Firenze2015 WORKSHOP Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale
Alla fine vien perfino di pensare che a meritare la tutela sia proprio la valorizza- zione; cioè il concetto di valorizzazione. Salvaguardando, infatti, il significato pri- mario della valorizzazione, a guadagnare non sarà soltanto la cultura, ma anche l’economia (giacché, quando si tutela, s’investe denaro, si dà lavoro e l’economia si muove). Economia che certamente gode d’attenzioni privilegiate, se non esclu- sive, in questi tempi di crisi. Crisi per la quale di tanto in tanto il sospetto aggalla che sia diventata la giustificazione d’ogni iniziativa. Nelle contingenze critiche si tende a desumere il massimo profitto in ogni ambito, sovente però senza darsi cura dello scapito che ne viene ad altri settori. Alla mia età posso però dire che, a parte gli anni del boom (com’allora si chiamava), non ho memoria di stagioni in cui non si sia evocata una crisi in corso. Direi anzi che da Ettore Petrolini in giù non s’è ragionato d’altro. E a farne le spese è sempre giustappunto il patrimonio d’arte, che da decenni patisce per carestia di finanzia- menti, a dispetto dell’esibita convinzione ch’esso sia una delle poche risorse del nostro Paese. Ci si dovrà chiedere allora se questa convinzione – così, appunto, esibita – sia conciliabile con le continue contrazioni degl’investimenti a suo favore. Mi si conceda una parabola volgare. Dopo i giorni dei “giacimenti culturali” ven- nero quelli del “petrolio”. Oggi una resipiscenza di gusto ha indotto anche gl’in- sipienti a non far più menzione dell’ “oro nero”. Ma nel pensiero l’immagine è rimasta viva. Proviamo dunque – come già m’è occorso di fare – a prendervi ma- sochistico spunto, domandandoci quale sia quel governo che, avvedutosi d’esser seduto su un immenso giacimento petrolifero, non prenda ogni misura possibile per trarne vantaggi. Che non vuol dire spremere scriteriatamente il sottosuolo, ma, al contrario, investirvi sagacemente denaro, come, secondo logica, si fa quando davvero si creda d’aver trovato una risorsa. Quel governo – se, oltre a essere fortu- nato, sarà anche intelligente – si doterà d’imprenditori sapienti, di tecnici esperti, di geologi provetti, d’ingegneri minerari, d’operai specializzati; creerà scuole pro- fessionali e non trascurerà d’educare alla nuova contingenza la gente che vive nel territorio del giacimento medesimo. Se non facesse così sarebbe un governo miope; e in poco tempo dissiperebbe un capitale gratuitamente toccatogli. E gratuita – come s’è detto – è per l’appunto l’eredità magnifica capitata all’Italia; che, senza sforzo alcuno, s’è trovata in dote un patrimonio d’opere in grado d’of- La tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale: attori e modelli 32
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