Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2024

55 Civiltà del Lavoro | settembre • ottobre 2024 CONVEGNO NAZIONALE state le migrazioni interne dal Sud al Nord, il Nord-Ovest avrebbe oggi molti meno abitanti. L’integrazione forse non è stata facile, ma il processo di migrazione interna è stata cruciale per il boom economico del dopoguerra. Ora le migrazioni interne non bastano e bisogna contare sulle immigrazioni di altri paesi. Nel 2023 l’8,6% della popolazione residente in Italia era straniera, in Germania siamo oltre il 13%. Il contributo degli stranieri sia alla produzione in termini di maggiori ore lavorative, sia alla crescita demografica, è importante e andrebbe sostenuto per combattere l’inverno demografico. Dobbiamo agire anche per arginare le fughe dei cervelli. Ad oggi sono moltissimi i ragazzi che lasciano il nostro Paese per andare a studiare o a lavorare, ma anche per creare impresa, all’estero. In uno studio recente si stimava che, ogni mille italiani emigrati tra il 2008 e il 2015, ogni anno sono state registrate circa 36 imprese in meno. Questa “fuga di imprenditorialità” è particolarmente grave per le imprese di persone di età inferiore ai 45 anni e gravissima per le startup innovative. Politiche mirate, come investimenti in istruzione, ricerca, startup, infrastrutture digitali, possono creare un ambiente favorevole ai giovani innovatori. Io sono stato assunto più di 60 anni fa in quinta categoria in azienda. Dopo anni e anni, sono arrivato a fare l’amministratore. Perché non raccontarlo ai giovani? Raccontare noi, anche come Cavalieri del Lavoro, le nostre esperienze, la nostra vita, quello che siamo riusciti a fare, credo che sia un orgoglio per noi e uno slancio per i giovani a restare da noi a tentare la fortuna del lavoro. OLGA URBANI: Il nostro impegno per una vera impresa sociale Rappresento un’azienda che vive da 172 anni ed è sempre stata a Scheggino, piccolissimo paese della Valnerina. È talmente piccolo che è diventato famoso nel mondo perché esportiamo in 80 paesi circa 600 prodotti a base di tartufo. Ora stiamo raddoppiando la superficie della produzione e dobbiamo meccanizzare tutti i processi perché non troviamo manodopera. Noi siamo arrivati alla settima generazione e i nostri dipendenti erano prima il nonno, poi il padre, poi il figlio. Ma oggi anche questo è più raro. Il costo del lavoro è diventato altissimo perché dobbiamo offrire cifre incredibili per portare da noi manager o persone altamente specializzate. Abbiamo anche un’azienda che produce alberi da tartufo in cui pratichiamo, da otto anni, la tartuficoltura, cosa che in Spagna è iniziata trent’anni fa ed è il motivo per cui gli spagnoli sono i più forti al mondo nel tartufo. Lo dico con un po’ di tristezza perché, fino a cinquant’anni fa, i primi al mondo eravamo noi italiani. Abbiamo iniziato a utilizzare personale extra Ue con tutte le problematiche del caso. Devo dire che l’Umbria forse è ancora un paradiso isolato in cui si trovano queste persone, ovviamente regolari e ben pagate. Siamo impegnati a realizzare una vera impresa sociale, che mi piace chiamare “la grande famiglia del tartufo”, dove la persona è al centro e anche nella costruzione di questi nuovi stabilimenti la persona è sempre al centro, sono tutti di vetro immersi nel verde. Auspico che la Federazione dei Cavalieri del Lavoro sollevi il problema che affligge ogni nostra azienda e possa avare un impatto, un dialogo con le istituzioni che devono prendere le decisioni. DEMOGRAFIA Io sono stato assunto più di 60 anni fa in quinta categoria in azienda. Dopo anni e anni, sono arrivato a fare l’amministratore. Perché non raccontarlo ai giovani? Credo che sia un orgoglio per noi e uno slancio per i giovani Abbiamo iniziato a utilizzare personale extra Ue con tutte le problematiche del caso. Devo dire che l’Umbria forse è ancora un paradiso isolato in cui si trovano queste persone, ovviamente regolari e ben pagate

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