Firenze2015 WORKSHOP Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale

AAA rate, in staple reflect the Metropolitan Museum of Art distinguish market position, 2.6 billion of tall cash investments, support manageable leverage and di- verse revenue streams support a favourable cash flow”). In questa valutazione Moo- dy’s chiarisce che il fatto che il museo abbia un grande gruppo di donatori privati, non è determinante. I donatori privati fanno un po’ la vetrina buona del museo, magari comprano un’opera d’arte, offrono la sponsorizzazione di una mostra, forse pagano lo stipendio di qualcuno. Queste sono tutte cose molto importanti, ma ovviamente il privato non può coprire tutte le spese, infatti il Metropolitan Mu- seum emette delle obbligazioni per 149 milioni di dollari. Non c’è un museo americano in attivo, che non deve rilasciare obbligazioni per fare i finanziamenti, se ci fosse direi che è un museo moribondo, non sa fare cul- tura. La sola eccezione è la National Gallery of Art di Washington che prende tutti i suoi fondi dal governo, però sempre meno, anche con Obama che ora dice di amare la storia dell’arte. Infatti sappiamo che ha fatto la sua prima uscita con Mi- chelle, quando erano giovani, all’Institute di Chicago, perché voleva farle vedere quanto sapeva di arte. Chissà se in America ci arriva Trump! Nessun museo vive solamente della vendita dei biglietti, alcuni, come il Museo di Baltimora, recentemente ha preso la decisione molto saggia di aprire il proprio museo gratuitamente, non si paga il biglietto per attirare il pubblico, infischian- dosene del ricavato di cassa. Hanno avuto un aumento di visitatori, soprattutto locali. In Italia e più specificamente a Firenze, quando i soldi guadagnati dagli Uf- fizi, l’Accademia, i più ricchi, li hanno divisi fra tutti gli istituti della soprinten- denza, sono riusciti a fare più cultura, le iniziative coinvolgevano infatti una varietà di realtà e istituti della città. Come affronteranno i musei italiani le loro nuove esigenze economiche? Questo non lo so, apro la discussione con voi. A RMANDO M ASSARENTI Grazie a Carl Brandon Strehlke, perché effettivamente ci permette di tornare al tema centrale, quello dell’autonomia dei musei. Quanto ci ha detto conferma una vecchia regola che gli economisti della cultura sanno da molto tempo, dai famosi studi che 2. Relazioni 43

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