Firenze2015 WORKSHOP Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale

grande collaborazione fra curatori di musei stranieri con curatori di musei italiani. Negli ultimi anni, nell’entroterra fiorentino, sono state allestite tante belle mostre sotto l’ombrello degli Uffizi, si chiama la Città degli Uffizi, un museo storico, una collezione storica che fa parte del contesto locale. Secondo me un museo qua in Italia non dovrebbe essere indipendente dalla sua soprintendenza e dal suo territorio. In America la situazione è un po’ diversa. I nostri musei hanno una certa storia, sono per la maggior parte fondati nel decennio del 1870, però ora cominciano anche a riconoscere che c’è un territorio, dei cittadini che devono essere presi in considerazione. Per esempio, al Museo di Filadelfia, dove lavoro io, qualche anno fa abbiamo fatto una grandissima mostra sull’arte coloniale dell’America Latina, anche rendendoci conto del fatto che negli Usa, anche nella nostra città di Filadelfia, c’è una grande popolazione di migranti dall’America Latina. Anche l’Italia e l’Europa si dovrebbero confrontare con la realtà di una immigra- zione che viene tutti i giorni, come si rileva dai giornali e dalla televisione, anche i beni culturali devono rendersi conto di questa nuova realtà. Per dare un’idea del buon operato degli istituti fiorentini, parlo di Firenze perché conosco bene la città, cito un incontro che ho avuto recentemente a Zurigo, in cui ho fatto parte di una commissione scientifica per una mostra che il museo della città vuole fare sul Rinascimento europeo. Nella discussione, la commissione comprendeva persone di tutto il mondo, si faceva spesso riferimento ai cataloghi, alle pubblicazioni della soprintendenza fiorentina, come esempio guida per la mo- stra che volevano organizzare in Svizzera. Nessun museo è perfetto, si può lamentare un prestito rifiutato, un colore di una galleria troppo audace, la mancanza di un punto di ristoro, un sito web non ade- guato, o ancora più importante, la mancanza di personale, ma i musei italiani hanno sempre suscitato una certa gelosia all’estero. Come anche le code agli Uffizi, magari ci fossero code così da noi! In Italia non c’era grande stima per il sistema delle soprintendenze, invece fare parte di una soprintendenza a me e ai miei colleghi in America, all’estero in gene- 2. Relazioni 41

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