Quaderni sulla sostenibilità
Incontri Quaderni sulla Sostenibilità 105 Le ricerche ci dicono che in un corpo umano di una persona media di 70 kg vi sono più cel- lule batteriche che cellule umane. “Conteniamo moltitudini”, che hanno anche un ruolo sui nostri stati di salute o meno. La ricchezza della vita sulla Terra (la biodiversità) è oggi in grave pericolo Stiamo distrug- gendo questa ricchezza, senza la quale non possiamo vivere. Che cosa significa oggi applicare la sostenibilità? Significa riuscire a vivere in quello che gli scienziati hanno definito S.O.S. (Safe Operating Space), uno Spazio Operativo Sicuro dove è possibile avviare un’economia del benessere rispetto all’attuale economia della crescita illimitata basata sul totem del PIL (Prodotto Interno Lordo). Sono state perciò individuate nove aree (definite Planetary Boundaries, confini planetari) e che sono cambiamenti clima- tici, perdita di biodiversità, uso di acqua dolce, modificazione dei suoli, modificazione dei cicli biogeochimici – azoto e fosforo –, acidificazione degli oceani, riduzione fascia di ozo- no, nuove entità antropogeniche, carico di aerosol atmosferici, fondamentali per la nostra esistenza, per le quali gli scienziati hanno cominciato a indicare dei target oltre i quali non si dovrebbe andare perché farlo si tradurrebbe nell’attivazione di eventuali tipping points che non saremmo in grado di affrontare e risolvere. I nostri nuovi modelli economici dovrebbero rientrare nell’S.O.S. ed economisti come Ka- te Raworth hanno fatto presente che i Planetary Boundaries costituiscono una sorta di “soffitto” che non dovrebbe essere sorpassato e che all’interno dell’S.O.S. esiste anche una sorta di “pavimento” che indica i diritti umani, che costituiscono la base della digni- tà dell’esistenza di ogni essere umano sul pianeta, che non dovrebbero essere oltrepas- sati (disponibilità del cibo, dell’acqua, dell’assistenza sanitaria, del reddito, dell’istruzione, dell’energia, del lavoro, del diritto di espressione, della parità di genere, dell’equità socia- le e della resilienza agli shock). Tra soffitto e pavimento è come se si costituisse una sor- ta di ciambella e questo modello è stato definito “Doughnut Economics” (Economia della Ciambella). È interessante considerare come l’economia sia stata formalizzata, con Adam Smith nel 1776, nascendo come disciplina quasi un secolo prima dell’ecologia, termine co- niato da Ernest Haeckel nel 1866. Ed è paradossale che l’ecologia all’inizio ha cominciato a definirsi come un’economia della natura, per dire come culturalmente siamo stati plasmati, noi cittadini dei paesi ricchi, da una visione economicistica del mondo. Il ruolo straordinario della natura in tutte le nostre vite, l’equità, la dignità e la partecipazione, come diritti fondamentali di ogni singolo esse- re umano sono tutti temi che purtroppo l’economia della crescita e l’economia del mer- cato hanno profondamente annichilito. Credo che mai come adesso ci sia stata una rotta di collisione evidentissima tra i sistemi socio economici dominanti e i sistemi naturali gra- zie ai quali siamo presenti sul nostro pianeta e che dovremmo semplicemente rispettare e lasciar rigenerare. Abbiamo un’estrema necessità di impostare modelli economici e so- ciali che partano dalla considerazione che noi siamo natura e senza una natura sana e vita- le non può esservi futuro per la nostra specie. Si tratta di modelli alternativi a quelli della crescita materiale illimitata e quantitativa. È necessaria una profonda rivoluzione cultura- le e le giovani generazioni che stanno ereditando un mondo ambientalmente trasformato e pericolosamente vicino al sorpasso di eventuali punti critici si trovano ad avere l’immen- sa responsabilità di creare innovativi modelli socio-economici fondamentali per affronta- re l’immediato futuro.
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