Firenze2015 WORKSHOP Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale

F RANCO B ERNABÈ Vorrei prima di tutto ringraziare Antonio D’Amato per la proposta di mettere al centro della nostra attenzione il problema dei beni culturali. Un tema fondamen- tale per il nostro Paese. Partirei da alcune osservazioni sugli interventi che ho sentito, prendendo spunto da quanto diceva Strehlke sul ruolo e sulla reputazione dei sovrintendenti italiani. Io ho avuto il privilegio, nel corso della mia vita, di essere stato presidente della Biennale di Venezia, presidente del Mart per un lunghissimo periodo e oggi pre- sidente della Quadriennale, ho avuto quindi una visibilità molto ampia sulle isti- tuzioni culturali italiane. Devo dire che la mia esperienza, in termini di rapporti umani e professionali con il mondo dei sovrintendenti e con il mondo dei direttori delle istituzioni museali, è stata straordinariamente positiva. Posso assicurare che a livello internazionale ci invidiano la competenza, la capacità, lo spirito di sacri- ficio dei nostri sovrintendenti. Se alcune critiche ingiuste, nel corso di questi anni, sono state fatte al mondo dei sovrintendenti, credo sia arrivato il momento di fare ammenda, da parte di tanti. Venendo a quanto diceva Massarenti all’inizio vorrei osservare che se siamo al di- ciottesimo posto nella graduatoria del Country Brand Index non mi preoccuperei troppo, anche se è un indicatore che va tenuto in considerazione. Quello che mi preoccupa piuttosto è il fatto che nel corso degli anni noi siamo scesi in questa graduatoria e solo nell’ultimo anno abbiamo perso tre posizioni. Credo quindi che il problema sia piuttosto rappresentato dalla dinamica della graduatoria più che dalla posizione che ci viene assegnata oggi. Cercherei di dare, sulla base della mia esperienza, le ragioni per le quali questi pro- blemi ci sono e per le quali noi, che pensiamo di essere uno tra i grandi paesi nel mondo come membro del G7, veniamo invece considerati al diciottesimo posto nella graduatoria del Country Brand. Condivido assolutamente quanto diceva Anna Coliva e metto al primo posto, tra i fattori che spiegano la dissociazione tra realtà e rappresentazione, la tendenza ad usare la retorica piuttosto che l’analisi oggettiva dei fatti. A noi italiani piace guar- La tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale: attori e modelli 50

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