Civiltà del Lavoro, n. 6/2024

54 FOCUS Civiltà del Lavoro | gennaio • febbraio • marzo 2025 uesto è un workshop intitolato Nuove istituzioni per governare la competitività in Europa in preparazione del Convegno Nazionale del 7 giugno prossimo a Venezia intitolato ‘L’Europa che vogliamo’. È un titolo particolarmente importante in questo momento perché i cambiamenti geopolitici che indicano un mutamento di rapporti fra gli Stati Uniti e l’Europa, inducono a dire che l’Europa che noi vorremmo potrebbe essere assai diversa da quella che pensavamo prima”. Con queste parole il presidente della Federazione dei Cavalieri del Lavoro Maurizio Sella ha aperto il workshop che si è tenuto il 7 marzo, al quale hanno partecipato oltre 50 Cavalieri del Lavoro ed esperti. “È un discorso che riguarda la competitività – ha spiegato il presidente – ma che può anche essere esteso al riarmo, al fatto che potrebbe portare un grande cambiamento l’atteggiamento di Trump e degli Stati Uniti perché potrebbe spingere l’Europa a rafforzare la propria unione ed efficienza operativa, con un voto a maggioranza, almeno su un numero di argomenti molto maggiori rispetto a prima. Un cambiamento veramente incredibile. E anche se noi siamo una federazione di persone che hanno avuto la stessa onorificenza e non abbiamo mai fatto scelte di ordine politico, potremmo eventualmente uscire da Venezia con qualche suggerimento o considerazione ad alta voce, da parte nostra, agli europei e soprattutto ai politici europei”. Sul rischio di un eccesso di burocrazia in Europa, il presidente Sella ha aggiunto: “La burocrazia è certamente una parte, ma spesso le norme nascono da una sollecitazione politica. Allora, quando c’è un orientamento politico, bisogna guardare l’ideologia. Nella scelta del 2035 per la fine delle auto a motore termico – ha spiegato –, c’è l’ideologia del global warming e del fatto che tutti i dati dimostrano che il 2024 è stato l’anno più caldo rispetto a tutti i precedenti e vi dico già che il 2025 sarà ancora più caldo e così via. Non riusciremo a rispettare il vincolo di un grado e mezzo nel 2050, siamo già fuori adesso”. Proseguendo l’analisi il presidente Sella ha aggiunto: “abbiamo quindi aspetti di intervento che sono particolarmente difficili perché hanno a che fare con l’ideologia politica che, attenzione, molto spesso rappresenta esattamente il pensiero della maggioranza degli elettori”. “Poi i politici possono sbagliarsi certamente, possono sbagliare le tecniche – ha concluso Sella – ma bisogna andare ad analizzare la ratio profonda delle scelte”. A seguire ha preso la parola il presidente del Gruppo del Triveneto Enrico Zobele, organizzatore del Convegno di Venezia, il quale ha ricordato: “Abbiamo cambiato il titolo in corsa perché inizialmente si pensava di affrontare il tema dell’autunno demografico. Poi siamo andati sul discorso ‘Europa’ che, oggi più che mai, è all’ordine del giorno”. Zobele ha spiegato che il titolo del convegno inizialmente scelto dal Gruppo Triveneto era “L’Europa che non c’è”. “È proprio la fotografia esatta di quanto sta accadendo – ha spiegato il Cavalieri del Lavoro –. Stiamo vedendo come l’Europa venga ignorata da Trump, da Putin, da tutti. “Q UN’EUROPA PIÙ SOLIDA di fronte alle nuove sfide IL PRIMO WORKSHOP PREPARATORIO AL CONVEGNO NAZIONALE Enrico Zobele e Nicoletta Pirozzi. Un momento del Workshop del 7 marzo 2025

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