densa di evoluzioni tecnologiche, la capacità di calcolo progredisce rapidamente, la ricerca di energia a costi bassi, vedi gli avanzamenti nelle fusioni nucleari, lo sviluppo del blockchain in grado di memorizzare dati di qualsiasi tipo, la robotica avanzata, sono solo degli esempi di questa tecnologia avanzata. Ma se si guarda alla complementarità tra le nuove tecnologie digitali e il fattore lavoro, è importante ricordare quanto, per l’adozione e la previsione dell’innovazione, siano cruciali i giovani per la loro apertura mentale, la capacità di assumere rischi per la loro familiarità con le nuove tecnologie. Secondo uno studio dell’università americana il 60% delle nuove start-up tecnologiche di successo, è fondata su giovani di età inferiore ai trentacinque anni. La domanda che ci dobbiamo porre è: ma se ci sono meno giovani, che cosa succede della tecnologia? Permettetemi di fare alcune mie riflessioni e alcune idee personali per il futuro. Io non vedo soluzioni immediate, i dibattiti che in questi giorni ci sono sui giornali sono di ripensare le politiche migratorie per attrarre più persone, far fuggire meno i cervelli. Sotto un altro aspetto, portare più gente al lavoro, in particolar modo giovani e donne. Francesco Bizzarri, Rettore dell’Università Bocconi, ha evidenziato che una maggiore immigrazione può rallentare o invertire il declino delle nascite. Se non ci fossero state le migrazioni interne dal Sud al Nord, il Nord-Ovest avrebbe oggi molti meno abitanti di quelli che ha in questo momento. L’integrazione forse non è stata facile, ma il processo di migrazione interna è stata cruciale per il boom economico che fa fatto decollare le aree più ricche del Paese. Ora le migrazioni interne non bastano più, non sono più sufficienti, bisogna quindi contare sulle immigrazioni di altri paesi. Nel 2023 l’8,6% della popolazione residente in Italia era straniera, in Germania siamo oltre il 13%. Il contributo degli stranieri sia alla produzione in termini di maggiori ore lavorative, sia alla crescita demografica, è sostanzialmente importante e andrebbe sostenuta per combattere l’inverno demografico e la crescita stagnante del Paese. Il futuro del lavoro 44
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