Civiltà del Lavoro, n. 6/2024

55 FOCUS Civiltà del Lavoro | gennaio • febbraio • marzo 2025 E come si cerchi al suo interno di trovare soluzioni più o meno veloci, più o meno affrettate, più o meno giuste, con una grossa difficoltà nell’unire tutte le forze”. “L’Europa dei 27 sta diventando veramente una grossa palla al piede di inefficienza – ha stigmatizzato il presidente – grazie a quella sciagurata regola dell’unanimità nelle decisioni. Certo, va assolutamente cambiata, ma una delle domande che mi pongo e che pongo in apertura alla discussione odierna è se tutte le decisioni richiedano l’unanimità. Una decisione per togliere l’unanimità la richiede a sua volta, vedo quindi molto difficile che ci si possa arrivare”. “Provocatoriamente direi che sarebbe più facile costituire un nuovo organismo, una nuova Europa dei nove, o quanto sia, che prenda le sue decisioni sulle cose principali. Vedremo se riusciremo a formulare qualche proposta utile che possa essere divulgata e possa raccogliere il consenso”. NICOLETTA PIROZZI: “Avanti con collaborazioni ristrette” “Ci troviamo in una situazione internazionale davvero inedita. L’Europa probabilmente non è mai stata così sola nel corso della sua storia perché al contesto multipolare che già conoscevamo, si è aggiunto un ulteriore e drammatico elemento di instabilità e cioè il nuovo corso dell’amministrazione americana, che di fatto sta rimettendo in discussione i pilastri della Alleanza Atlantica e, in generale, delle relazioni internazionali. Se abbiamo una certezza, da parte europea, è che dovremo occuparci della sicurezza e della difesa dei nostri cittadini e del nostro territorio”. A tenere l’intervento introduttivo è stata Nicoletta Pirozzi, responsabile del Programma Ue, politica e istituzioni e responsabile delle Relazioni istituzionali dell’Istituto Affari Internazionali. “Le nuove istituzioni Ue uscite dalle elezioni europee di giugno – ha spiegato – sono impegnate nella realizzazione di questa agenda, sia sulla difesa sia sulla competitività, e allo stesso tempo devono affrontare il nuovo mondo, il nuovo sistema di relazioni transatlantiche e internazionali. La priorità numero uno è avere una Ue in grado di proteggersi e di offrire risposte al conflitto in Ucraina ancora in corso. Questo perché ne va della nostra stessa integrità territoriale, della resilienza delle nostre democrazie e anche della sopravvivenza del progetto europeo stesso. Da qui l’urgenza di discutere l’aumento delle spese sulla difesa”. Ma non è l’unico aspetto critico che è stato sottolineato dalla specialista. “Dobbiamo poi fronteggiare anche l’annunciata guerra commerciale – ha aggiunto –. Anche per questo dobbiamo prepararci con una serie di misure che riguardano il completamento del mercato interno e il rilancio della politica industriale. Nei prossimi mesi cominceranno inoltre i negoziati per il prossimo Quadro finanziario pluriennale 2028-2034, che avrà grosse implicazioni sul bilancio europeo. Allo stesso tempo l’Ue dovrà chiarire la sua posizione anche nei confronti della Cina e capire se può permettersi di giocare un ruolo autonomo nel confronto diretto che ci sarà tra Washinton e Pechino”. Nel disegnare un quadro complessivo della situazione Pirozzi ha affermato che “il nuovo assetto istituzionale uscito dalle elezioni europee presenta indubbiamente elementi di fragilità. Abbiamo avuto un consenso crescente alle forze radicali euroscettiche e questo influenza direttamente l’agenda del Parlamento europeo e della nuova Commissione che, sotto la guida di Ursula von der Leyen, tende a una serie di spinte in avanti non sempre seguite dai 27 Stati membri. Questo crea uno squilibrio tra quello che chiamiamo esecutivo europeo, anche se non perfetto, e il ruolo degli Stati membri, che però è ancora fondamentale su certe questioni, soprattutto quelle che hanno a che fare con la politica estera, la difesa, la finanza, l’economia”. L’esperta dell’Istituto Affari Internazionali ha poi aggiunto alcune considerazioni sulla frammentazione tematica presente all’interno delle stesse istituzioni europee. “Se prendiamo i grandi progetti di questa nuova legislatura, dal Clean Industrial Deal per aiutare le aziende a realizzare la transizione climatica in modo economicamente sostenibile al Libro bianco sulla Difesa, vediamo che in realtà questi temi sono divisi tra le competenze di diversi commissari, che hanno mandati poco chiari e che molto spesso si sovrappongono. Per esempio, sul Clean InIl livello di godimento dei diritti che abbiamo all’interno dell’Ue – ha detto Nicoletta Pirozzi (Iai) – è garantito dal complesso di norme e istituzioni che, concordo, non sempre sono efficienti ma assicurano livelli di benessere

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