Civiltà del Lavoro, n. 6/2024

37 FOCUS Civiltà del Lavoro | gennaio • febbraio • marzo 2025 La medicina territoriale merita, poi, una particolare attenzione. I medici di base non svolgono più il loro ruolo fondamentale di gate-keeper per l’accesso ai servizi del Ssn e questo, unito alla scarsa attrattività della professione, ha aggravato il sovraccarico di ospedali e pronto soccorso. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede la creazione di case e comunità di cura, con equipe di medici e infermieri in grado di fornire assistenza di base senza ricorrere all’ospedale. Tuttavia, la resistenza degli operatori ha finora ostacolato la piena attuazione di questa riforma. Qualche riflessione qui si impone, considerando anche la possibilità di trasformare i medici di base in dipendenti del Ssn, come del resto accade in numerosi altri paesi. Come rendere più equo l’accesso ai servizi sanitari e ridurre le disuguaglianze territoriali? Nonostante la spesa sanitaria pro-capite sia relativamente uniforme tra le regioni italiane, la qualità dei servizi offerti varia significativamente. Il sud soffre di una persistente carenza di strutture e personale, con conseguenti migrazioni sanitarie verso il nord. Questo fenomeno, oltre a penalizzare i pazienti meridionali, riduce ulteriormente le risorse disponibili nelle loro regioni. Il problema della divergenza dei servizi è ulteriormente SPESA PUBBLICA PRO-CAPITE NELLE REGIONI ITALIANE NEL 2024 (Media Italia=100) * Provincia Autonoma di Bolzano. ** Provincia Autonoma di Trento. Fonte: Ragioneria Generale dello Stato 130 120 PA* BZ PA** TN VDAMOLFVGLIG SAREMRVERTOSUMBPIELOMABR BASMARPURSIC CALLAZCAM 110 100 90 80 70 60 aggravato dal fatto che il minor reddito privato al Sud non consente a molti cittadini di compensare le inefficienze del pubblico con la spesa privata, a differenza di quello che succede al Nord. La disparità non dipende solo dalla gestione regionale, ma anche dall’approccio statale, che ha sempre garantito una distribuzione omogenea delle risorse senza preoccuparsi di uniformare la qualità delle prestazioni. Questo problema si riscontra anche nel sistema scolastico. Qual è il futuro della sanità italiana? L’aumento dell’aspettativa di vita e la crescita della popolazione anziana porteranno a una maggiore richiesta di cure sanitarie, mentre le risorse economiche disponibili rimarranno limitate. Inoltre, la riduzione della popolazione attiva potrebbe frenare la crescita economica, rendendo più difficile sostenere finanziariamente il sistema sanitario. C’è il rischio che la Ssn non sia in grado di rispondere alle richieste e che si accentuino le divergenze nell’accesso ai servizi tra ricchi e poveri. Ma non è scritto nel destino. Un maggior efficientamento nei servizi e una migliore governance della sanità privata potrebbero controbilanciare questi effetti. Dipende dalla capacità di governare il sistema. (B.G.)

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