Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2024

58 Civiltà del Lavoro | settembre • ottobre 2024 CONVEGNO NAZIONALE Il dato negativo è che quando il lavoratore si affida eccessivamente all’Ia, senza ragionare, a quel punto si ha un degrado delle prestazioni. Se esaminiamo altre grandi trasformazioni, come la rivoluzione industriale in Inghilterra, la storia ci suggerisce che l’introduzione di nuove tecnologie si affianca all’introduzione di nuovi profili, e nell’Ia ne abbiamo moltissimi: persone che si occupano dei dati, delle infrastrutture digitale e così via. Inoltre, lo scomparire di intere classi di lavoro appare avvenire in modo molto graduale. Infine, i paesi a più alta percentuale di tecnologia, come Singapore, Giappone, Sud-Corea, sono anche quelli dove la disoccupazione è inferiore. E poi ci sono ancora tantissimi compiti che vanno ben al di là dell’Ia o della robotica, abbiamo tutta una serie di lavori che hanno un contatto con il mondo fisico, la robotica intelligente non è ancora a livello di farli per esempio nell’agricoltura. Un tema centrale è quello della disuguaglianza che l’Ia potrebbe portare. È chiaro che persone meno qualificate potrebbero rimanere indietro, quindi è fondamentale investire sulla formazione, che deve essere per tutta la vita. Vi voglio lasciare con l’auspicio di sperimentare l’Ia direttamente nelle vostre aziende con piccoli studi di fattibilità, con piccoli esperimenti; non c’è bisogno di comprare grandi infrastrutture prima ancora che capiate se vi è utile o no. GIANFRANCO CAPUA: L’Ia utile anche in agricoltura La mia azienda produce succhi e olii essenziali. Le prime fasi sono la raccolta degli agrumi, che è totalmente manuale, il lavaggio e la cernita della frutta. Poi c’è l’estrazione dell’olio essenziale, che è all’interno della buccia dell’agrume, prima che venga lavorato per l’ottenimento del succo. Abbiamo due fasi ben differenziate: l’estrazione dell’olio essenziale prima e quella del succo dopo. Vedete che il frutto è grattato e in quel momento viene fuori l’olio essenziale, che viene raccolto dall’acqua, l’acqua ne fa una grande emulsione che viene filtrata e separata e dopo si estrae il succo. Questi sono i passaggi che caratterizzano questa tecnologia, che è quella che orienta oggi le qualità. Abbiamo poi l’olio essenziale, il laboratorio di profumeria. Sono materie prime straordinarie, indispensabili per tutto il mondo della cosmetica e delle fragranze, dove noi abbiamo un grande ruolo. Abbiamo la parte della distilleria per le norme europee sulla salute e l’ambiente e infine l’olio essenziale. TECNOLOGIA Da sinistra Vito Pertosa, Gabriele Clementi, Francesco Giorgino, Sara Bernardini, Maurizio Marchesini, Vito Pertosa

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