Firenze2015 WORKSHOP Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale
di cosmesi o di facciata, il che non vuol dire stare fermi, abbiamo veramente aperto un dibattito, abbiamo capito, abbiamo un progetto con il quale andare avanti? Qui si innestano tante cose, dal modo in cui viene fatta l’educazione sulla storia dell’arte nelle scuole, in un Paese con la storia che ha, dove si discute ancora se chiudere l’insegnamento delle discipline classiche e umanistiche, nel momento in cui il mondo scopre che anche nella gestione delle imprese la cultura umanistica è quella che fa il vantaggio competitivo. O si discute se cancellare o chiudere l’in- segnamento della storia dell’arte nelle nostre scuole. Come diceva Spinosa, che cosa facciamo, quali saranno i prossimi quadri dirigenti dei musei, delle soprin- tendenze, dei beni artistici e culturali, nel momento in cui non li formiamo, non li valorizziamo, non li retribuiamo e li respingiamo? Da qui a cinque anni, dieci anni, qual è il piano di successione che noi abbiamo per la gestione del nostro patrimonio? Qualcuno l’ha fatto questo piano di suc- cessione, forse non sarà il 70% del mondo, ma sicuramente il patrimonio più stra- ordinario concentrato in un solo paese, è tutto qua. Qual è il piano di successione per governare quello che noi oggi abbiamo? Non c’è. Quindi, qual è il progetto paese? Non c’è. Che tipo di riforma e di politica vogliamo sviluppare se non ab- biamo questa progettualità davanti a noi? Secondo elemento fondamentale, che si lega strettamente al primo, è il tema della governance, è fondamentale, perché le sovrintendenze sono tutto quello che di buono noi sappiamo, ma sono anche tutto quello che di negativo conosciamo. Il conflitto fra poteri, la difficoltà burocratica, la logica della paralisi, abbiamo visto che molto spesso i sovrintendenti bravi sono quelli che hanno avuto il coraggio di assumersi delle responsabilità e di fare delle cose sapendo di correre dei rischi e magari avendoli poi corsi davvero. Questo è l’unico modo per fare le cose. Allora il tema della governance è fondamentale, dal quale non si può prescindere, perché senza riformare in maniera chiara la governance di tutto il nostro patrimo- nio, non solo museale, ma parlo delle città, della grande congerie delle sovrinten- denze che abbiamo, non si fa un passo in avanti. Per tornare all’ultima, ma più attuale delle polemiche che molto spesso si fanno quando si ragiona fra pubblico e privato di queste cose, ma i privati i soldi poi 4. Intervento conclusivo 69
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