Primo, la longevità non si è fermata, quando noi abbiamo sconfitto la morte in età prematura, non lo abbiamo fatto solo in età infantile, giovanile, adulta, fino ad arrivare in età anziana, ma la longevità continua e sta guadagnando età della vita in più che prima non c’era. Non c’è un punto di arrivo, quindi vuol dire che stiamo entrando nella società della longevità, cioè, una società che deve attrezzarsi, un processo in cui si vivrà sempre più a lungo e bisogna fare in modo che sia sostenibile e che ci siano condizioni di benessere sociale ed economico, sia le condizioni di vita delle persone, sia a livello sociale, che sostenga questo allargamento delle fasi della vita che si ampliano nell’età sempre più avanzata. Secondo imprevisto. La fecondità anziché stabilizzarsi attorno ai due figli per donna, il livello di equilibrio, in tutti i paesi che sono arrivati alla fine della transizione è andata sotto i due figli per famiglia. Non c’è nessun paese che, alla fine della transizione, si sia stabilizzata attorno a due, si va tutti sotto. Questo vuol dire che non solo la punta si alza sempre di più perché la longevità fa vivere sempre più a lungo, ma la base anziché rimanere solida, almeno attorno ai due figli per donna, va a restringersi sempre di più, cioè, ogni nuova generazione è di meno rispetto a quelle precedenti. Diventa, quindi, complicato gestire una struttura della popolazione che abbia queste condizioni, perché se aumenta la popolazione anziana, aumenta la necessità di dare pensioni dignitose e, quindi, anche cura e assistenza, soprattutto nell’età più avanzata. Questo però è possibile se si mantiene la popolazione in età lavorativa solida, ma se nel contempo si riduce anche la forza lavoro potenziale perché si riduce la natalità, va ad erodere progressivamente, sempre di più, le nuove generazioni e ci si trova, appunto, in una situazione che diventa problematica perché aumenta la spesa da un lato e diminuisce la capacità di produrre ricchezza, di finanziare e rendere sostenibile il sistema di welfare dall’altro. Questo vuol dire che c’è una sfida comune che hanno tutte le economie mature avanzate, quella della società della longevità. Se noi ci confrontiamo con gli Stati Uniti, la Svezia, la Francia, con la Germania, tutte si trovano ad avere quantità di vite in più che va trasformata in qualità di vita dell’età più matura. Questo è trasversale e riguarda anche l’Italia. Il futuro del lavoro 34
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