Firenze2015 WORKSHOP Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale

cui noi avalliamo la logica che la cultura è anch’essa un costo, parole che ho sentito anche recentemente nelle dichiarazioni del Ministro Franceschini l’altro giorno, a proposito dello sciopero dei custodi del Colosseo. Ebbene, anche continuando a rendersi responsabilmente conto che abbiamo vin- coli di bilancio, suggerire che gli investimenti sulla cultura devono essere comun- que resi compatibili all’interno della politica di bilancio, continua ad avallare il principio che questi sono costi e non già investimenti. È su questa linea di pensiero che dobbiamo ragionare, rendere nuovamente chiare quali sono le priorità, formazione, education e cultura sono un investimento im- prescindibile per il nostro Paese. Merloni ha detto chiaramente, e lo condividiamo tutti, fa parte della nostra cultura di imprenditori e di Cavalieri del Lavoro, che sviluppo economico e crescita cul- turale sono strettamente legati insieme. Lo dice la storia del nostro Paese, la storia di questa città, lo dice la storia della crescita culturale e dello sviluppo economico della storia dei popoli. Se non andiamo a tempi lontani ma ci fermiamo ai tempi più recenti, lo stesso successo del made in Italy ha le sue radici fondamentali, nella cultura, nel patri- monio, nell’immagine del nostro Paese. La crisi di competitività dell’Italia, nasce anche dalla crisi e dalla incapacità di governare e non solamente sviluppare e va- lorizzare, ma anche semplicemente tutelare quello che noi oggi abbiamo. Certa- mente, nel momento in cui noi offriamo ai turisti che vengono in Italia, ancora innamorati del nostro Paese, l’immagine del degrado ambientale, l’abuso che noi facciamo del nostro territorio, il modo in cui vengono gestite molto spesso le no- stre città, oltre che il nostro stesso patrimonio artistico, ebbene, tutto questo dan- neggia in maniera imprescindibile l’immagine del made in Italy e ci fa perdere posizioni rilevanti. Qualcuno ha detto, l’Italia si è sempre vantata di essere il posto numero uno nel de- sign, nel fashion, nella creazione, nell’immaginazione di nuove cose, oggi questo posto lo ha conquistato la Gran Bretagna. Ma la Gran Bretagna pre Thatcher era il paese nel quale tutti scappavano, oggi è il paese che guida il mondo, proprio nel campo di quelle arti, di quelle discipline di cui l’Italia era leader fino a trent’anni fa. 4. Intervento conclusivo 67

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