Il futuro del lavoro - Atti del Convegno Nazionale di Bari (14 settembre 2024)

La vera differenza, però, è quello che succede sulla base della struttura demografica, cioè, ci sono alcuni paesi che hanno fatto in modo che la natalità non si riducesse troppo, quindi hanno agito meglio in difesa, hanno fatto in modo di non scendere troppo sotto il numero di figli per donna, ovunque siano sotto due. La Svezia e la Francia, ma anche altri paesi, hanno una fecondità, sì, sotto due figli per donna, ma comunque 1,7-1,8-1,6 compensabile nel rapporto fra generazioni anche con flussi migratori da un lato, natalità non troppo bassa dall’altro, popolazioni in età lavorativa che rimane solida. È interessante la Francia, se guardate quanti sono i cinquantenni, più o meno quanto i quarantenni; i trentenni sono più o meno quanto i quarantenni e i cinquantenni, i ventenni sono più o meno quanto i trentenni, i bambini di dieci anni sono più o meno della stessa quantità. Vuol dire che via via che andranno avanti nei prossimi decenni, avranno un afflusso di popolazione in età lavorativa che rimane solido; quindi, possono anche investire sulla qualità della lunga vita attiva perché, comunque, la base lavorativa rimane consistente. Questo è lavorare in difesa, cioè fare in modo che la natalità non scenda troppo sotto e, quanto meno, mantenere una base stabile che dia solidità alla popolazione, poi si lavora in attacco, questo compensa la perdita del dividendo demografico, la situazione in cui la popolazione in età lavorativa rischia di indebolirsi. Quindi, se la natalità è troppo bassa si indebolisce eccessivamente, ma se si investe sulle opportunità dei giovani, si rafforza la loro presenza nell’offerta di lavoro, si rafforza l’occupazione femminile, si agisce sull’immigrazione, si favorisce la lunga vita attiva, oltre a fare in modo che la popolazione in età lavorativa non si riduca, si rende anche più efficiente la popolazione in età da lavoro. Appunto, si fa in modo che la partecipazione sia solida e qualificata, con formazione adeguata, avanzata e con l’uso delle nuove tecnologie. Intervenire in difesa e in attacco, quindi, diventa fondamentale per poter fare in modo che nei processi di cambiamento di questo secolo la demografia non sia una eccessiva penalizzazione anche nel confronto con i paesi con cui ci raffrontiamo. L’Italia, purtroppo, è debole sia in attacco che in difesa, la situazione è questa. Noi abbiamo una natalità più bassa e una maggiore riduzione della popolazione in età lavorativa, rispetto alla media europea. Se abbiamo detto che la Francia ha un nu3. Prima sessione: demografia e lavoro 35

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