Firenze2015 WORKSHOP Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale

La tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale: attori e modelli 12 D ARIO N ARDELLA Sindaco di Firenze Grazie anzitutto ai Cavalieri del Lavoro per avermi invitato a porgere un saluto a tutti voi. Saluto che non vorrei fosse solo formale e di circostanza, per almeno tre motivi. Il primo è legato all’opportunità di parlare di Firenze in un consesso così importante e qualificato come il vostro. Il secondo, perché sono convinto che i Cavalieri del Lavoro, ne abbiamo parlato anche con il presidente Puccioni, non siano soltanto attori passivi ma possano in- terpretare un ruolo attivo da protagonisti per incidere o quanto meno influenzare in modo consistente, come voi già dimostrate attraverso questo workshop, i mo- delli che vengono proposti. Il terzo motivo è che sono particolarmente legato al tema della tutela e la valoriz- zazione del patrimonio culturale. A questo ambito ho dedicato molti anni dei miei studi giuridici. Voglio partire proprio da questo punto. Ho discusso la mia tesi di dottorato in diritto costituzionale, perdonatemi se apro una parentesi personale, con un libro, una monografia che aveva proprio come ti- tolo “Il modello costituzionale del patrimonio culturale in Italia”. Partendo da una riflessione dei principi costituzionali, esaminavo tre aspetti che, visto l’argo- mento e il titolo del workshop che avete scelto oggi, sono centrali e possono esservi utili, ovvero: il cosa, il chi, il come. Il cosa, tutela e valorizzazione dei beni culturali. Noi abbiamo un sistema di leggi in Italia nel campo dei beni culturali che è tra i più avanzati, se non il più avanzato. Il codice dei beni culturali del 2004 ha il pregio, non solo di prendere alcuni aspetti molto buoni della normativa Bottari del ’39, ma anche di innovarla su molti punti. Non vi sono altri paesi che hanno un ordinamento così organico, del resto questo è anche frutto di una grande tradizione di storici dell’arte e di esperti della tutela che noi abbiamo.