Aggiungo che tutto questo che per ora abbiamo definito di più tecnico, perché abbiamo parlato della rivoluzione che c’è stata nelle banche, riguarda anche degli atteggiamenti comportamentali. Negli ultimi anni è uscito, in maniera prorompente, quello che prima era soltanto Corporate Social Responsibility, oggi con l’ESG è diventato ancora più importante in aziende grandi, creare dei comportamenti che siano in linea con lo standard che vuoi dare a chi desidera un posto di lavoro bello, piacevole, nel quale poter crescere, questo perché non sempre è facile trovare un’unità di comportamenti. La formazione, quindi, va fatta anche sui comportamenti e sulle soft skills. FRANCESCO GIORGINO A proposito di soft skills e hard skills, coinvolgiamo, nella discussione, il prof. Cupertino, Magnifico Rettore del Politecnico di Bari, un’università che sta performando davvero bene e per fortuna, stanno anche arrivando i riconoscimenti pubblici di questa capacità di sviluppare il know-how formativo in chiave prospettica. Due temi volevo affrontare, purtroppo nella rapidità che deve contraddistinguere quest’ultimo segmento dei nostri lavori. Uno è quanto l’università può, non solo aiutare a fornire le giuste conoscenze e competenze perché dobbiamo distinguere tra le conoscenze, il sapere, dalle competenze di un saper fare che evidentemente richiedono un ambito applicativo differente, in termini di inserimento dei nuovi lavoratori all’interno del mercato del lavoro. L’altro compito, rispetto anche al tema delle Academy, è l’esigenza profondamente avvertita da parte delle imprese, di fare upskilling o reskilling perché spesso non c’è la possibilità di assumere nuovi dipendenti e bisogna quindi ri-formare i dipendenti già disponibili. Qual è quindi il ruolo dell’università, soprattutto sul terreno tecnologico? Ci parli anche delle discipline Stem che sono evidentemente la chiave di volta di tanti problemi. Il futuro del lavoro 90
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