53 Civiltà del Lavoro | settembre • ottobre 2024 CONVEGNO NAZIONALE a prima sessione del Convegno Nazionale della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro ha visto protagoniste sul palco le esperienze di Elena Goitini, Ad di Bnl e responsabile Bnp Paribas per l’Italia, e dei Cavalieri del Lavoro Vincenzo Divella, Ad di F. Divella, e Olga Urbani, presidente della Urbani Tartufi. ELENA GOITINI: Far lavorare insieme le generazioni Il contesto economico è a rischio, sono molti i paesi sotto il 2,1% di natalità; erano poco più di 90 nel 1980, sono diventati 123 nel 2021, diventeranno 136 nel 2030. Questo significa che abbiamo un problema. Pensando alla finanza, oggi i giovani non entrano in banca perché usufruiscono dell’ecosistema finanziario cui una banca può permettere di accedere, ma non lo fa per il tramite della banca per come la immaginiamo oggi. Per me, quindi, la demografia è importante per capire come devo ripensare il mio modello operativo distributivo. Poi è chiaro che oggi gestire il capitale umano all’interno di una banca, come di qualsiasi azienda, richiede di comprendere bene come far evolvere quel tipo di competenze e come ne devo creare di nuove. Essendo consapevoli che quello che facciamo oggi darà risultati tra 20-25 anni. Possiamo però trovare soluzioni tattiche accanto alle soluzioni strategiche, per includere meglio e colmare i nostri ritardi: per esempio solo il 55,8% di occupazione femminile che, rispetto alla media europea è indietro di quasi 20 punti. Abbiamo parlato poco di generazioni, in Italia abbiamo un’età media di 49 anni col 30,5% di over 55. Uno dei problemi più importanti che abbiamo è di far parlare in azienda più generazioni. Oggi ne abbiamo quattro: i baby boomer, di cui io sono una orgogliosissima rappresentante, e poi gli X, Y, e Z; li abbiamo tutti, e devono lavorare bene insieme. Sento tantissimo parlare di scontro generazionale, di conflitto, a me piace pensare ad un’alleanza, alla capacità di costruire un ponte. Abbiamo per esempio istituito il “reverse mentoring”. Anche io ho un mentor, molto più giovane di me che mi sta sdoganando il potenziale della tecnologia. È una persona che mi aiuta a comprendere come la tecnologia mi può rendere più semplici delle cose che magari mi assorbono un sacco di tempo, liberandomene tanto. Il “reverse mentoring”, creare delle community a cui gli over 55 contribuiscono, non creando delle barriere ma mettendosi al servizio degli altri, fa tanta differenza. Ho anche l’onore di essere presidente del Consorzio Elis, che si occupa di formazione con l’obiettivo di “includere per crescere”, cioè, considerare l’inclusione non come qualcosa che, prima faccio bene, quindi raggiungo una buona situazione finanziaria e poi destino una parte degli utili a fare del bene, a fare charity. Occorre invece considerare l’inclusione come un’inversione di paradigma, come uno strumento per poter crescere meglio, quindi più nel lungo termine. L RICETTE contro la denatalità DEMOGRAFIA NEL PRIMO PANEL LE RISPOSTE DELLE IMPRESE AL CALO DELLE NASCITE Sento tantissimo parlare di scontro generazionale, a me piace pensare ad un’alleanza. Abbiamo per esempio istituito il “reverse mentoring”. Anche io ho un mentor, molto più giovane di me
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