Firenze2015 WORKSHOP Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale

oltre alla necessità di ovvi interventi strutturali e infrastrutturali sul territorio, come di urgente semplificazione delle tante, complesse, vincolanti e spesso inutili proce- dure burocratiche, che quel vasto e diffuso patrimonio sia tutelato, per essere poi anche adeguatamente valorizzato, attraverso una sua estesa conoscenza. Sennonché, così si è fatto e si fa, già a partire dall’insegnamento scolastico, per av- viare e poi estendere le conoscenze del nostro patrimonio di storia e d’arte, di “na- tura e artificio”? Poco o nulla addirittura, se di recente si è corso il rischio, peraltro non del tutto annullato, di eliminare del tutto l’insegnamento anche di un’ora sola di storia dell’arte dai licei classici e se lo stesso insegnamento continua a restare del tutto assente, insieme a quello di storia della musica, dalle altre scuole di diverso orientamento, ordine e grado, lasciando al più a insegnanti, non sempre o non tutti a tal fine preparati, di porvi in qualche modo rimedio. E cosa ha fatto o fa la stessa università, che il problema della formazione nel campo della conservazione dei beni culturali ha ritenuto di affrontarlo con la istituzione di un numero abnorme di corsi di laurea fatti prevalentemente di molta teoria e poca conoscenza diretta del patrimonio e dei suoi materiali? Per non parlare dei media – giornali o televisioni e radio che siano – che al patri- monio e a eventi culturali di rilievo o riservano spazi marginali e orari impraticabili o li ignorano del tutto, preferendo, per motivi spesso non disinteressati, concedere spazi e tempi a iniziative e manifestazioni occasionali, “di facciata” e senz’alcuna incidenza sul versante della cultura e della conoscenza. Con conseguenze anche più estese e devastanti sul versante dell’informazione e della stessa crescita civile, oltre che culturale. Ma c’è un’altra conoscenza alla quale, in questa sede e per gli obiettivi che questo primo incontro dei Cavalieri del Lavoro sui beni culturali si prefigge, ritengo op- portuno far riferimento. Che non è solo la conoscenza dei luoghi, dei materiali e della consistenza di questo patrimonio, ma anche o soprattutto, proprio ai fini della sua imprescindibile tutela, della sua necessaria conservazione e della sua ade- guata valorizzazione, alla conoscenza della nuova situazione che si è già venuta o si sta venendo determinando a seguito della recente, cosiddetta “riforma France- schini”, che ha comportato una diversa organizzazione degli uffici e degli istituti 2. Relazioni 35

RkJQdWJsaXNoZXIy NDY5NjA=