Il futuro del lavoro - Atti del Convegno Nazionale di Bari (14 settembre 2024)

Che cosa è successo? Abbiamo immaginato, nell’Europa degli ultimi quindici-venti anni, che fosse possibile fare outsourcer nei paesi poveri in via di sviluppo la manifattura, mantenendo noi, l’intelligenza, la qualità dello stato sociale, la qualità della vita, la capacità di fare ricerca, innovazione e sviluppo, dimenticando la lezione fondamentale che la sanatoria industriale, dal ‘700 a oggi, avrebbe dovuto insegnare a tutti noi, che senza manifattura non c’è innovazione e non c’è sviluppo. Infatti, in pochissimi anni, abbiamo visto questo trasferimento di competenze, di conoscenze, di capacità di accelerazione, di innovazione e di sviluppo, muoversi dalle nostre realtà alle realtà emergenti. La lezione la conosciamo, l’abbiamo vissuta anche dal dopoguerra in poi, è successo in Europa, in Italia, è successo poi in Giappone, il Giappone ha outsourcerato i coreani, i coreani, dopo pochi anni, hanno completamente accentrato la capacità di sviluppo dell’elettronica, di consumo e di tante altre cose ed è successo adesso con la Cina. Per cui noi abbiamo impoverito di capacità, di intelligenza, di ricerca, di innovazione e di sviluppo, i nostri territori europei, ci siamo deindustrializzati e abbiamo pensato che tutto questo fosse possibile per mantenere saldo il livello di qualità della vita e di tenuta sociale della nostra Europa. Non è vero! Tutto questo sta implodendo, lo dimostrano le recenti tornate elettorali, ultimissime quelle della Francia e delle Germania e, soprattutto la polarizzazione che si sta verificando verso gli estremismi di destra e di sinistra che abbiamo già vissuto drammaticamente nel corso del ‘900 e che abbiamo purtroppo vissuto drammaticamente attraverso le guerre, i conflitti che hanno caratterizzato il ‘900 e che si verificano ogni volta che il ceto medio finisce per essere disintegrato proprio perché non ha più la capacità di creare ricchezza nuova e sviluppo nuovo. Questo è il primo tema sul quale, secondo me, bisogna tutti riflettere perché se vogliamo davvero recuperare una capacità forte per creare lavoro e buon lavoro, abbiamo bisogno di riportare l’Europa su una strategia di crescita e di sviluppo industriale di industrie moderne, intelligenti, all’avanguardia, sostenibili, quelle che noi sappiamo che vogliamo fare, ma industrie, perché un sistema economico che non abbia un motore di sviluppo industriale pari almeno al 25-30% del Prodotto interno lordo, non Il futuro del lavoro 110

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