Il futuro del lavoro - Atti del Convegno Nazionale di Bari (14 settembre 2024)

Un contributo per arrivare alla discesa della curva demografica viene dalla corretta gestione dei flussi migratori. Si tratta di un tema delicato che va affrontato in maniera pragmatica, non ideologica e soprattutto a livello europeo. Il direttore generale della Banca d’Italia, Federico Signorini, in un Convegno in Liguria di qualche mese fa, parlando degli sbarchi drammatici, concludeva dicendo: bisogna prepararsi ad offrire la chance di ingresso regolare a condizioni ben definite con politiche di integrazione e programma di ingressi calibrati. Anche un giornalista, Salvatore Rossi, del Foglio, in un suo editoriale diceva: l’immigrazione in Italia oggi favorisce lo sviluppo dell’economia senza ombra di dubbio, anzi con l’immigrazione, il nostro Paese, ha l’unica chance di maggior sviluppo economico ritornando a tassi di crescita anche demografici alti e duraturi. E concludeva dicendo: è naturale che siano necessari immigrati che lavorino, che paghino le tasse, i contributi e quindi immigrati regolari. D’altra parte, in Italia dobbiamo agire per arginare anche le fughe dei cervelli. Ad oggi sono moltissimi i ragazzi che purtroppo lasciano il nostro Paese per andare a studiare o a lavorare, ma anche per creare impresa, all’estero. Nel lungo periodo l’immigrazione potrebbe essere vantaggiosa per la crescita attraverso la migrazione di ritorno, lo scambio di idee, il commercio internazionale, ma se coloro che se ne vanno sono giovani e hanno professionalità e propensione all’imprenditorialità, la migrazione può ridurre sensibilmente il potenziale di crescita del Paese. In uno studio recente si stimava che ogni 1.000 italiani emigrati tra il 2008 e il 2015, ogni anno sono state registrate circa 36 imprese in meno. Questa fuga di imprenditorialità è particolarmente grave per le imprese di persone di età inferiore ai 45 anni e gravissima per le start-up innovative. Quello che lo studio evidenzia è un preoccupante depauperamento della capacità imprenditoriale che può davvero essere pericolosa per il Paese. L’esodo oltretutto indebolisce la dotazione del capitale umano del nostro Paese tragicamente afflitto da bassi livelli di istruzione. Alla luce di queste considerazioni, la bassa natalità e il calo demografico italiano, rappresentano una sfida significativa anche per l’innovazione e il progresso. Con sempre 3. Prima sessione: demografia e lavoro 45

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