29 FOCUS Civiltà del Lavoro | gennaio • febbraio • marzo 2025 ome fronteggiare l’incertezza determinata dall’andamento della congiuntura e dalle minacce di dazi di Trump? Quali interventi europei e nazionali sarebbero necessari per contrastare il calo della produzione industriale che va avanti dall’inizio del 2023? Ne parliamo con l’economista Alessandra Benedini, Associate Partner di Prometeia, curatrice del Rapporto sui settori industriali uscito nel febbraio 2025. Il 2024 si è chiuso con la produzione industriale in calo del 3,5%, dopo 23 mesi di riduzione costante, e un crollo del 7,1% a dicembre; quali sono stati i settori più in difficoltà e quelli che vanno meglio? Pur in un contesto difficile, ci sono stati settori che sono cresciuti anche nel 2024. In termini di fatturato deflazionato (-2,5% per il complesso del manifatturiero nel 2024), al top del ranking troviamo la farmaceutica (+6,7%, sempre in fatturato deflazionato), il largo consumo (+4,7%, grazie alle performance della cosmesi, premiata dai consumatori alla ricerca di beni consolatori a basso importo unitario), l’alimentare e bevande e l’elettrotecnica; tutti settori che si caratterizzano per una domanda meno sensibile al ciclo economico e una buona competitività internazionale. A fianco di questi settori ce ne sono stati altri in forte difficoltà: l’automotive, che sconta la difficile transizione all’elettrico e una domanda europea depressa; il sistema moda, penalizzato dal rinvio degli acquisti di beni non necessari sia in Italia che all’estero; i produttori di beni d’investimento dell’elettronica e della meccanica, che hanno accusato il ritardo dei decreti attuativi del piano incentivante “Transizione 5.0”. Poco brillanti anche le performance dei produttori di beni durevoli per la casa, mobili e soprattutto elettrodomestici, per i quali il ripiegamento dell’edilizia residenziale ha accentuato situazioni di crisi aziendali. Nonostante il 2024 si sia chiuso negativamente, nel vostro recente Rapporto “Analisi dei settori industriali” realizzato con Intesa Sanpaolo prevedete segnali di ripresa nel 2025, pur in presenza di incertezze geo- politiche. Qual è la vostra analisi? Benché la crescente incertezza internazionale abbia aumentato l’attendismo e fatto sfumare le attese di rafforzamento del ciclo, la fiducia delle imprese appare in miglioramento nelle ultime rilevazioni, sia in Italia che sui principali mercati europei. A febbraio di quest’anno, nonostante la forte incertezza internazionale, l’indice Pmi del manifatturiero nell’Eurozona è salito al livello più alto degli ultimi due anni (47,6 punti), avvicinandosi alla soglia di stabilizzazione. Il miglioramento dell’industria europea sarebbe molto positivo per il manifatturiero italiano, che all’area destina oltre la metà delle proprie vendite estere, soprattutto in presenza di un inasprimento delle barriere sul C Intervista ad Alessandra BENEDINI Alessandra Benedini, Associate Partner Prometeia TEMPI INCERTI PER LA MANIFATTURA Reggono meccanica e farmaceutica
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