Firenze2015 WORKSHOP Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale

dare un film che non è quello vero, continuiamo a dirci che siamo il Paese più dotato di risorse culturali del mondo, abbiamo il 50% del patrimonio artistico del mondo, tutte cose che non ci fanno invece vedere i problemi veri che pur- troppo sono molto seri. La dura realtà ci dice che abbiamo il più basso tasso di scolarità superiore dei paesi dell’Ocse, abbiamo il più basso tasso di scolarità terziaria, abbiamo la più bassa frequentazione di musei nei grandi paesi dell’Ocse, parlo dei cittadini italiani, per- ché se ci sono file davanti ai nostri musei sono quelle dei turisti stranieri ovvero quelli abituati ad andare nei loro musei. Confrontate il numero di visitatori giap- ponesi dei musei di Tokyo con i visitatori italiani dei nostri musei. Vi do un esempio significativo senza citare il nome. Una persona importante e colta con l’ufficio a Piazza Venezia mi ha detto una volta: non sono mai andato a vedere i musei capitolini. Questa è purtroppo la nostra situazione: romani che sono andati a vedere i musei di Roma ce ne sono pochi, e comunque molti meno di quelli che ci vanno in altri paesi dell’area Ocse. Vorrei fare anche alcune osservazioni a proposito del dibattito su tutela e valoriz- zazione del patrimonio culturale. Stranamente, quando si parla di tutela e valo- rizzazione del patrimonio pensiamo esclusivamente alle opere d’arte che sono nei musei. In realtà, il sistema dell’arte è molto ampio, più di questo concetto e offre opportunità forse ancora più straordinarie delle opere d’arte. Voglio citare tre esempi che sono esemplificativi della mancanza di tutela e valorizzazione del nostro patrimonio. Ci sono tre istituti straordinari in Italia: l’Istituto Centrale del Restauro, l’Opificio delle Pietre Dure, l’Istituto di Patologia del Libro, cito questi ma ne potrei citare altri, perché sono degli straordinari contenitori di cultura, di professionalità e di esperienza e che non hanno le risorse per crescere. Se si volesse seriamente pensare ad una politica di valorizzazione del patrimonio artistico italiano, la prima cosa da fare sarebbe investire in queste tre istituzioni straordinarie. Pensate che l’Opi- ficio delle Pietre Dure ha dovuto chiedere un finanziamento di 300 mila euro alla Getty Foundation per pagare tre restauratori affinché rimanessero in servizio, per- ché il ministero non aveva le risorse per pagarli. 3. Interventi dei Cavalieri del Lavoro 51

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