Federazione Nazionale Cavalieri del Lavoro numero 6 - novembre • dicembre 2024 I CAVALIERI DEL LAVORO IN QUESTO NUMERO: Aldo Bonomi, Pierluca Impronta, Mario Magaldi, Franco Manfredini, Ernesto Pellegrini, Aurelio Regina, Salvatore Ruggeri, Enrico Zobele Periodico della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro anno LXIX - bimestrale AMBIENTE E CRESCITA Una sintesi necessaria INTERVISTA AI NEO CAVALIERI DEL LAVORO 2024 ENERGIA SOSTENIBILE, QUALI SCENARI PER L’INDUSTRIA? IL POLIEDRICO GENIO DI PIER LUIGI NERVI LA TENDENZA, VIVERE E LAVORARE FUORI DAL BELPAESE VERSO IL CONVEGNO NAZIONALE NUOVE ROTTE PER L’EUROPA A colloquio con Enrico Letta ed Enrico Zobele
Corporate e private banking, dal 1888. www.bancapassadore.it
7 EDITORIALE Europei al bivio PRIMO PIANO | Transizione sostenibile 11 Il trilemma dell’energia di Aurelio REGINA 15 Efficienza ed energy release per sostenere le imprese A colloquio con Paolo ARRIGONI 19 Legiferare senza penalizzare Intervista a Franco MANFREDINI 23 Occasione per crescere di Aldo BONOMI 27 Vie sostenibili per l’accumulo termico di Mario MAGALDI 31 Efficientamento e tecnologie di frontiera di Salvatore RUGGERI Anno LXIX - n. 6 Civiltà del Lavoro Periodico della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro Direttore Cavaliere del Lavoro Maurizio Sella Comitato Editoriale Presidente: Cavaliere del Lavoro Francesco Rosario Averna Cavalieri del Lavoro: Alessandro Bastagli, Daniela Gennaro Guadalupi, Paolo Gentilini, Maria Luigia Lacatena, Clara Maddalena, Sebastiano Messina, Guido Ottolenghi, Debora Paglieri, Emmanuele Romanengo, Olga Urbani Hanno collaborato a questo numero i Cavalieri del Lavoro: Aldo Bonomi, Pierluca Impronta, Mario Magaldi, Franco Manfredini, Ernesto Pellegrini, Aurelio Regina, Salvatore Ruggeri, Enrico Zobele Direttore responsabile ai fini della legge della stampa Paolo Mazzanti Direttore editoriale Franco Caramazza Coordinamento per le attività istituzionali Carlo Quintino Sella Coordinamento editoriale Cristian Fuschetto Coordinamento redazionale Paola Centi Redazione Flaminia Berrettini, Clara Danieli, Cristian Fuschetto, Brunella Giugliano, Giovanni Papa, Silvia Tartamella Progetto grafico Marco Neugebauer e Roberto Randi (thesymbol.it) Impaginazione Emmegi Group Srl Via F. Confalonieri 36 - 20124 Milano Concessionaria Pubblicità Confindustria Servizi SpA Viale Pasteur, 6 – 00144 Roma Tel. 06 5903263 [email protected] Stampa Arti Grafiche Boccia SpA Via Tiberio Claudio Felice, 7 – 84131 Salerno Foto 123RF, AGF, Stefano Guidoni, Imagoeconomica, Shutterstock Foto di copertina: Mt.Photostock @ Shutterstock Gli inserzionisti di questo numero Allied International, Banca Intesa Sanpaolo, Banca Passadore, Banca Popolare Sondrio, Banco BPM, Bennet, Birra Forst, Buzzi Unicem, Caroli Hotels, Carvico, Colacem, D’Amico Navigazione, De Mattei Agroalimentare, Elettronica, Epta, Fontana Finanziaria, Inaz, Ing. Ferrari, Irritec, Lamborghini, Marsilli, Pastificio De Cecco, Scavolini, Società Italiana per le Condotte d’Acqua 1880, Streparava Holding, Valvitalia, Zucchetti Autorizzazione Tribunale di Roma n. 4845 del 28-9-1955 Autorizzazione per il web Tribunale di Roma n. 294/2013 Finito di stampare il 15 gennaio 2025 [email protected] CIVILTÀ DEL LAVORO 6 - 2024 Federazione Nazionale Cavalieri del Lavoro numero 6 - novembre • dicembre 2024 I CAVALIERI DEL LAVORO IN QUESTO NUMERO: Aldo Bonomi, Pierluca Impronta, Mario Magaldi, Franco Manfredini, Ernesto Pellegrini, Aurelio Regina, Salvatore Ruggeri, Enrico Zobele Periodico della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro anno LXIX - bimestrale AMBIENTE E CRESCITA Una sintesi necessaria INTERVISTA AI NEO CAVALIERI DEL LAVORO 2024 ENERGIA SOSTENIBILE, QUALI SCENARI PER L’INDUSTRIA? IL POLIEDRICO GENIO DI PIER LUIGI NERVI LA TENDENZA, VIVERE E LAVORARE FUORI DAL BELPAESE VERSO IL CONVEGNO NAZIONALE NUOVE ROTTE PER L’EUROPA A colloquio con Enrico Letta ed Enrico Zobele
FOCUS 1 Verso il Convegno Nazionale di Venezia Nuove rotte per l'Unione 35 Le sfide dell’Europa: da Trump al debito 41 Tre direttrici per rimettere in moto Bruxelles Intervista a Enrico LETTA di Paolo Mazzanti 45 L’Ue? Sia forte e amica delle imprese A colloquio con Enrico ZOBELE di Cristian Fuschetto FOCUS 2 La tendenza Vivere e lavorare fuori dal Belpaese 49 Dall’Italia si emigra (ancora): identikit di chi parte Intervista a Luca PAOLAZZI di Brunella Giugliano 53 Osservatorio Cnel-Federazione Giovani talenti, il valore di un ritorno 54-55 Le testimonianze dei Laureati del Collegio Carriera, all'estero si può Intervista a Elisa GIACALONE Il sistema accademico è precario A colloquio con Roberto SOLETI INTERVISTE 57 A colloquio con i neo Cavalieri del Lavoro del 2024 VITA ASSOCIATIVA 109 Donna e Impresa. La presentazione a Bologna Protagoniste di crescita FONDAZIONI / MOSTRE / LIBRI 112 Fondazione Ernesto Pellegrini Dieci anni di solidarietà e inclusione 118 Gruppo Mag di Pierluca Impronta Quando l’arte incontra l’impresa di Silvia Tartamella 120 Arte e scienza del costruire Il poliedrico genio del Cavaliere del Lavoro Pier Luigi Nervi 124 A lezione da Aldo Moro
7 ndipendentemente da come finirà, il “caso Starlink” ha reso evidente a tutti la distanza tecnologica che separa gli Stati Uniti dall’Europa. Se il nostro Paese adotterà per le sue comunicazioni strategiche (ambasciate, Forze Armate, servizi) la rete satellitare di Elon Musk è anche perché l’Europa è in grave ritardo. Starlink ha oltre 6.700 satelliti in orbita bassa e arriverà in pochi anni a oltre 40mila per comunicare con ogni punto del globo terraqueo, perché è in grado di piazzarne moltissimi nello spazio grazie ai razzi di Space X (sempre di Musk), che effettuano un centinaio di lanci l’anno. Anche Jeff Bezos di Amazon sta creando una sua rete satellitare. Ceduta Eutelsat agli indiani, l’Ue dovrebbe avviare quest’anno i servizi di GovSatCom, programma pubblico-privato che utilizzerà le capacità residue degli attuali satelliti europei, in attesa di creare la rete Iris2 (simile a Starlink), con 260-270 satelliti iniziali nel 2030. In ogni caso, sarebbe bene che i rapporti con Starlink fossero concordati in sede europea per non trattare con Musk in ordine sparso e con minor peso contrattuale. Detto ciò, è evidente che ridurre il divario tecnologico con gli Stati Uniti (e la Cina), nello spazio come nell’AI, nell’automotive come nelle scienze della vita, è la prima priorità della nuova legislatura europea e della nuova Commissione presieduta da Ursula von der Leyen, alla quale sono collegati gli altri obiettivi europei: difesa comune, decarbonizzazione sostenibile per l’industria, riduzione dei prezzi dell’energia, che stanno subendo nuove tensioni, anche per l’inverno particolarmente freddo, dopo la decisione dell’Ucraina di non consentire più il transito del gas russo verso l’Europa centrale. Tutti temi che affrontiamo in questo numero di “Civiltà del Lavoro” e che la Federazione dei Cavalieri del Lavoro discuterà nel convegno nazionale del prossimo 7 giugno a Venezia. I problemi sono dunque noti, richiederanno colossali investimenti e l’agenda per affrontarli sta nei Rapporti di Mario Draghi sulla competitività e di Enrico Letta sul mercato unico. Ma la politica e le opinioni pubbliche europee sono davvero consapevoli della portata di queste sfide? E sono disponibili ad affrontarle per rafforzare l’Ue concedendole la sovranità e le risorse necessarie, anche riducendo il ruolo degli Stati nazionali? Oppure preferiranno mantenere l’Ue incompiuta, con un bilancio minimo (poco più dell’1% del Pil) e con il metodo dell’unanimità e del diritto di veto degli Stati membri sulle questioni più rilevanti, che spesso significa la paralisi o estenuanti trattative e compromessi quasi sempre al ribasso? Oppure ancora: sono disponibili a procedere su temi cruciali come la difesa col metodo delle “unioni rafforzate”, già sperimentato con la moneta unica, in cui chi è pronto parte e gli altri possono aggregarsi se e quando vogliono? E questa Unione “a centri concentrici” reggerebbe alle sfide o finirebbe per disgregarsi? Va tenuto presente che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump non pare favorevole al rafforzamento dell’Ue, ma preferirebbe relazioni bilaterali con i singoli Stati, che avrebbero ovviamente un minore potere contrattuale sui diversi terreni, dal riequilibrio delle politiche commerciali al confronto con Russia e Cina. Il dilemma dei prossimi mesi è dunque chiaro: assumersi la responsabilità (e i sacrifici) di rafforzare l’Europa – respingendo le istanze disgregatrici che pure appaiono in alcuni paesi europei – per consentirle di giocare un ruolo da protagonista nel futuro “risiko” geopolitico, oppure ritagliarsi una posizione di interlocutore privilegiato all’ombra del nuovo potere imperiale americano? La nostra premier Giorgia Meloni, che nella conferenza stampa di inizio anno ha detto di vantare un “solido rapporto” con Trump (Musk), potrebbe essere tentata di adottare questa seconda strada. È dunque importante che l’opinione pubblica italiana ed europea affronti il dilemma, ne discuta e dica pubblicamente quale opzione preferisce. I Cavalieri del Lavoro si impegneranno in questo lavoro da qui al Convegno di giugno e oltre. Confidiamo che non siano i soli. (P.M.) I Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2024 RAFFORZARE L’UNIONE O TRATTARE SINGOLARMENTE CON TRUMP? EUROPEI AL BIVIO EDITORIALE
PRIMO PIANO Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2024 PRIMO PIANO 8 Transizione SOSTENIBILE Foto mihacreative © 123RF.com
9 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2024 Le industrie energivore rappresentano un pilastro strategico per l’economia, ma anche una delle sfide più complesse in termini di sostenibilità. La necessità di ridurre le emissioni e affrontare la crisi energetica richiede un mix energetico che integri fonti tradizionali e in misura crescente fonti innovative e sostenibili. Il focus di questo numero soluzioni tecnologiche e politiche industriali per coniugare sicurezza, sostenibilità e competitività (il “trilemma” energetico), allo scopo di tracciare un percorso socialmente ed economicamente sostenibile verso un futuro decarbonizzato e resiliente per il settore. Seguono le interviste ad Aurelio Regina, Paolo Arrigoni, Franco Manfredini, e gli interventi di Aldo Bonomi, Mario Magaldi e Salvatore Ruggeri
Bonfiglioli S.p.A. Headquarters | Calderara di Reno (Bo)
11 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2024 PRIMO PIANO a visione delle politiche energetiche di Confindustria si inserisce all’interno dell’ampio dibattito economico, sociale, politico sulle scelte strategiche per traguardare gli obiettivi di decarbonizzazione. In questo dibattito i temi della competitività svolgono ovviamente il ruolo di attore principale e l’energia, come noto, costituisce anche un elemento fondamentale dell’attività d’impresa. Per troppo tempo le scelte sulle politiche energetiche europee sono state concentrate solo su alcuni aspetti (come la sola sostenibilità ambientale, sottovalutando la complessità del percorso di transizione energetica) dando per scontata la garanzia di potere sempre disporre di risorse energetiche in abbondanza e a prezzi competitivi, anche senza investimenti a supporto, in una logica più di esclusività che di complementarità e sinergia delle diverse soluzioni. Il tema della sicurezza energetica si è così aggiunto, per rilevanza e vitalità, al tema della transizione ecologica, facendo sì che si venisse a creare una situazione in cui le due cose non possono più prescindere l’una dall’altra, dovendo necessariamente trovare un punto di incontro. Dunque, al centro del dibattito politico, economico e sociale torna ad avere maggiore centralità il cosiddetto trilemma dell’energia, ovvero come assicurare allo stesso tempo sicurezza degli approvvigionamenti a garanzia della continuità produttiva; sostenibilità ambientale per la riduzione delle esternalità negative e competitività dei prezzi a garanzia di un minore divario dei costi delle forniture rispetto ai paesi competitor. In questo senso auspichiamo che la nuova legislatura europea riveda alcune delle decisioni assunte nell’ambito del Green Deal così da conseguire in tempi brevi esternalità positive su tutte le direttrici del trilemma energetico, come ha anche proposto dal presidente Draghi nel suo recente rapporto. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che il costo dell’energia elettrica sul mercato italiano nel 2024 è risultato più del 45% rispetto a quello della Germania e poco meno del doppio rispetto a quelli di Spagna e Francia. A pagarne le spese sono innanzitutto i consumatori, di Aurelio REGINA L IL TRILEMMA DELL’ENERGIA Aurelio Regina, Delegato del Presidente di Confindustria per l'Energia La posizione di Confindustria
12 PRIMO PIANO Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2024 con un impatto sull’equilibrio finanziario delle imprese. Per ridurre rapidamente la dipendenza dai combustibili fossili russi abbiamo, infatti, modificato le nostre rotte di approvvigionamento con dei riflessi in termini di costi. Si rende evidente la necessita di costruire un mix energetico in grado di conciliare tutte le fonti di energia nelle loro forme progressivamente più decarbonizzate, dal gas naturale all’idrogeno e al biometano, dalla cattura trasporto e stoccaggio della CO2 (CCS) alle fonti rinnovabili e al nucleare di ultima generazione, dai prodotti petroliferi tradizionali fino ai biocarburanti e alle altre alimentazioni alternative per la mobilità sostenibile, in un’ottica di piena neutralità tecnologica che guardi alla competitività complessiva del sistema. Dobbiamo fare assolutamente frutto dell’esperienza maturata negli ultimi due anni in cui si è creato un nuovo mondo con assetti geo-energetici non ancora definiti, una profonda instabilità (alimentata anche dalle numerose guerre che si susseguono nel mondo e nell’area euro-asiatica), mercati energetici altamente instabili e un Paese, il nostro, ancora fortemente dipendente dall’importazioni di materie prime e commodities energetiche dall’estero. Per questo risulta importante recuperare una “visione d’insieme” dell’intero sistema energetico nazionale e valorizzare il grande patrimonio infrastrutturale dell’Italia e la significativa esperienza e competenze delle sue aziende, che sarà cruciale per aiutare l’Italia ad imporsi come nuovo hub europeo dell’energia e del gas sfruttando la sua posizione centrale nel Mar Mediterraneo. L’industria italiana vuole cogliere, infatti, l’opportunità della decarbonizzazione, sia per ridurre l’impatto ambientale dei processi hard to abate che per sviluppare filiere produttive legate alla transizione energetica. E vista l’importanza che il tessuto produttivo riveste nel sistema economico, si devono definire chiaramente le misure finalizzate a stimolare e supportare gli ingenti investimenti necessari al percorso di decarbonizzazione. Non dimentichiamo che l’industria italiana è impegnata nella transizione energetica presentando una intensità energetica inferiore rispetto alle principali economie del vecchio continente. Infatti, l’Italia primeggia per produttività energetica, ossia l’output economico che è prodotto per unità di energia impiegata avendo disaccoppiato la Risulta importante recuperare una “visione d’insieme” dell’intero sistema energetico nazionale e valorizzare il grande patrimonio infrastrutturale dell’Italia e la significativa esperienza e competenze delle sue aziende Foto thainoipho © 123RF.com
13 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2024 PRIMO PIANO domanda di energia dal valore aggiunto manifatturiero. Inoltre, la crisi energetica del 2022 ha messo a dura prova il sistema industriale italiano, già indebolito dalla pandemia, che nonostante tutto si è dimostrato resiliente e capace di affrontare le sfide che gli si presentano. Con il difficile e sfidante percorso verso la decarbonizzazione, quindi, occorrono azioni e provvedimenti incisivi e capaci di mostrare il loro effetto nel medio-lungo termine a beneficio di tutti. Per questo Confindustria si sta muovendo su un ampio ventaglio di iniziative volte a proporre azioni di medio e lungo periodo. Tra le azioni di medio termine, abbiamo le misure volte a garantire un approvvigionamento per le imprese a prezzi competitivi, sviluppando la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e rilanciando anche la produzione nazionale di gas. Nel lungo periodo, invece, stiamo dando spazio a nuove tecnologie per garantire la competitività e la sicurezza energetica sostenendo, al tempo stesso, il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione. A tale proposito Confindustria sta sviluppando un progetto di approfondimento sugli impianti nucleari di piccola taglia con il supporto scientifico di Enea integrandosi, così, nel processo di ripresa del dibattito sul nucleare e adottando una posizione comune dell’Industria italiana sulla strategia per lo sviluppo del mix energetico nazionale. La crisi energetica del 2022 ha messo a dura prova il sistema industriale italiano, già indebolito dalla pandemia, che nonostante tutto si è dimostrato resiliente e capace di affrontare le sfide che gli si presentano Aurelio Regina è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2019. Nel 2006 partecipa all’acquisizione di Manifatture Sigaro Toscano e viene nominato presidente, ruolo che ricopre fino al 2018 quando ne diventa vice presidente esecutivo. Oggi Manifatture Sigaro Toscano, con una filiera di 250 tabacchicoltori e 1.800 addetti, produce oltre 200 milioni di sigari ed esporta circa il 30% della produzione in 70 paesi e occupa 400 dipendenti. Aurelio Regina è anche presidente di Sisal Group, gruppo di società leader in Italia nel settore del gioco e dei servizi di pagamento Foto pitinan © 123RF.com
IMPRESE e TERRITORI Ti sosteniamo nel fare impresa, con prodotti e servizi dedicati. Cresce la tua azienda, cresce il nostro Paese. bancobpm.it Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Per le condizioni contrattuali ed economiche si prega di fare riferimento ai Fogli Informativi disponibili presso le Filiali e sul sito bancobpm.it alla sezione “Trasparenza”. La concessione del finanziamento è subordinata all’esito positivo dell’iter di valutazione del merito creditizio da parte della Banca.
15 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2024 PRIMO PIANO A colloquio con Paolo ARRIGONI Efficienza ed energy release PER SOSTENERE LE IMPRESE economia italiana sta affrontando una doppia sfida energetica: da un lato la decarbonizzazione, dall’altro la necessità di ridurre i costi energetici per le imprese, quasi doppi rispetto alla Francia e superiori del 45% rispetto alla Germania. Ne parliamo con Paolo Arrigoni, presidente del Gse (Gestore dei servizi energetici). Presidente, quali sono le scelte più urgenti in materia di energia? L’impennata dei costi energetici legata all’aumento generalizzato del prezzo del gas si riverbera sui mercati energetici europei in maniera differente. In Italia questo incremento sta avendo una maggior incidenza e il costo dell’energia, che rispetto al periodo pre-Ccovid già scontava un costo maggiore di circa il 15% rispetto agli altri paesi, ha oggi raggiunto livelli che rischiano fortemente di rendere il nostro tessuto produttivo decisamente meno competitivo. Per diminuire questo gap è necessario ridurre la nostra dipendenza dal gas, che comunque resta nel medio termine fondamentale per garantire al Paese una base load affidabile, attraverso l’efficientamento energetico e la diffusione delle fonti rinnovabili, non solo elettriche ma anche incrementando la produzione di biometano; soluzioni queste che contribuiscono ad attenuare i costi energetici, riducono la dipendenza energetica e supportano il percorso di decarbonizzazione che il Paese si è impegnato a compiere. Il Gse sta operando su più fronti: quali sono i principali? Il Gse, braccio operativo del governo e promotore dello sviluppo sostenibile del Paese, sta trasformando il proprio ruolo da soggetto attuatore a soggetto facilitatore e abilitatore della transizione energetica. Le molteplici attività in cui è impegnato possono esser ricondotte a quattro direttrici di azione: l’operatività, il monitoraggio, il supporto e la promozione. Sono circa 30 i meccanismi di incentivazione che gestiamo dedicati allo sviluppo degli impianti a fonti rinnovabili, degli interventi di efficienza energetica e della mobilità sostenibile e siamo il soggetto gestore di diverse linee di investimento del Pnrr, di cui sei relative la Missione 2 “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica” per l’assegnazione di 8,3 miliardi di euro di contributi, e una settima linea relativa a Piano Transizione 5.0 da 6,3 miliardi di euro. Monitoriamo il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità intermedi e al 2030 del Pniec (Piano Energia e Clima), supportiamo il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (Mase) nell’aggiornamento del Pniec e nella definizione della struttura normativa e di regolamentazione, assistiamo le Pubbliche amministrazioni, centrali e locali, nell’attuazione delle proprie politiche Paolo Arrigoni L’
PRIMO PIANO Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2024 L’obiettivo è quello di supportare le aziende italiane nel massimizzare i benefici dell’autoproduzione di energia e degli interventi di efficienza energetica, creando le condizioni per beneficiare anche degli strumenti messi a disposizione dal Gse, come i Certificati Bianchi. L’ energy release dovrebbe aiutare le imprese energivore. Come funziona questo strumento? Il decreto Energy Release, che va visto all’interno di una serie di provvedimenti volti a tutelare la competitività del sistema produttivo, può esser interpretato come un prestito di energia a condizioni agevolate, dove il Gse funge da “Banca dell’energia”. Le realtà che intendono aderire alla misura avranno la possibilità di accedere per tre anni all’energia elettrica energetiche e le imprese nella realizzazione di processi di efficientamento energetico e nell’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili. Inoltre, nell’ultimo anno abbiamo potenziato la nostra attività di promozione con iniziative specifiche nei territori come il Road Show “Diamo energia al cambiamento”, che sta attraversando l’Italia con lo scopo di far conoscere a sindaci e pubblici amministratori, alle imprese, alle associazioni di categoria e alle Camere di Commercio, gli strumenti e le opportunità offerte dalla società e introdurre gli studenti delle scuole superiori italiane alla cultura della sostenibilità. Affianchiamo inoltre il Mase nella Road map che sta raggiungendo tutte le regioni italiane, ideata per diffondere la conoscenza delle Comunità energetiche rinnovabili e dell’autoconsumo diffuso. Qual è il supporto che il Gse sta dando al settore industriale per quel che riguarda l’efficientamento energetico? Il Gse, che sta basando la sua azione sul confronto e sull’ascolto, oltre a istituire la funzione dedicata “Promozione e Assistenza alle Imprese” e ad organizzare seminari, webinar e incontri, sta stipulando una serie di convenzioni con associazioni di categoria, in particolare con quelle dei settori hard to abate rappresentati dalle filiere della carta, del vetro, dell’acciaio, del cemento e della chimica. 16 Foto teteraandrey © 123RF.com Il decreto Energy Release può esser interpretato come un prestito di energia a condizioni agevolate, dove il Gse funge da “Banca dell’energia”
17 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2024 PRIMO PIANO nella disponibilità del Gse al prezzo agevolato di 65 Euro/MWh, impegnandosi ad investire nella realizzazione di impianti a fonti rinnovabili. L’energia prodotta dai nuovi impianti permetterà di coprire parte del fabbisogno energetico delle aziende e, nei 20 anni successivi alla realizzazione, di restituire al Gse l’energia comprata a costo calmierato. Siete impegnati anche nel settore agricolo con i fondi del Pnrr. Come stanno rispondendo le imprese e quali sono gli obiettivi? Con tre procedure competitive abbiamo ammesso circa 22mila domande di accesso ai 2,35 miliardi di euro di contributi previsti dal Pnrr per lo sviluppo del parco agrisolare italiano. Gli impianti delle aziende agricole assegnatarie degli incentivi, oltre a ridurre i costi energetici, garantiranno al sistema energetico nazionale una potenza rinnovabile cumulata di almeno 1,5 GW. Con la procedura dedicata all’assegnazione del fondo da 1,1 miliardi di contributi previsti dal Pnrr per lo sviluppo dell’agrivoltaico avanzato, sono stati invece ammessi 540 progetti, per una ulteriore potenza rinnovabile pari a 1.548 MW: un valore decisamente maggiore rispetto all’obiettivo previsto di 1,07 GW. In favore del comparto agricolo non vanno, inoltre, dimenticati i fondi per lo sviluppo del biometano attraverso tariffe incentivanti e contributi in conto capitale. Si tratta di 1.730 milioni che, stimolando l’economia circolare, permetteranno alle aziende agricole di valorizzare gli scarti agricoli, zootecnici e della frazione organica dei rifiuti solidi urbani, trasformandoli in risorsa. Lo sviluppo del biometano è essenziale per la decarbonizzazione dei trasporti e permetterà di aumentare la sicurezza energetica nazionale. Le prime quattro procedure dedicate allo sviluppo del biometano hanno assegnato fondi a 273 progetti di nuova realizzazione di impianti o riconversione di impianti a biogas esistenti. Ben 255 di queste iniziative riguardano la valorizzazione degli scarti agricoli e zootecnici. Ulteriori 193 milioni finanzieranno le pratiche ecologiche dedicate all’efficientamento energetico degli impianti esistenti. Qual è lo stato di salute delle rinnovabili in Italia e quali gli obiettivi che nel prossimo futuro possiamo raggiungere? Nei primi dieci mesi del 2024 si sono aggiunti 6,2 GW di potenza rinnovabile ai 67 GW di capacità installata a fine 2023. Un dato in costante crescita negli ultimi anni, considerati gli incrementi di circa 1 GW nel 2021, nel 2022 di 3 GW e nel 2023 di 5,7 GW. Per raggiungere l’obiettivo previsto nel Pniec di 131 GW di capacità rinnovabile installata al 2030 occorrono ulteriori 57 GW. Al netto delle iniziative di mercato o relative ad accordi con PPA che si avranno, i meccanismi di incentivazione già varati (DM CER e autoconsumo diffuso, Energy Release) o in via di approvazione che saranno gestiti dal Gse, tra cui i bandi previsti dal FER2 e dal FERX cumulativamente saranno potenzialmente in grado di garantire circa ulteriori 85 GW di nuova potenza rinnovabile al 2030, assicurando al nostro Paese, oltre che di rispettare gli impegni presi in ambito europeo, una maggiore indipendenza energetica e una riduzione generalizzata del costo dell’energia. Il nostro obiettivo è quello di supportare le aziende italiane nel massimizzare i benefici dell’autoproduzione di energia, creando le condizioni per beneficiare di agevolazioni Foto lariba © 123RF.com
IL BRAND ITALIANO DELLO SHOPPING galleriebennet.com
19 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2024 PRIMO PIANO a questione degli elevati costi energetici aveva mostrato le prime avvisaglie già nel 2021, poi lo scoppio della guerra in Ucraina l’anno successivo con lo stop alle forniture di gas naturale dalla Russia ha costretto l’Europa a rivedere la propria politica energetica, rompendo una dipendenza sulla quale il Vecchio Continente si era “colpevolmente” adagiato per troppo tempo. Oggi la questione energetica resta in ogni caso di grande attualità per via della transizione ecologica intrapresa dall’Unione europea. Ma che cosa accade concretamente fra le imprese? Come incidono gli alti costi e come si stanno attrezzando le industrie? Ne abbiamo parlato con Franco Manfredini, presidente della Commissione Energia di Confindustria Ceramica e Cavaliere del Lavoro. Presidente Manfredini, quanto incidono i consumi elettrici nell’industria della ceramica? L’industria della ceramica appartiene alla categoria dei settori manifatturieri energivori. Oltre all’uso di energia elettrica per far funzionare impianti estremamente automatizzati, utilizziamo grandi quantità di gas naturale per uso termico, indispensabile per trasformare, attraverso la cottura ad alte temperature, materie prime naturali in pregiato prodotto ceramico. L’insieme di queste due fonti energetiche ha una incidenza che arriva fino a un terzo del costo industriale del prodotto finito e i prezzi per il loro approvvigionamento in Italia sono mediamente tre volte superiori a quelli che pagano i nostri sempre più numerosi e agguerriti competitors extra Europei. Da considerare che, al costo dell’energia elettrica e del gas naturale, vanno aggiunti gli oneri delle emissioni imposti da alcuni anni dalla procedura europea Emission Trading Scheme (ETS), costi destinati a crescere in futuro a livelli imprevedibili. Che conseguenze ha avuto sinora l’elevato costo dell’elettricità per il vostro settore e come vi avete fatto fronte? L’elevato costo dell’energia è uno degli elementi che hanno determinato negli ultimi anni una stasi, quando non un calo, della produzione italiana, pur mantenendo la leadership mondiale tecnologica e d’immaIntervista a Franco MANFREDINI di Silvia Tartamella L Franco Manfredini LEGIFERARE senza penalizzare
20 PRIMO PIANO Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2024 gine del prodotto made in Italy. In questo periodo, a livello europeo, abbiamo ottenuto provvidenziali imposizioni di dazi anti dumping nei confronti della Cina, provvedimenti che sono tuttora in atto. Le imprese della ceramica hanno avviato progetti per ridurre il consumo di elettricità? Per ridurre il consumo dell’energia, sia del gas che dell’energia elettrica, il nostro settore ha realizzato forti investimenti in efficientamento degli impianti, nella evoluzione tecnologica del processo produttivo e nell’offerta di prodotti a spessore più ridotto. Consistenti sono gli impianti fotovoltaici installati con i pannelli solari situati sui capannoni produttivi. Un importante risultato sul fronte del risparmio energetico e della correlata riduzione delle emissioni è stato raggiunto attraverso la cogenerazione nei siti produttivi di energia elettrica, adottata da molte aziende ceramiche italiane, che ha permesso, fra l’altro, un uso di fonte di calore residuo che in altre situazioni andrebbe disperso. State facendo ricorso alle opportunità dell’energy release? Nella concreta attuazione di questa procedura si chiedono alle imprese impegni di lungo periodo, particolarmente difficili per imprese medio piccole e, mi pare, manchino idonee garanzie rispetto a possibili cause esterne che ritardino o impediscano la realizzazione degli impianti. Pensate che un ritorno al nucleare con la tecnologia Smr (Small modular reactor) sia necessaria, anche se le prime centrali saranno realizzabili nel 2032-33? Siamo favorevoli soprattutto al principio della neutralità tecnologica, che deve sempre ispirare le scelte dell’autorità politica. L’adozione di una soluzione piuttosto di un’altra deve essere lasciata ai risultati di una collaudata sperimentazione e al responso del mercato, per evitare i disastri spesso causati da politiche economiche basate sull’ideologia o la presunzione dirigistica. Che altre proposte avete per ridurre i costi dell’energia? Siamo, per definizione, un settore manifatturiero “hard to abate” con forte esposizione alla competizione mondiale: oltre l’80% del nostro prodotto viene esportato in tutto il mondo. Siamo pronti come settore a investire tutto quello che serve per la transizione energetica che l’Europa ci sta imponendo, ma al momento non sono prevedibili vettori energetici concretamente disponibili, dal punto di vista tecnologico ed economico, alternativi all’uso del gas naturale. La stessa Commissione europea proclama di volere evitare la delocalizzazione della nostra industria e comunque l’importazione del manufatto da paesi che non tengono in nessun conto le problematiche ambientali che noi ci poniamo, e di volere impedire il danno economiUn importante risultato sul fronte del risparmio energetico è stato raggiunto attraverso la cogenerazione nei siti produttivi di energia elettrica, adottata da molte aziende ceramiche Foto jegas © 123RF.com
21 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2024 PRIMO PIANO tica senza danneggiare la competitività del sistema manifatturiero, il cui mantenimento ne rappresenta piuttosto la precondizione. Valga per tutti l’esempio negativo della crisi dell’industria automobilistica europea, conseguenza della acritica adozione di provvedimenti legislativi fuorvianti. Non vogliamo che la stessa situazione si abbia presto a riscontrare anche per il nostro distretto e settore produttivo. È quindi indispensabile che, da parte di chi ne ha la competenza, siano adottati con urgenza correttivi o deroghe alle direttive europee ora incombenti, che penalizzano la vita e il futuro delle nostre imprese. co e sociale della perdita di un distretto che occupa con l’indotto decine di migliaia di persone. Chiediamo pertanto, come già attuato per altri settori “hard to abate”, provvedimenti adeguati di deroga alle attuali procedure ETS che ci permettano di sopravvivere in una fase transitoria di durata imprevedibile. Le imprese della ceramica stanno usando i fondi Pnrr di Industria 5.0 per gli investimenti agevolati in energie rinnovabili? Devo purtroppo sottolineare che la declinazione che è stata data alla Commissione europea del principio “do not significant harm” (Dnsh) di fatto escluderà la quasi totalità dei progetti di innovazione che potevano essere presentati dalle imprese ceramiche. L’esclusione prevista per imprese ETS è illogica e vessatoria; penalizza proprio le imprese alle quali è chiesto di fare di più e che dovevano essere i destinatari naturali di Industria 5.0. Occorre evitare una errata convinzione secondo cui l’industrializzazione comporta inevitabilmente effetti negativi sull’ambiente. Sono convinto che si possa coniugare insieme rispetto per l’ambiente e perseguimento della neutralità climaFranco Manfredini è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2010. È presidente di Casalgrande Padana, prima azienda in Italia a focalizzare la propria produzione sul grès porcellanato. Oggi Casalgrande Padana con i suoi marchi esporta l’80% della produzione in più di 70 paesi, occupa 1.000 dipendenti e conta 5 stabilimenti ad alto contenuto tecnologico situati nel cuore del distretto ceramico più importante del mondo Siamo un settore manifatturiero “hard to abate” con forte esposizione alla competizione mondiale: oltre l’80% del nostro prodotto viene esportato in tutto il mondo Foto ismagilov © 123RF.com
Un futuro sostenibile è possibile. Anche grazie a noi. Marsilli progetta e realizza impianti per l’avvolgimento e l’assemblaggio di motori e bobine ad alta efficienza energetica per le tecnologie di domani. Automotive Appliances Applicazioni elettromecc. RFID Consumer electronics Altre e-Powertrain
23 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2024 PRIMO PIANO a questione energetica continua a rappresentare una sfida cruciale per le imprese italiane. Negli ultimi anni i costi per l’approvvigionamento dei vettori energetici hanno subito incrementi rilevanti, facendone registrare aumenti considerevoli del peso specifico nei bilanci aziendali. Seppur i picchi raggiunti nel corso del 2022 sembrerebbero ormai alle spalle, non si può certamente affermare che i costi siano completamente rientrati ai livelli pre crisi energetica. Questo scenario implica necessariamente una serie di conseguenze che impattano in maniera negativa sulle imprese e che possono essere contrastate solamente grazie a interventi tecnologici e organizzativi mirati. Proprio per questo, Bonomi Group crede fermamente che la transizione energetica debba essere vissuta come un’opportunità di crescita e non come una zavorra gravante sul sistema industriale. Poter contare su una riduzione dei costi di approvvigionamento della materia energia significa anche subire in maniera minore le fluttuazioni di mercato e garantire un livello di servizio più elevato verso il cliente. L’indipendenza energetica rappresenta probabilmente una chimera per aziende manifatturiere ad elevati consumi di energia; tuttavia, essa deve comunque rappresentare un obiettivo a lungo termine per tendere costantemente al miglioramento continuo e puntare ad un Pianeta più sostenibile. La salvaguardia del pianeta e la riduzione globale delle emissioni di gas serra passano inevitabilmente anche da una transizione energetica strutturale ed efficace. In quest’ottica Bonomi Group, da anni leader nel settore dell’idraulica, del riscaldamento e dell’energy per la produzione di articoli destinati al mercato idrotermosanitario, industriale, navale, oil&gas e multiutility, e che oggi conta undici insediamenti produttivi e otto unità commerciali in tutto il mondo, ha attuato, nel corso degli anni, una serie di investimenti in tema di efficienza energetica e sostenibilità. Di seguito se ne fornisce un quadro riassuntivo. L’ottenimento della certificazione UNI EN ISO 50001 “Sistemi di gestione dell’energia” nell’anno 2015, rappresenta il primo passo verso una gestione consapevole delle prestazioni energetiche aziendali. Investire in un sistema di monitoraggio dei consumi rende possibile l’indidi Aldo BONOMI L OCCASIONE PER CRESCERE Aldo Bonomi
25 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2024 PRIMO PIANO viduazione delle utenze maggiormente energivore al fine di attuare politiche di riduzione e ottimizzazione di consumi e relativi costi. Nel settore metalmeccanico, una delle utenze a maggior impatto energetico è la produzione di aria compressa. Proprio per questo motivo, abbiamo deciso di investire nel rinnovamento delle sale compressori delle nostre aziende, ottenendo importanti benefici in termini di riduzione dei consumi, grazie all’installazione di macchine ad alte performance. Altra fonte di consumo rilevante è rappresentata dall’illuminazione degli ambienti produttivi. Nel corso degli anni, abbiamo condotto numerosi investimenti per il rifacimento dei nostri impianti di illuminazione, sostituendo i corpi illuminanti tradizionali con quelli a tecnologia più efficiente Led. Inoltre, crediamo fermamente nella tecnologia fotovoltaica come indispensabile fonte di energia “green”. Abbiamo investito in cinque impianti fotovoltaici che ci consentono di giovare annualmente di un autoconsumo energetico significativo, che è risultato essere pari a 2.253 MWh nel corso del 2023. Infine, abbiamo promosso la mobilità sostenibile attraverso l’installazione di punti di ricarica per autoveicoli elettrici presso le nostre aziende. Il costante impegno di questi anni è stato coronato, nel 2022, con la pubblicazione del primo bilancio di sostenibilità della storia di Bonomi Group e oggi è disponibile la seconda edizione sul sito web aziendale. Riteniamo che questo strumento sia di importanza strategica al fine di comunicare con trasparenza, a tutte le nostre parti interessate, i traguardi e i risultati raggiunti dalle aziende del gruppo su questi aspetti. Una riflessione finale sull’Industria 5.0. La transizione energetica passa anche da qui, ma molte imprese faticano a implementare il piano a causa delle complesse procedure burocratiche per accedere agli incentivi. Si auspica una semplificazione delle procedure, così da coinvolgere più aziende e accelerare il processo di transizione. Panoramica interno produzione L’indipendenza energetica rappresenta probabilmente una chimera per aziende energivore; tuttavia, essa deve comunque rappresentare un obiettivo a lungo termine per tendere costantemente al miglioramento continuo Aldo Bonomi è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2013. È presidente e amministratore delegato di Bonomi Group, specializzato nella produzione di componenti per l’idraulica e il riscaldamento. Il Gruppo vanta sedi commerciali in Germania, Inghilterra, India, Nordamerica, Russia e Cina, una sede produttiva in Brasile, esporta il 50% della produzione e impiega oltre 1.000 dipendenti
www.zcspeople.it ZCS People crea un legame indissolubile tra innovazione e quotidiano, tra tecnologia e tocco umano. È una rivoluzione che parte dalle persone e si rivolge alle persone. Uniamo il progresso tecnologico delle soluzioni Zucchetti HR con la sensibilità umana per creare un futuro migliore. TIME & PAYROLL HCM COST & PLANNING SAFETY & SECURITY SERVIZI HR INNOVAZIONE DIGITALE CUORE UMANO UNITI DALLA PASSIONE, GUIDATI DALL'INNOVAZIONE, ISPIRATI DALL'UMANITÀ
27 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2024 PRIMO PIANO e emissioni legate alla produzione di energia costituiscono un problema critico a livello globale. La sola domanda di calore industriale rappresenta il 40% del totale dell’energia impiegata nel mondo. La dipendenza del settore industriale dai combustibili fossili è notevole, soprattutto per i processi che richiedono aria calda o vapore diretto, come l’essiccazione, la calcinazione e le reazioni chimiche. Attualmente, le caldaie a olio, carbone e gas forniscono la maggior parte del calore industriale, 24 ore al giorno. Il raggiungimento delle emissioni Net Zero è impossibile senza la decarbonizzazione del calore industriale. Alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2023, tenutasi a Dubai, quasi duecento paesi si sono uniti nell’impegno di eliminare gradualmente i combustibili fossili. La spinta verso l’elettrificazione pulita delle economie globali è più che mai impellente, stimolata dalla rapida espansione dell’energia eolica e solare e dalla volatilità dei prezzi dei combustibili fossili. Il Gruppo Magaldi ha colto questa sfida rea- lizzando il sistema “Magaldi Green Thermal Energy Storage” (Mgtes) per l’accumulo di energia termica e la produzione di vapore o aria ad alta temperatura, senza emissioni di CO2. Il sistema impiega energia elettrica rinnovabile, prodotta da impianti fotovoltaici ed eolici, per loro natura discontinui, e la accumula sotto forma di energia termica, in grado di generare vapore o aria fino a 600 °C, 24 ore al giorno. Mgtes è costituito da uno o più moduli tra loro interconnessi, contenenti un letto fluido di sabbia silicea, che rappresenta il cuore dell’innovativo sistema di accumulo e trasferimento dell’energia. Si tratta di un sistema affidabile, flessibile e completamente sostenibile in termini ecologici, in quanto impiega, come mezzo di accumulo termico, la sabbia, un materiale abbondante e facilmente reperibile in natura, privo di rischi chimici e di contaminazione dell’ambiente. L’area industriale della Magaldi, a Buccino, ospita un sistema pilota Mgtes, denominato ALPHA-4, di circa 4 MWh di accumulo di energia termica, su cui sono state condotte le attività di ricerca e sviluppo e una completa campagna sperimentale, per diverse migliaia di ore di Mario MAGALDI L VIE SOSTENIBILI per l’accumulo termico Mario Magaldi
Across the World www.damicoship.com
29 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2024 PRIMO PIANO di esercizio. La prima applicazione, realizzata in collaborazione con Enel, riguarda la fornitura di energia termica verde per soddisfare i bisogni energetici dell’industria alimentare I.GI, fornitore del Gruppo Ferrero, con sede nell’area industriale di Buccino, mediante un impianto Mgtes, alimentato da fotovoltaico e/o dalla rete, con capacità di accumulo di circa 8 MWh termici, per la produzione di vapore verde. Si prevede che il sistema porterà ad una riduzione delle emissioni di CO2 nel sito di oltre 500 tonnellate l’anno. L’elettrificazione dei processi industriali, accoppiata ad affidabili sistemi di accumulo termico, contribuisce inoltre alla stabilità della rete elettrica, potendo fornire servizi di “Demand Response”, migliora l’indipendenza energetica e protegge le industrie dalla volatilità dei prezzi dell’energia. I campi di applicazione sono vastissimi, in tutti i settori industriali che impiegano energia termica, per processi a medie-alte temperature. Con la crescente penetrazione delle energie rinnovabili, le ore di energia elettrica verde disponibile a costi bassi o addirittura negativi, aumenteranno e al contempo cresceranno i costi per le emissioni di CO2, rendendo il sistema Mgtes economicamente sempre più competitivo rispetto ai sistemi alimentati a combustibile fossile. In uno scenario di crescente integrazione delle energie rinnovabili nel sistema elettrico e dell’urgenza di decarbonizzare il settore industriale, le tecnologie di accumulo termico a lunga durata in grado di fornire servizi “Power to Heat” assumono un’importanza cruciale. Si legge in un recente report di McKinsey “Net-zero electrical heat: a turning point in feasibility”: “Sebbene l’elettrificazione offra un percorso chiaro verso la decarbonizzazione, la mancanza di conoscenza delle tecnologie disponibili in commercio per il riscaldamento industriale a basse emissioni di carbonio, come l’accumulo termico, ha causato alcune perplessità. Una migliore comprensione delle tecnologie disponibili può aiutare le aziende industriali a progredire nell’elettrificazione”. Sarà sempre più importante comprendere che, in tema di transizione ecologica, un cambio di visione, quale quello dell’elettrificazione dei processi industriali con sistemi di accumulo termico alimentati da rinnovabili, è determinante per decarbonizzare il mondo dell’industria, in una visione di sostenibilità e competitività più ampia, coerente con le sfide del futuro. Fluidizzazione della sabbia all’interno del modulo MGTES La sola domanda di calore industriale rappresenta il 40% del totale dell’energia impiegata nel mondo. Protetto da brevetto mondiale, Mgtes è un sistema per l’accumulo di energia termica e la produzione di calore verde per le industrie Mario Magaldi è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2013. È presidente e ceo di Magaldi Group. Ha trasformato l’azienda paterna divenuta leader mondiale nella produzione di impianti industriali a basso impatto ambientale per la movimentazione di materiali ad alta temperatura impiegati nei processi produttivi di acciaierie, fonderie, cementifici, industrie minerarie, centrali termoelettriche. 61 le famiglie di brevetti che hanno generato 984 brevetti internazionali
31 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2024 PRIMO PIANO l tessuto industriale italiano e non solo, specialmente declinato nel mondo manifatturiero e nelle aziende “energivore”, sta osservando da tempo un consistente incremento dei costi operativi. Una dinamica che mette di fronte a nuove sfide, a cui serve rispondere con efficacia per garantire la salute dell’impresa. In primo luogo, è necessario salvaguardare lo slancio competitivo, la generazione di valore sul territorio (in particolare, i livelli di occupazione) e il focus in ricerca e formazione. Pilastri che acquistano concretezza se sostenuti da un supporto istituzionale strutturato e deciso, capace di potenziare le attuali misure al fine di mitigare l’impatto dell’aumento dei costi. Il fenomeno interessa specialmente il costo dell’energia, risorsa con cui lavoriamo ogni giorno e di cui conosciamo il valore. Valvitalia, Gruppo multinazionale italiano di cui sono fondatore e presidente, è specializzata nella progettazione, produzione e distribuzione di valvole, attuatori, raccordi e sistemi gas per l’industria energetica, oltre che di soluzioni antincendio per i settori navale, ferroviario e infrastrutturale. Oggi il Gruppo opera in otto stabilimenti, di cui cinque in Italia e tre all’estero, e conta circa 800 dipendenti, di cui 650 in Italia. Il costante rinnovo dei macchinari, l’utilizzo di tecnologie sempre più sulla frontiera dell’innovazione e l’efficientamento energetico sono alcune delle strategie che abbiamo messo in atto, oltre al potenziamento degli investimenti nella direzione della sostenibilità e dell’utilizzo di fonti rinnovabili. Oltre ad una struttura specializzata in R&D, Valvitalia presenta cinque business unit tra cui Tecnoforge, fondata nel 1965 e oggi leader internazionale nella produzione di raccordi e flange. Per questa realtà, che è parte del Gruppo dal 2005, stiamo sperimentando la sospensione temporanea della produzione dalle ore 21 fino alle ore 6 della mattina seguente, concentrando la produzione su due turni diurni. La sede piacentina di Castel San Giovanni, che si estende per quasi 142mila metri quadrati di cui quasi 36mila coperti, è contraddistinta dal consumo di grandi quantità di energia: le linee di produzione presentano una serie di forni alimentati a gas metano che raggiungono temperature fino a 1.000 gradi celsius. di Salvatore RUGGERI I Efficientamento e tecnologie DI FRONTIERA Salvatore Ruggeri
33 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2024 PRIMO PIANO Questa misura ci consente di ottimizzare i costi senza incidere sulla qualità e la quantità dei prodotti, e di generare un sensibile risparmio in termini energetici e di CO2 emessa. Inoltre, abbiamo realizzato un nuovo layout delle vasche del trattamento di bonifica adiacenti ai forni al fine di ottimizzare il carico degli stessi. Gli stabilimenti di Castel San Giovanni presentano anche un impianto fotovoltaico in grado di sostenere oltre il 20% dei consumi energetici del plant, che sfiorano gli 1,7 milioni di kWh annui. Il Gruppo provvede al costante monitoraggio delle attività produttive per mappare e conseguentemente ridurre la carbon footprint, al fine di incrementare ulteriormente il legame sostenibile con i territori di riferimento. Valvitalia ha definito una serie di programmi per potenziare la sensibilità ecologica dei suoi collaboratori, sensibilizzando sull’importanza dei principi Esg. Abbiamo abbandonato l’uso di plastica negli uffici e nel consumo di cibi e bevande, rimodulato l’utilizzo dell’illuminazione e disincentivato la stampa cartacea, contribuendo a generare una cultura aziendale più responsabile. Ad inizio 2025 verrà pubblicato il primo Report di Sostenibilità del Gruppo, a testimonianza dell’impegno di Valvitalia nel proseguire un percorso sempre più orientato all’ambiente e alle persone. Non solo nei comportamenti dei singoli e nel modo di fare impresa, ma anche nella struttura dell’offerta, definendo il migliore mix energetico a supporto di una transizione sicura ed efficace. Un esempio arriva dalla divisione Fire Fighting, che ha progettato e realizzato un sistema antincendio di tipo “Water Mist” che abbatte il consumo di acqua di circa il 60% e quello energetico del 40% a parità di prestazioni, ottimizzando i gruppi di pompaggio e la quantità di acciaio impiegato. La crescita dei risultati di Valvitalia è sostenuta da un trend favorevole che sta caratterizzando tutti i settori in cui opera ed è favorita dall’eccellente lavoro diplomatico delle ambasciate italiane, che ci affiancano nei rapporti con i nostri clienti in 115 paesi. In forte accelerazione sono le applicazioni nei comparti green come l’idrogeno: abbiamo testato e lanciato nuovi prodotti idonei ad applicazioni 100% H2 per condizioni estreme, grazie anche alla collaborazione con il Politecnico di Milano. Centrali sono anche la Carbon Capture Utilisation and Storage (CCUS), in grado di far fronte alla concentrazione di CO2 di origine antropica in atmosfera, il settore idroelettrico e la limitazione delle fugitive emissions, per cui abbiamo progettato l’attuatore “Zero Emissioni”. Valvitalia è inoltre alla finestra per supportare lo sviluppo delle fonti di energia nucleare, e in particolare dei reattori modulari di piccole dimensioni, di cui la Commissione europea riconosce il potenziale contributo al raggiungimento degli obiettivi energetici e climatici del Green Deal. Valvitalia è alla finestra per supportare lo sviluppo delle fonti di energia nucleare, e in particolare dei reattori modulari di piccole dimensioni Salvatore Ruggeri è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2009. È presidente e amministratore delegato del Gruppo Valvitalia SpA, attivo nella progettazione e produzione di apparecchiature e componenti destinati all’industria petrolifera, petrolchimica e del gas naturale. In soli dieci anni è riuscito a portare il Gruppo ad essere il primo in Italia e quinto nel mondo con una esportazione del 90% in 115 Paesi. I dipendenti sono circa 800 Nel 2023 Valvitalia ha realizzato ricavi per 181 milioni di euro, in crescita del 36% sul 2022
RkJQdWJsaXNoZXIy NDY5NjA=