incepparli, scoraggiarli. È la vocazione naturale che li spinge, non soltanto la sete di denaro, è il gusto, l’orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, abbellire le sedi, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno. Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energia, investono tutti i loro capitali per ritrarre spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente, comodamente, ottenere con altri impieghi. Insieme alla passione, alla base di grandi storie di successo nel mondo del lavoro, è anche necessaria quella capacità dell’imprenditore che chiamiamo “intuito”, Marchesini ha detto “intelligenza”. L’intuito dell’imprenditore per vedere nuovi spazi di mercato, nuovi processi produttivi, nuovi prodotti, nuovi bisogni ancora inespressi. La passione quindi si sposa con l’idea, l’idea di impresa. E nella radice greca della parola “idea”, c’è il verbo “vedere” appunto, vedere meglio e più lontano degli altri. Intuire quindi nuove prospettive e nuove opportunità, affrontare i problemi con attenzione e superare le difficoltà trasformandole in opportunità. Ma se si vuole far durare l’impresa nel tempo, passione e intuito possono non bastare, serve un terzo elemento: l’etica. Solo se si è corretti, se si fa buona impresa, è possibile andare lontano: morality is longevity. Dal Convegno di stamattina è emerso, in modo evidente, l’appartenenza dei Cavalieri del Lavoro ai costruttori del futuro: imprese, fabbriche, Academy avanzate delle politiche di welfare aziendale, propensione all’innovazione tecnologica, sono i mattoni con cui noi, Cavalieri del Lavoro, contribuiamo a edificare il futuro di questo Paese nella consapevolezza che, come ci ha ricordato nel suo messaggio il Capo dello Stato, la persona è al centro del progresso sociale ed economico. È stata una mattinata densa di contenuti, ricca di stimoli. Ringrazio tutti i relatori per i loro spunti, tutti voi per la partecipazione e l’attenzione e ringrazio tutti quelli degli apparati elettronici che in pochi momenti mi hanno ridato la parola. Il futuro del lavoro 132
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