C’è poi un problema banale ma sempre importante di soldi. L’Italia investe nella scuola, più o meno, quanto gli altri paesi, ma nell’università questo investimento è largamente minore. Qual è l’effetto di queste criticità? L’effetto è che abbiamo dei fenomeni di dispersione scolastica ancora molto rilevanti, stanno diminuendo, ma sono più alti che negli altri paesi e dunque rischiamo, nei prossimi decenni, di trovarci con persone che non hanno imparato ad imparare, che avranno grandissime difficoltà a rapportarsi a tutte le esperienze che abbiamo visto su questo palco. Abbiamo poi una relativa carenza dei livelli più qualificati. I nostri ragazzi e ragazze dai venticinque a trentaquattro anni sono laureati per il 28%, la media dei paesi avanzati è 45%, quella della Corea è il 60%. Questa criticità riguarda anche il Nord. I laureati in Lombardia sono, come percentuale dei giovani, meno dei laureati nella regione di Varsavia. Tutto questo sposa anche un tema difficile che, ancora una volta, mi limito a citare, che è quello del rendimento dell’istruzione. La Banca d’Italia ci dice che in Italia il rendimento monetario dell’istruzione, del diploma e ancor più della laurea, è più basso che negli altri paesi. Questo può provocare quel fenomeno per cui poi tanti laureati se ne vanno, se ne vanno quando si laureano o, come è emerso da alcune delle vostre testimonianze preoccupate per questo andamento, se ne vanno dopo aver cominciato a lavorare nelle vostre imprese. È molto importante che si rafforzi una grande tendenza positiva del passato del nostro Paese per cui c’è stato un tempo in cui le famiglie italiane, veramente erano convinte che l’istruzione dei figli fosse l’investimento migliore per i propri soldi. Questo risponde ai dati. Ignazio Visco più volte ci ha mostrato che la spesa in istruzione ha un rendimento monetario molto più alto di qualsiasi altro investimento. La preoccupazione è che questa convinzione si stia un mitigando. Il mondo dell’università si rapporta con il mondo delle imprese. Anche qui ho un elenco di temi che dobbiamo discutere, quanto la scuola sia in grado di fornire le competenze che sono richieste dal mondo delle imprese. Naturalmente questa è una discussione non semplice perché la scuola, l’università, hanno la funzione di formazione del cittadino e di ampliamento delle sue cono5. Terza sessione: tecnologia e lavoro 83
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