Civiltà del Lavoro, n. 6/2024

65 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2024 ne nel 2025 sarà un momento fondamentale per noi. Stiamo progettando uno spazio che rispecchi la nostra visione di lusso contemporaneo, un luogo dove i clienti possano vivere un’esperienza unica, immergersi nel mondo Louis Vuitton in maniera totalmente nuova. Una vera e propria destinazione con una novità importante per l’Italia: il primo ristorante Louis Vuitton, un caffè e, oltre a tutti i métiers della Maison, per la prima volta, uno spazio dedicato all’universo del design e ai complementi d’arredo. A livello globale, LVMH ha annunciato la partenrship con Formula 1 per la prossima stagione 2025, dove Louis Vuitton avrà un ruolo attivo oltre a continuare la lunga tradizione de “La vittoria viaggia in Louis Vuitton” realizzando il baule porta trofeo di questa celebre competizione così come per molte altre, ad esempio nel campo del tennis e del calcio. Che momento sta vivendo il settore dell’alta moda? Il settore dell’alta moda sta attraversando un momento molto interessante, ricco di sfide ma anche di straordinarie opportunità. Le dinamiche geopolitiche sono instabili, con sfide come il rallentamento della Cina e un’Europa che sta cercando di ridefinire la propria identità in un contesto di cambiamenti globali. Il settore del lusso, purtroppo, non è immune a queste turbolenze e il mercato risulta difficile da decifrare e da prevedere con certezza. C’è una continua evoluzione delle aspettative dei consumatori, che sono sempre più attenti alla sostenibilità, alla qualità e all’autenticità. Oggi, il lusso non è più solo un simbolo di status, ma un’esperienza che deve riflettere i valori di chi lo sceglie. In questo contesto, le maison di alta moda hanno la responsabilità di innovare senza mai perdere di vista la loro eredità, il loro savoirfaire e il legame con la tradizione artigianale. Il lusso è qualcosa in cui si investe sempre a lungo termine. Ma ci saranno momenti in cui bisognerà essere prudenti, in questi momenti, la chiave è la solidità, la visione e la capacità di mantenere il focus sugli obiettivi. Nonostante le difficoltà, sono ottimista sul futuro del lusso, perché la sua forza risiede nella capacità di adattarsi e di evolvere. Quali emozioni ha provato quando è stato nominato Cavaliere del Lavoro? Essere nominato Cavaliere del Lavoro è stato un onore, un riconoscimento di cui sono molto entusiasta e grato. È una testimonianza del valore del lavoro, della dedizione e della passione che ho sempre messo in ogni progetto, e soprattutto in tutto ciò che ho fatto nel mondo del lusso. Mi ha colpito profondamente che questo riconoscimento sia arrivato non solo per i risultati professionali, ma anche per l’impegno nel sostenere l’artigianato, l’innovazione e la cultura. È un onore che condivido in primis con Bernard Arnault e il gruppo LVMH, con la mia famiglia, sempre al mio fianco in ogni raggiungimento professionale e personale e non ultimi con i collaboratori e le persone con cui ho avuto la fortuna di lavorare, perché un risultato del genere è sempre frutto di un lavoro di squadra. Louis Vuitton, manifattura di calzature di Fiesso d'Artico

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