Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2024

20 PRIMO PIANO Civiltà del Lavoro | settembre • ottobre 2024 FRANCO DELLA NEGRA Informatica Il momento più bello della sua giornata al Quirinale. Ce lo racconta? Senza dubbio la salita al podio. Realizzare che quel momento è il coronamento di un percorso, e una base per il successivo, riempie sicuramente di gioia, oltre che di un senso di responsabilità; e incontrare Mattarella di persona è un’emozione indescrivibile. Frequenta informatica alla Sapienza ed è uno dei nuovi allievi del Collegio “Lamaro Pozzani”. Che cosa si aspetta da questi due percorsi? Vorrei giungere alla conclusione di questi due percorsi con le competenze e le conoscenze necessarie a portare un contributo importante alla società, attraverso quel canale fondamentale che è l’imprenditoria, in un settore così in evoluzione. Dove vorrebbe essere tra dieci anni e quali obiettivi vorrebbe aver raggiunto? Io ambirei ad essere impegnato nello sviluppo, o nella gestione, di un prodotto importante nella vita delle persone. Quale delle due strade rimane ancora un mistero per me … Obiettivi? Sicuramente il massimizzare le conoscenze che potrò acquisire lungo la via. Ha partecipato a Giochi e Campionati di fisica, chimica, filosofia, etc. Che cosa le piace della competizione? Ciò che apprezzo molto della competizione è la spinta a una costante ricerca per il miglioramento personale che favorisce. Può capitare infatti di adagiarsi nella tranquillità di un ambiente familiare. È per tale motivo che amo il concetto stesso di competizione: venendo catapultato in un mondo differente, in cui ciò che è richiesto risulta progressivamente più sfidante, e i cui partecipanti sono persone altrettanto determinate e curiose, ci si spinge ai propri limiti, apprendendo e crescendo assai velocemente. E questo lo dice una persona che ha scoperto tal mondo in terza superiore … Una passione che coltiverà insieme agli studi universitari? La subacquea. Trovo l’esplorare una dimensione tanto differente da quella a cui siamo abituati, rinfrescante per la mente e il fisico. Oltretutto durante un’immersione si è lasciati soli con i propri pensieri e con sé stessi, come ormai è possibile in rare altre occasioni. MARIA DI MAURO Ingegneria Aerospaziale Che cosa ha provato quando ha saputo di essere stata nominata Alfiere del Lavoro? Quando ho saputo di essere stata nominata Alfiere del Lavoro, ero incredula e ho avuto bisogno di qualche giorno per metabolizzare la notizia. Ricevere un titolo di questa importanza mi ha riempito il cuore di gioia e orgoglio, vedendo riconosciuti il mio impegno e la mia dedizione per lo studio. Ha scelto di studiare ingegneria aerospaziale. Qual è il suo sogno nel cassetto? Il mio sogno nel cassetto è quello di diventare professoressa universitaria, contribuendo attivamente alla ricerca nel campo dell’ingegneria aerospaziale. Inoltre, desidero trasmettere agli altri la bellezza e l’importanza di questa disciplina, che rappresenta un modo di vivere, guidato dal desiderio di affrontare e risolvere ogni sfida con razionalità. Quali sfide la affascinano di più in questo settore? La sfida che mi affascina maggiormente è quella di estendere la presenza umana nello spazio, aprendo nuove frontiere. Ciò che è legato, invece, ai miei ricordi d’infanzia è il progetto di creare un sistema aerospaziale di eccezionale velocità, capace di penetrare regioni inesplorate per conoscere realtà a noi ancora ignote. Si trasferirebbe all’estero per lavoro? Accetterei volentieri l’opportunità per brevi periodi, poiché un’esperienza internazionale può arricchire il mio bagaglio professionale. Tuttavia, il mio desiderio sarebbe quello di tornare nella mia amata terra per promuoverne lo sviluppo attraverso le competenze acquisite. Durante gli studi superiori ha fatto diverse esperienze extrascolastiche. Quale l’ha arricchita maggiormente? L’esperienza extrascolastica che più mi ha arricchito è stato il soggiorno a Londra presso una famiglia ospitante. Questo periodo non è stato solo un modo per approfondire la lingua inglese, ma anche un’opportunità per conoscere una cultura diversa, creando legami che sono durati nel tempo. Questo ha ampliato la mia prospettiva, insegnandomi l’importanza del dialogo e della valorizzazione delle differenze in un mondo sempre più interconnesso. “LA COMPETIZIONE? MI PIACE PERCHÉ CI SI SPINGE AI PROPRI LIMITI” “VORREI TRASMETTERE LA BELLEZZA DI QUESTA DISCIPLINA”

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