Civiltà del Lavoro, n. 6/2024

42 FOCUS Civiltà del Lavoro | gennaio • febbraio • marzo 2025 no consentire una presa in carico più tempestiva e personalizzata dei pazienti. Grazie alla ricerca, della quale siamo i primi sostenitori, siamo consci che tutto ciò che permette di migliorare la scienza e la tecnica medica è un’occasione per rendere sempre più efficace il management dell’assistenza in ogni setting di cura. In base ai dati Ocse, in Italia il numero dei medici è sostanzialmente in linea con Francia e Germania, mentre a mancare sono soprattutto gli infermieri. Che cosa si dovrebbe fare per accrescere il loro numero? Oggi paghiamo una errata programmazione del fabbisogno di personale sanitario, che ha carattere pluridecennale e di cui sentiremo gli echi ancora per tanto tempo. Detto questo, sicuramente occorre migliorare le condizioni contrattuali di tutte le figure coinvolte – tema rispetto al quale, per quanto riguarda la sanità privata, chiediamo che il governo, rinvenendo le coperture necessarie, ci consenta di rinnovare i Ccnl – dando maggiori spazi di libertà, perché si sentano più professionisti e meno impiegati. Nell’impegno a valorizzare proprio la figura dell’infermiere, è stata giusta la scelta fatta in passato di portare la formazione al più alto livello possibile, quello universitario con due gradi di laurea. Noi produciamo infermieri di alta specializzazione con grande capacità professionale. Ora serve una figura intermedia perché i bisogni di un paziente ricoverato sono molteplici e le esigenze di vita quotidiana non sono più di competenza di infermieri con alta specializzazione. Questi percorsi però richiedono tempo, ecco perché è comunque positivo che oggi sia consentito di riconoscere i titoli dei professionisti stranieri con una procedura accelerata, come prevede la recente normativa in materia, che dovrà sicuramente essere prorogata per molti anni. Uno dei temi principali che Aiop e le associazioni degli erogatori privati stanno affrontando è relativo agli aggiornamenti tariffari. Perché opporsi al recente aggiornamento delle tariffe della specialistica? Il nuovo tariffario della specialistica ambulatoriale e protesica è semplicemente inadeguato e prevede remunerazioni che rendono le prestazioni insostenibili. Abbiamo fatto ricorso e chiesto di costruire un tariffario fondato su analisi econometriche precise, che coprano correttamente i costi del personale che le offre, che considerino la grave crisi energetica e inflazionistica degli scorsi anni, oltre alle innovazioni intervenute e che, quindi, consentano alla struttura di avere le tecnologie e le apparecchiature migliori all’interno di spazi sicuri, sani e adatti ad accogliere i nostri pazienti. Ogni operazione di senso contrario non può che tradursi nella perdita di qualità delle stesse prestazioni o, peggio ancora, nella mancata erogazione delle stesse. È assolutamente fondamentale, per la tenuta del Ssn, che un analogo errore non venga commesso anche per le tariffe sui ricoveri ospedalieri. MEDICI CON PIÙ DI 55 ANNI. CONFRONTO ITALIA E ALTRI PAESI OCSE (Val. % sul totale dei medici) Fonte: Ocse

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