una stima affidabile, ma se chiedete ad un demografo quanto sarà la percentuale di popolazione over 65 nel 2050, è in grado di dirvelo. Gli scenari demografici sono solidi, quindi vuol dire che noi abbiamo l’infrastruttura della popolazione, che possiamo già da oggi proiettare in maniera solida nel futuro, attorno alla quale costruire il vestito sociale ed economico più adatto e che funziona di più rispetto alla nostra capacità di produrre benessere e sviluppo. Il primo elemento è questo sguardo che si amplia e si solleva dal presente. Il secondo elemento. Al centro del cambiamento del mondo in cui viviamo c’è il rinnovo generazionale. La demografia mette al centro del cambiamento proprio il ricambio generazionale quindi questa capacità di mettere in relazione positiva le generazioni che già ci sono, la loro esperienza, la capacità di trasmetterla a quelle successive e di dotarle di strumenti adeguati, di competenze, perché interpretino come protagonisti del proprio tempo e producano benessere nel territorio in cui vivono. Se funzionano questi meccanismi, si va verso un futuro migliore, se non funzionano le nuove generazioni si trovano ad essere sempre di meno, sempre più ai margini, a demotivarsi e arrendersi. Il terzo elemento, è che la demografia si occupa di temi specificamente di interesse dei nostri tempi, in questo senso almeno, li riassumo in cinque “i”, quelle che sono le sfide da cui dipende la capacità di costruire un futuro migliore e che riguardano i tempi in cui viviamo. Due sono strettamente demografiche: l’invecchiamento della popolazione, l’immigrazione; le altre sono comunque collegate: l’innovazione tecnologica, l’impatto ambientale, quindi l’istruzione. La formazione delle nuove generazioni, la formazione continua e della costruzione, quindi una capacità di avere e aggiornare competenze solide sulla lunga vita attiva. Tra l’altro, l’importanza della demografia la troviamo testimoniata in quella che è forse l’opera principale della letteratura, della cultura del nostro Paese, la Divina Commedia. Come inizia? Nel mezzo del cammin di nostra vita. Era un indicatore demografico, era aspettativa di vita. Dante, quando ha iniziato a scrivere la Divina Commedia aveva meno di 35 anni, ciò vuol dire che l’idea di una vita che al massimo arrivasse a 70 anni, se andava bene, tra l’altro Dante muore a 56 anni, era l’idea di come è sempre stata strutturata la società, le condizioni delle persone nel passato. Il futuro del lavoro 32
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