Quaderni sulla sostenibilità

Incontri Quaderni sulla Sostenibilità 109 Il secondo è la presa di coscienza del fatto che gran par- te dell’aumento del costo delle materie prime, alla base dell’attuale fenomeno inflazionistico, dipenda soprattut- to dall’incertezza dei mercati riguardo al futuro e dalla conseguente speculazione finanziaria. Rimane infine da sciogliere il nodo delle relazioni con la Russia, su cui l’Italia e l’Europa devono fare una scelta di campo netta, decidendo se rescindere i nostri rappor- ti economici affidandosi ad altri partner come gli USA e il loro Gnl o se invece continuare i nostri scambi, consci del fatto che la dipendenza, sotto il punto di vista ener- getico da un lato ed economico dall’altro, è reciproca. L’importante, in questo aspetto ma in generale nell’in- tera via della transizione che ci apprestiamo ad imboc- care, è creare un quadro che sia sostenibile sotto tutti i punti di vista e l’onere e l’onore della costituzione di questa nuova società più ecologica e giusta ricade sulle nuove generazioni, che sono ancora una volta chiama- te, con impegno e creatività, a reinventare il mondo. Giovanni Maria Flick | 10 maggio 2022 MODIFICARE IL PRESENTE, RICORDARE IL PASSATO E PROGETTARE IL FUTURO: LA TRANSIZIONE SOSTENIBILE di Alessandro Moscone – Lettere Classiche Viviamo «in una società che è prigioniera del momento attuale e che non è più in grado di progettare il futuro, da un lato, ma non ha neppure una gran memoria del passato, dall’altro». Il Professor Flick fa emergere così, in tutta la sua urgenza, la necessità di un cambiamen- to, di una svolta, di una vera e propria transizione: in questo modo la domanda superlativa non consiste tan- to nell’individuare le modalità, le risorse e gli strumen- ti per poter affrontare tale transizione, quanto piutto- sto nel comprendere se la nostra società sia in grado di intraprendere questo cammino. Le parole di Flick, po- ste intenzionalmente e piuttosto provocatoriamente in incipit a questa breve riflessione, sembrano descrivere pertanto un tessuto sociale limitato da un’assuefazione ipertrofica all’oggi e all’immediato. La nostra società, evidentemente, soffre, come la città platonica, di una “malattia terminale” (per gli amanti del greco antico, Platone nella Repubblica parla appunto di una èschaton nòsema , έσχατον νόσημα ), che la imprigio- na al presente e le impedisce di guardare con coraggio al futuro e di comprendere con responsabilità il passato. Emerge così la necessità di emanciparsi da questa con- dizione di minorità. Ma per liberarsi concretamente dal giogo del tempo presente occorre promuovere una cul- tura, intesa come mentalità sociale, che sia in grado di trasformare con energia l’oggi, ripensare con coscienza lo ieri – perché il passato è l’unico tempo che veramen- te possediamo – e disegnare con convinzione il domani.

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