Civiltà del Lavoro, n. 6/2024

31 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2024 PRIMO PIANO l tessuto industriale italiano e non solo, specialmente declinato nel mondo manifatturiero e nelle aziende “energivore”, sta osservando da tempo un consistente incremento dei costi operativi. Una dinamica che mette di fronte a nuove sfide, a cui serve rispondere con efficacia per garantire la salute dell’impresa. In primo luogo, è necessario salvaguardare lo slancio competitivo, la generazione di valore sul territorio (in particolare, i livelli di occupazione) e il focus in ricerca e formazione. Pilastri che acquistano concretezza se sostenuti da un supporto istituzionale strutturato e deciso, capace di potenziare le attuali misure al fine di mitigare l’impatto dell’aumento dei costi. Il fenomeno interessa specialmente il costo dell’energia, risorsa con cui lavoriamo ogni giorno e di cui conosciamo il valore. Valvitalia, Gruppo multinazionale italiano di cui sono fondatore e presidente, è specializzata nella progettazione, produzione e distribuzione di valvole, attuatori, raccordi e sistemi gas per l’industria energetica, oltre che di soluzioni antincendio per i settori navale, ferroviario e infrastrutturale. Oggi il Gruppo opera in otto stabilimenti, di cui cinque in Italia e tre all’estero, e conta circa 800 dipendenti, di cui 650 in Italia. Il costante rinnovo dei macchinari, l’utilizzo di tecnologie sempre più sulla frontiera dell’innovazione e l’efficientamento energetico sono alcune delle strategie che abbiamo messo in atto, oltre al potenziamento degli investimenti nella direzione della sostenibilità e dell’utilizzo di fonti rinnovabili. Oltre ad una struttura specializzata in R&D, Valvitalia presenta cinque business unit tra cui Tecnoforge, fondata nel 1965 e oggi leader internazionale nella produzione di raccordi e flange. Per questa realtà, che è parte del Gruppo dal 2005, stiamo sperimentando la sospensione temporanea della produzione dalle ore 21 fino alle ore 6 della mattina seguente, concentrando la produzione su due turni diurni. La sede piacentina di Castel San Giovanni, che si estende per quasi 142mila metri quadrati di cui quasi 36mila coperti, è contraddistinta dal consumo di grandi quantità di energia: le linee di produzione presentano una serie di forni alimentati a gas metano che raggiungono temperature fino a 1.000 gradi celsius. di Salvatore RUGGERI I Efficientamento e tecnologie DI FRONTIERA Salvatore Ruggeri

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