competitività e quella del sistema Paese. Rispettare, far crescere le persone, è garanzia di progresso. Formazione e lavoro – anche va sottolineato – per ciò che riguarda la sicurezza – vanno di pari passo. Siete partiti da lontano, con l’esperienza del Collegio Universitario Lamaro Pozzani, divenuto anche opportunità formativa per i Maestri del Lavoro. Adesso le Academy aziendali, utili strumenti di formazione permanente. Il successo delle imprese italiane è un valore per la comunità nazionale. Generare ricchezza è funzione sociale. Alimentare un benessere diffuso è supporto alla democrazia, alla coesione. Il lavoro è strumento possente di integrazione e penso ai tanti immigrati e alle necessità del mondo produttivo. Le imprese possono recare consistenza su questo terreno, spesso preda di paure irrazionali se non di eccitate fobie. Nella concretezza del produrre e nella socialità del lavoro avete recato molto all’Italia. Le storie di impresa di cui siete protagonisti e siete espressione sono motivo di riflessione e di ispirazione. La Repubblica vi è riconoscente. Siamo tutti certi che andrete ancora avanti nel senso di marcia dello sviluppo e del progresso. Auguri!

RkJQdWJsaXNoZXIy NDY5NjA=