Il futuro del lavoro - Atti del Convegno Nazionale di Bari (14 settembre 2024)

zione rappresentano un’infrastruttura necessaria per lo sviluppo dell’economia e per il progresso del Paese. Noi, Cavalieri del Lavoro, ci impegniamo per una formazione di eccellenza, lo facciamo attraverso il Collegio Universitario Lamaro Pozzani, e attraverso il Premio Alfieri del Lavoro. Per raggiungere il progresso però, per diventare imprenditori, solo il titolo di studio può non bastare. In caso di forte innovazione può addirittura essere poco significativo. Non occorrono esami per diventare imprenditori e in questo senso l’impresa è forse uno dei settori più aperti e trasversali all’interno del sistema sociale in una sana competizione fra laureati e non laureati. Si può fondare un’impresa, farla crescere, farla diventare un’impresa di successo, talvolta di grande successo. Cos’è quindi che contraddistingue le storie di successo? Suggerisco una risposta che deriva dalla nostra concreta esperienza, di donne e uomini di impresa che hanno realizzato risultati importanti. Credo che l’elemento che ci contraddistingue, come Cavalieri del Lavoro, sia la passione. Pierino, l’hai detto un momento fa. La passione è quel motore sempre acceso che ci porta a sopportare sacrifici duraturi e a volte non ripagati, ci spinge a fare la gavetta che non è una punizione ma uno strumento per raggiungere con più efficacia, il successo dell’attività di impresa, ma se volete posso descriverlo con altre parole. La gavetta è la base dell’iniziale formazione, anche quando inizia da giovanissimi, specie quando nelle famiglie mancano, per morte prematura, i predecessori. Si parte dalle mansioni più utili, le piccole cose, quelle che si imparano facendole e non semplicemente affiancando qualcuno che le fa. Più della metà dei Cavalieri del Lavoro, laureati e non laureati, ma largamente più della metà, ha fatto la gavetta. È così che si impara il mestiere. La passione, che talvolta ci porta a non dormire, a non fare ferie, a sacrificare anche il tempo delle nostre relazioni familiari per il bene dell’azienda, e la passione per le cose fatte bene, per la crescita dell’impresa in Italia e all’estero, per la conoscenza di quanto occorre per un determinato settore, per accrescere il servizio ai clienti. E qui non posso non rileggervi quello che Einaudi ha scritto nel 1960, era a Dogliani: migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello, parlava da politico, che noi possiamo inventare per molestarli, 7. Conclusioni 131

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