48 FOCUS Civiltà del Lavoro | gennaio • febbraio • marzo 2025 empre più frequentemente l’opinione pubblica si interroga sul futuro del Servizio sanitario nazionale, sottoposto da anni a fortissime tensioni principalmente a causa del finanziamento da molti giudicato insufficiente, della scarsità di professionisti sanitari e dal progressivo invecchiamento della popolazione. Le liste d’attesa sono il risultato evidente delle difficoltà in cui versa il Ssn e spingono sempre più un numero crescente di cittadini a cercare risposte nella sanità a pagamento, che viene erogata nelle strutture di diritto pubblico attraverso l’attività intramoenia, e nelle strutture private. Questa situazione già ora pone rilevanti questioni riguardo l’equità, che è uno dei valori fondanti il Ssn. Da più parti si levano appelli alla difesa del Servizio sanitario nazionale universalistico e solidaristico che condivido poiché sono convinto che il nostro Ssn sia uno degli asset strategici e irrinunciabili della Repubblica Italiana. Senza poter prevedere nei prossimi anni un significativo incremento della quota di Pil destinata al fondo sanitario nazionale, è necessario individuare strategie efficaci per preservare questo indispensabile asset e renderlo capace affrontare le molte sfide all’orizzonte. Alcuni commentatori suggeriscono che per salvare il Ssn sia necessario combattere e limitare la sua componente di diritto privato, attribuendo a questa l’indebolimento del sistema nel suo complesso a causa delle risorse ad essa dedicate. Questa soluzione, di matrice più ideologica che tecnica, porterebbe il sistema stesso al collasso in tempi rapidissimi. Il contributo della sanità di diritto privato, infatti, secondo il XXI rapporto Censis/Aiop Ospedali & Salute 2023 è vicino ad un terzo del totale delle prestazioni. La percentuale di giornate di degenza a carico del Ssn erogate da strutture accreditate di diritto privato è il 29,8%. Il calcolo degli indici di peso medio e di case-mix evidenzia che queste prestazioni sono mediamente più complesse di quelle erogate nelle strutture di diritto pubblico. Secondo gli ultimi dati disponibili (2021) il peso medio delle prestazioni effettuate nelle strutture accreditate di diritto privato era 1,47 contro 1,38 per le strutture di diritto pubblico, ed il case mix delle strutture di diritto privato era 1,05 contro 0,98 nelle strutture S COLLABORARE è la migliore soluzione di Averardo ORTA Averardo Orta
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