Civiltà del Lavoro, n. 6/2024

20 PRIMO PIANO Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2024 gine del prodotto made in Italy. In questo periodo, a livello europeo, abbiamo ottenuto provvidenziali imposizioni di dazi anti dumping nei confronti della Cina, provvedimenti che sono tuttora in atto. Le imprese della ceramica hanno avviato progetti per ridurre il consumo di elettricità? Per ridurre il consumo dell’energia, sia del gas che dell’energia elettrica, il nostro settore ha realizzato forti investimenti in efficientamento degli impianti, nella evoluzione tecnologica del processo produttivo e nell’offerta di prodotti a spessore più ridotto. Consistenti sono gli impianti fotovoltaici installati con i pannelli solari situati sui capannoni produttivi. Un importante risultato sul fronte del risparmio energetico e della correlata riduzione delle emissioni è stato raggiunto attraverso la cogenerazione nei siti produttivi di energia elettrica, adottata da molte aziende ceramiche italiane, che ha permesso, fra l’altro, un uso di fonte di calore residuo che in altre situazioni andrebbe disperso. State facendo ricorso alle opportunità dell’energy release? Nella concreta attuazione di questa procedura si chiedono alle imprese impegni di lungo periodo, particolarmente difficili per imprese medio piccole e, mi pare, manchino idonee garanzie rispetto a possibili cause esterne che ritardino o impediscano la realizzazione degli impianti. Pensate che un ritorno al nucleare con la tecnologia Smr (Small modular reactor) sia necessaria, anche se le prime centrali saranno realizzabili nel 2032-33? Siamo favorevoli soprattutto al principio della neutralità tecnologica, che deve sempre ispirare le scelte dell’autorità politica. L’adozione di una soluzione piuttosto di un’altra deve essere lasciata ai risultati di una collaudata sperimentazione e al responso del mercato, per evitare i disastri spesso causati da politiche economiche basate sull’ideologia o la presunzione dirigistica. Che altre proposte avete per ridurre i costi dell’energia? Siamo, per definizione, un settore manifatturiero “hard to abate” con forte esposizione alla competizione mondiale: oltre l’80% del nostro prodotto viene esportato in tutto il mondo. Siamo pronti come settore a investire tutto quello che serve per la transizione energetica che l’Europa ci sta imponendo, ma al momento non sono prevedibili vettori energetici concretamente disponibili, dal punto di vista tecnologico ed economico, alternativi all’uso del gas naturale. La stessa Commissione europea proclama di volere evitare la delocalizzazione della nostra industria e comunque l’importazione del manufatto da paesi che non tengono in nessun conto le problematiche ambientali che noi ci poniamo, e di volere impedire il danno economiUn importante risultato sul fronte del risparmio energetico è stato raggiunto attraverso la cogenerazione nei siti produttivi di energia elettrica, adottata da molte aziende ceramiche Foto jegas © 123RF.com

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