Civiltà del Lavoro, n. 6/2024

50 FOCUS Civiltà del Lavoro | gennaio • febbraio • marzo 2025 ei prossimi decenni la nostra demografia è destinata a mutare profondamente: ci saranno meno italiani e saranno mediamente più vecchi. Secondo le più recenti proiezioni dell’Istat, la popolazione residente scenderà dai circa 59 milioni attuali a 55 milioni nel 2050; contestualmente, per ogni individuo in età lavorativa (15-64 anni) ce ne sarà uno che non lo è (bambini e anziani). Questa proporzione oggi è di tre a due. La demografia non è necessariamente un destino, ma certo disegna i contorni della società nella quale dovremo vivere e mostra, al di là di ogni ragionevole dubbio, che la sanità – meglio: una buona sanità – sarà sempre più al centro delle nostre vite. Sarà anche un forte elemento di vantaggio o svantaggio competitivo per la nostra economia. I sistemi sanitari oggi viaggiano lungo due binari divergenti. Da un lato, l’invecchiamento della popolazione determina un aumento della domanda di cure e di prestazioni. Dall’altro, l’innovazione tecnologica ci mette a disposizione sempre più opzioni, ma questo comporta un ulteriore aumento, non una riduzione, dei costi. Ne segue che, anziché compensarsi, queste due tendenze si amplificano a vicenda: i sistemi sanitari non potranno che divenire sempre più costosi. Per uscirne è dunque necessario trovare strumenti per promuovere un duplice afflusso di capitali nel settore della sanità: dal lato della domanda e dal lato dell’offerta. Dal lato della domanda, il problema sta principalmente nelle fonti di finanziamento della sanità. In Italia la spesa sanitaria complessiva è inferiore a quella dei paesi comparabili ma è dominata dalla componente pubblica. Poiché questa ha evidenti difficoltà a espandersi, l’unica possibilità per ottenere le risorse necessarie è attivare un pilastro privato, che può arrivare solo da meccanismi di tipo assicurativo. Dal lato dell’offerta, i nostri sistemi sanitari faticano a tenere il passo di una richiesta che cresce e si diversifica: non sono pensati per avere quelle caratteristiche di flessibilità e dinamicità che oggi sono necessarie. Anche in questo caso, l’unico modo per rispondere a un fabbisogno crescente di quantità e qualità di cure è chiamare al tavolo anche soggetti privati. L’esperienza del Gruppo Humanitas è molN Serve un “PATTO PER LA SALUTE” di Gianfelice ROCCA Gianfelice Rocca

RkJQdWJsaXNoZXIy NDY5NjA=