Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2024

33 FOCUS Civiltà del Lavoro | settembre • ottobre 2024 per far conoscere i mercati africani alle imprese italiane e per rafforzare i legami con i buyers africani del settore. Quali attività di formazione si rendono necessarie per il personale locale? La formazione dei giovani e del personale locale è un tema imprescindibile per qualunque progetto implementato con partner africani. Dalla formazione manageriale a quella tecnica, il rafforzamento delle skills del personale in loco è una priorità delle nostre imprese che operano in questi paesi. Tra i nostri associati, abbiamo aziende specializzate proprio nella progettazione, nello sviluppo e nella produzione di attrezzature per la formazione tecnica e nell’implementazione di corsi professionali, alle quali i governi africani spesso si rivolgono per la costruzione di centri di formazione. Alle attività delle singole imprese si aggiungono i progetti, i webinar e le iniziative in materia di formazione organizzati da Agenzia Ice e dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics), ma anche di realtà come E4Impact, molto attiva in Africa. Quali difficoltà affrontano le imprese italiane, anche le Pmi, che abitualmente lavorano con l’Africa? Le aziende che operano in questi paesi ci segnalano spesso difficoltà con la riscossione dei pagamenti a causa della scarsità di valuta estera. Un altro problema riguarda l’accesso ai finanziamenti per gli investimenti e la poca rappresentatività del sistema bancario italiano in questi mercati. Apprezziamo gli sforzi che Cassa Depositi e Prestiti, Sace e Simest stanno facendo, nel quadro del Piano Mattei, per creare nuovi strumenti e rafforzare quelli esistenti, volti a sostenere l’affiancamento finanziario e assicurativo e permettere alle imprese nazionali di investire e operare in modo stabile nei paesi partner. Non ultimo, i paesi dell’Africa subsahariana rappresentano ancora, per molte imprese italiane di piccole dimensioni, mercati poco conosciuti e nei quali bisogna investire tempo e risorse, in cui occorre essere presenti, conoscere personalmente gli interlocutori, impegnarsi nella formazione del personale locale, muoversi in forma aggregata e per filiere. L’export “mordi e fuggi” non funziona come in altri mercati più strutturati. Milioni di euro anno 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 80.000 70.000 60.000 50.000 40.000 36.009 40.029 38.748 29.646 43.439 69.631 59.486 30.000 20.000 10.000 INTERSCAMBIO COMMERCIALE ITALIA AFRICA TRA IL 2017 E IL 2023 Fonte: Elaborazione Confindustria Assafrica & Mediterraneo su dati dell’Osservatorio Economico del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale

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