Firenze2015 WORKSHOP Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale
Che cosa si può fare, quindi, per “andare avanti”? Noi come Bnl siamo e siamo stati sempre molto presenti in questo campo. Durante il periodo dell’Expo a Mi- lano abbiamo sostenuto “La Grande Madre” a Milano, una mostra a Palazzo Reale che ha ottenuto un successo notevole. Nel tempo abbiamo finanziato 5.000 film, nel nostro patrimonio abbiamo 5.000 opere, tra cui spiccano capolavori dell’arte classica e moderna, nonché opere di talenti contemporanei: dalle antiche sculture romane ai dipinti di Canaletto, Corot, Lorenzo Lotto, Spadarino, Baciccio, Afro, Morandi, Schifano, De Chirico. Nella nostra nuova sede non avremo lo spazio necessario a ospitare tutte queste opere, così stiamo pensando di realizzare un museo aperto al pubblico, possibilmente in prossimità della stazione Tiburtina (dove sarà la nuova sede), per portare il nostro patrimonio vicino a noi, ma allo stesso tempo per fare in modo che sia fruibile a tutti. Per quanto riguarda nello specifico il mio pensiero, io in qualità di imprenditore privato (nel campo ampio dell’editoria) ho sempre pensato che occuparsi di cultura sia in qualche modo l’evoluzione del vecchio mestiere di editore. Questo è ciò che spesso dico ai colleghi imprenditori: occuparsi di cultura non significa “cambiare mestiere”, significa aggiungerne un altro al vecchio. Non possiamo continuare a fare il mestiere di editori come lo facevano i nostri nonni o i nostri bisnonni. È inutile rammaricarsi della scarsità delle opportunità di investimento. Non è ob- bligatorio per un imprenditore investire nella stessa attività nella quale ha investito prima, lui direttamente o il padre o i suoi antenati. La cultura, in senso lato, offre ottime opportunità di investimento. Inoltre, occorre smettere di pensare che la cultura sia una “cosa da piccola impresa”. In questo senso, mi sembra importante richiamare l’esperienza di “Civita” che svolge attività di servizi aggiuntivi in 87 musei in Italia, inclusa la Galleria Borghese a Roma. Relativamente al tema dell’autonomia la sfida è capire a che cosa servirà. Se, come io spero, per autonomia intendiamo aumentare le risorse che i musei possono trat- tenere e se i musei verranno resi responsabili dei risultati ottenuti, allora avremo raggiunto un buon risultato. Non so di quanto potranno aumentare le risorse a disposizione dei musei, ma sarà senz’altro più di zero. La tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale: attori e modelli 48
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