Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2024

45 Civiltà del Lavoro | settembre • ottobre 2024 CONVEGNO NAZIONALE RIPARTIRE DALL’INDUSTRIA EUROPEA Centrato sulla sostenibilità delle transizioni, energetica, tecnologica e demografica, l’intervento di D’Amato ha messo in evidenza la priorità di intervenire sulla reindustrializzazione dell’economia europea. “Abbiamo immaginato che fosse possibile fare trasferire nei paesi poveri in via di sviluppo la manifattura, mantenendo noi, l’intelligenza, la qualità dello stato sociale, la qualità della vita, la capacità di fare ricerca, innovazione e sviluppo, dimenticando la lezione fondamentale che la storia industriale, dal ‘700 a oggi, avrebbe dovuto insegnare a tutti noi, che senza manifattura non c’è innovazione e non c’è sviluppo”. “Se noi vogliamo contribuire come Europa – ha detto l’ex numero uno di Confindustria – a creare un pianeta più equilibrato e sostenibile, anziché pensare di arrivare a zero emissioni, distruggendoci dal punto di vista industriale, cominciamo a promuovere sviluppo sostenibile nelle altre parti del mondo. Questo è il tema sul quale dobbiamo assolutamente impegnarci. Un tema sul quale le altre grandi realtà del mondo sono assolutamente distratte”. “Un sistema economico che non abbia un motore di sviluppo industriale pari almeno al 25-30% del Prodotto Interno Lordo – ha aggiunto – non è in grado di generare tutto quello che serve per garantire ricerca, sviluppo, occupazione intelligente per i giovani e, soprattutto tenuta sociale e politica”. Indispensabile premessa della capacità industriale è la disponibilità del capitale umano. D’Amato indica per questo anche la necessità di politiche attrattive nei confronti dei giovani. “Una volta – ha detto – emigravano quelli che non potevano; oggi emigrano quelli che possono. Sempre di più, quelli che possono emigrano, dal Sud verso il Nord e dal Nord verso altri parti d’Europa e del mondo alla ricerca di maggiori i migliori opportunità. Noi così perdiamo il meglio, formiamo intelligenze e le perdiamo”. Infine, sull’autonomia differenziata. “Pensare di frammentare ulteriormente i livelli decisionali vuol dire ingessare completamente la capacità per il Paese di competere”. Antonio D’Amato l lavoro, elemento fondamentale dell’ordinamento costituzionale, è una risorsa che la Repubblica tutela in tutte le sue forme ed applicazioni. Le continue evoluzioni a cui il mercato del lavoro è soggetto richiamano istituzioni, società e mondo imprenditoriale, ad adottare misure idonee a corrispondere ai principi di giustizia sociale e coesione nel quadro dei cambiamenti derivanti dal diffuso impiego delle nuove tecnologie nelle molteplici filiere produttive. La persona è al centro del progresso sociale ed economico e la formazione e l’elevazione professionale rimangono capisaldi per la sua realizzazione, per contribuire a superare ogni forma di squilibrio e affermare una crescita sostenibile, equa e inclusiva, in armonia con i principi stabiliti dal Pilastro europeo dei diritti sociali e gli obiettivi contemplati dal relativo Piano di azione. Pubblichiamo il messaggio inviato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del Convegno “Il Futuro del Lavoro” MATTARELLA: LA CRESCITA SIA SOSTENIBILE E INCLUSIVA I

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