17 Civiltà del Lavoro | settembre • ottobre 2024 PRIMO PIANO rienza e dai nuovi Alfieri con la loro visione. In altri termini si tratta di rielaborare il ruolo dello Stato nell’economia, adattando obiettivi e strumenti allo spirito dei tempi, come tutte le democrazie occidentali stanno cercando di fare da alcuni anni. Si pensi ad esempio all’approvvigionamento stabile e sicuro di beni comuni necessari alla competitività delle imprese, agli interventi sempre più frequenti per porre rimedio ai fallimenti di mercato, all’azione per tutelare il Paese dalla minaccia di investimenti predatori riguardanti asset di particolare valenza tecnologica. Si pensi soprattutto alla questione energetica che proprio la guerra della Russia in Ucraina ha imposto nella sua drammaticità. Occorre garantire energia a costi compatibili che solo il nucleare, accanto all’energia rinnovabile, può garantire. Serve uno Stato stratega, né mercatista né dirigista, che abbia certamente il senso della realtà, ma anche quello del potenziale ancora inespresso della nostra economia, quindi della nostra società. I governi e gli stati possono e devono fare di più per accompagnare la crescita del sistema economico, senza che questo significhi in alcun modo una surrogazione dell’iniziativa privata che oggi qui noi esaltiamo. Essa rimane imprescindibile e dipende in ultima analisi dal carattere di chi la pone in essere, come voi ci insegnate con il vostro esempio. Per dirla con uno dei padri della teoria del management Peter Ferdinand Drucker: “Dietro ogni impresa di successo c’è qualcuno che ha preso una decisione coraggiosa”. Nulla potrà mai sostituire questo coraggio attorno al quale si creano le imprese e si coalizzano volontà e intelligenze di donne e uomini e anche nell’impresa più tradizionale e più stabile nel tempo ciascuna generazione aggiunge qualcosa di suo, un suo atto di coraggio, una qualche discontinuità con la quale segna inesorabilmente il proprio contributo attivo e autonomo allo sviluppo dell’azienda, tanto più in un’epoca con fortissime spinte all’innovazione come quella attuale. L’Italia non è solo la culla di una tradizione millenaria, è anche la patria di grandi innovatori, di ingegni che hanno cambiato il corso della storia. Deve diventare sempre più attrattiva come incubatore di idee, progetti, di intuizioni che diventano imprese. Anche per questo che grazie al vostro impegno sono tanti gli investitori che guardano sempre più al nostro Paese. Sono certo che in questa onorificenza Cavalieri del Lavoro e giovani Alfieri saprete trovare ulteriori motivazioni alla vostra azione quotidiana e che questo produrrà nuovi benefici per tutta la comunità nazionale. Vi ringrazio per quello che avete fatto e che farete per il nostro amato Paese. Congratulazioni affettuose a tutti voi. Serve uno Stato stratega, né mercatista né dirigista, che abbia certamente il senso della realtà, ma anche quello del potenziale ancora inespresso della nostra economia
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