Firenze2015 WORKSHOP Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale

L UIGI A BETE Ringrazio Antonio D’Amato per aver organizzato questa iniziativa e per avermi invitato. Ascoltare i quattro interventi precedenti è stato particolarmente interessante. Le cose dette da persone che si distinguono per la responsabilità, l’esperienza e per la cultura che ognuno di loro esprime sono state rilevanti e dimostrano la complessità del problema che dobbiamo affrontare. Gli interventi che abbiamo ascoltato hanno infatti evidenziato le differenze che caratterizzano il pensiero di persone che pure si occupano della stessa materia. Partire da queste differenze è fondamentale. “Pubblico e privato”, “tutela e valorizzazione”, sono binomi o antinomie che vanno approfondite e risolte. Sempre più spesso si assiste allo scontro tra chi ha un ap- proccio “elitario” alla gestione dell’opera d’arte (e quindi mette in evidenza l’im- portanza della sua conservazione) e chi (come me) predilige l’idea che l’opera d’arte vada “valorizzata” da tutti e a favore di tutti gli interlocutori interessati. Perché l’opera d’arte è di proprietà dei cittadini, non del governo, né degli studiosi, né di chi opera all’interno delle istituzioni preposte alla sua gestione. Il tema è complesso, poiché occorre capire come armonizzare tutti gli interessi coinvolti, come coniugare valorizzazione e promozione dell’opera d’arte, come ge- stire l’autonomia, qual è la via migliore per diffondere la cultura della buona ge- stione dell’arte. Si è ribadito più volte come in altri paesi le risorse investite nel settore siano di natura sia pubblica, sia privata. Nel nostro caso occorre avere ben chiaro in mente qual è il punto di partenza. Il nostro è un Paese che dedica alla gestione del patri- monio culturale lo 0,5% del Pil, contro l’1,5 della Francia, il nostro è però un Paese con un problema di debito pubblico che ben conosciamo, un Paese in cui troppo spesso assistiamo a fenomeni di disorganizzazione nella gestione del patri- monio al limite del ridicolo. Siamo un Paese che si dimentica molte cose, che non scioglie nodi che poi finiscono per essere ostacoli insormontabili per tutti: per i musei, per le sovrintendenze e per i fruitori della cultura più in generale. 3. Interventi dei Cavalieri del Lavoro 47

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